Materialismo, Coscienza e Principio di Causalità
interazione di piccoli centri di forza infinitamente piccoli. Cosa vogliamo dire dunque? Che la materia è vuota? Che di fatto la materia non esiste? Certo che esiste, ma il mondo esteriore che noi vediamo è solo una rappresentazione simbolica organizzata dalla nostra coscienza. Il mondo esterno in primo luogo esiste nella nostra mente. L'Universo è mentale. Si vuole allora dire che la realtà esteriore è un'immaginazione? Quasi paragonabile a uno stato di sogno? Assolutamente no. Lo stato di sogno è una rappresentazione simbolica soggettiva proveniente dal singolo e non condivisa da altri, mentre lo stato ordinario di veglia, il mondo esteriore, è oggettivo cioè un sogno fatto contemporaneamente da tutti gli uomini. Il sogno è uno stato onirico singolo generato dal subcosciente personale, il mondo oggettivo è uno stato onirico collettivo dettato dal subcosciente collettivo. Quella che noi chiamiamo realtà oggettiva non è il sogno di un uomo, ma il sogno dell'Uomo. Se colui che vuole modificare il tessuto del proprio sogno deve vincere se stesso e le proprie resistenze inconsce, colui che vuole cambiare la realtà oggettiva deve vincere il mondo.
MATERIALISMO ED EDUCAZIONE DELL'ANIMA
La tesi materialistica è falsa
Come si potrebbe dunque dire che esiste solo la materia? Al massimo si potrebbe dire che esiste solo la coscienza che la percepisce. Se c'è infatti una cosa su cui siamo sicuri non è che esiste una materia che viene percepita dalla nostra coscienza, ma solo che esiste almeno una coscienza — la nostra — che percepisce il mondo esterno. Questa semplice riflessione dovrebbe spingere ogni materialista che si rispetti a prendere in seria considerazione l'ipotesi di procedere in una profonda cultura dello spirito. Se infatti è solo la materia con la sua incessante dialettica ad esistere perché non godere e gustare al massimo dei piaceri che questa vita ci offre? Molti dei suddetti materialisti si troveranno d'accordo con noi. Ma allora basterà loro ricordare che non è l'occhio che vede, ma la psiche. Non è la carne che sente, ma la psiche. Non è il corpo che prova piacere ma la coscienza. L'educazione della psiche, il perfezionarsi nella percezione del mondo esterno, è una via più saggia verso il vero piacere rispetto al sensualismo sfrenato. Per sentire meglio un disco si può alzare il volume o affinare l'orecchio. Gli uomini di questo secolo hanno tralasciato la cultura dell'anima ritenendo i beni di questo mondo gli unici degni di essere perseguiti, ma si sono trovati con dei corpi consunti e un'anima sorda. Viceversa i cultori dello spirito hanno educato la psiche a rispondere e a provare dei piaceri infinitamente superiori a quelli prodotti dai sensi ordinari, sia per profondità, che per ampiezza, che per gioia, che per intensità. Chi prova più gioia dell'estatico? Chi prova gioia più immensa di chi si immerge nella luce e nella bellezza stessa? Chi prova più tristezza del cinico solo dall'anima morta? La tesi materialistica ordinariamente concepita è più che falsa: è inutile. La tesi materialistica più raffinata è peggio che inutile: è falsa perché l'unica Realtà Assoluta è Dio che è immateriale. «Credo solo in ciò che vedo» è un modo comune per dire «credo solo alle cause che si manifestano con degli effetti». E questo è ineccepibile. Ma poiché gli effetti vengono raccolti tramite i sensi, la frase precedente diventa: «credo solo a ciò che può essere sperimentato tramite i sensi». Anche questa posizione non solo è logica, ma assolutamente degna di lode, purché non ci si limiti ai sensi esteriori ma si considerino anche i sensi interiori. Una metafisica sperimentale è possibile, ma solo a patto di sviluppare dei sensi spirituali.
PRINCIPIO DI CAUSALITÀ
Principio di creazione o di causalità: Tutto ha una causa. Non vi è effetto senza causa. Il Principio di Causalità è certamente lo strumento più importante che l'Uomo possiede per la sua analisi del mondo. Questo principio in un qualche modo è insito nel modo di ragionare dell'uomo e la fede in questo principio costituisce il fondamento di ogni nostra conoscenza. L'uomo ha una innata fede nel fatto che gli eventi abbiano una loro causa, ovvero che esista negli eventi quotidiani una linea causale che ci permetta di comprendere la realtà esteriore. Se l'uomo non avesse questa fede innata, non organizzerebbe e non coordinerebbe in un tutt'uno organico le immagini e le impressioni sensoriali che lo raggiungono e la vita esteriore si manifesterebbe in lui semplicemente in una successione di impressioni prive di alcun senso come avviene in uno specchio. La fede nella causalità spinge l'uomo a coordinare l'immagine che attualmente percepisce con le immagini precedentemente percepite e a trovare in esse un filo conduttore che gli permette di capire il mondo circostante. Questa esigenza di una causalità si ripropone in ogni fenomeno della propria vita quotidiana. Nessuno infatti si aspetta nella sua vita quotidiana di veder comparire un oggetto dal nulla o di vederlo sparire senza alcun motivo, e in ogni fenomeno l'uomo cerca di trovare una ragione o una causa della sua esistenza. Tutta la meccanica Newtoniana, ovvero praticamente tutta la fisica che regola il moto degli oggetti, è derivata da una specificazione di questo semplice principio. Newton nella sua genialità concepì una formulazione matematica per due semplici ed evidenti concetti:
- PRIMO PRINCIPIO DELLA DINAMICA (non esiste effetto senza causa): «Ogni corpo, in qualunque condizione si trovi, si sforza di perseverare nel suo stato corrente, sia esso di quiete o di moto lungo una linea retta. [...] Un corpo, dall'inattività della materia, è tolto non senza difficoltà dal suo stato di moto o quiete» ovvero come dire: «non esiste effetto (cambiamento dello stato di moto) senza causa (una forza)».
- SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA (la causa si vede dall'effetto): «il cambiamento di moto (l'effetto) è proporzionale alla forza impressa (la causa), ed avviene lungo la linea retta secondo la quale la forza è stata impressa» ovvero come dire: «ogni causa (la forza)»