L'Uomo e il Cosmo - Le Domande della Sfinge

LE DOMANDE DELLA SFINGE

L'uomo e la donna di oggi si trovano in una strana e per certi versi inedita condizione interiore. La maggior parte dell'umanità, infatti, non sa chi è, ha solo una vaga idea di dove stia andando e, di conseguenza, si aggrappa con tutte le sue forze a ciò che trova attorno a sé. Essa sente solo una vaga oppressione, un'irrequietezza che, sotterranea, cresce con il passare e lo scorrere degli anni, con l'aumentare delle rughe, fino a diventare una voce assordante che chiede attenzione.

Ogni individuo, prima o poi, sente questa voce silenziosa. Egli cerca di scacciarla, occupando la mente con affari pretestuosi e quando infine è pronto a cedere alla realtà dei fatti, a interrogarsi su chi sia e quale sia il suo compito su questa terra, ecco che, generalmente, si trova già avanti negli anni e intimamente prigioniero di contrasti, forme o legami dilanianti prodotti da anni e anni di azioni irriflessive.

Già molto tempo addietro un principe asceta, il Buddha, come soluzione al dramma delle coscienze, aveva indicato il Distacco, la Saggezza e l'Amore quali antidoti alla brama che rende schiavi, all'ignoranza che rende folli e all'odio che rende tristi e soli. Nella visione del Buddha, perfezionata dal Cristo, la qualità della propria vita è modificabile solo nella misura in cui si modifica la propria realtà interiore.

Questa semplice considerazione è spesso dichiarata, ma raramente compresa, tanto che, per la maggior parte della propria vita cosciente, l'uomo (nel senso di «essere umano») cerca nel mondo esterno i mezzi per riempire e soddisfare il proprio senso di incompletezza, e angosciante sospensione interiore. Quasi che possedere qualcosa fuori di noi possa risolvere il problema di chi siamo.

Eppure, se analizzassimo la vita dei grandi santi e asceti, difficilmente ci soffermeremmo su ciò che essi possedevano esteriormente quanto semmai su chi erano interiormente. Buddha aveva come casa un albero quando raggiunse l'illuminazione. Gesù era condannato su croce, alla stregua di un ladrone, quando ripieno di Amore per Dio e l'Umanità vinse la morte. Viceversa Tiberio imperatore di Roma, quando viveva tra i marmi della villa di Capri, confessò che si sentiva morire ogni giorno.

Questi semplici esempi dovrebbero farci riflettere sul fatto che non esiste qualcosa o qualcuno nel mondo esterno che possa placare realmente la sete di Sapienza, Potenza e Amore dell'Uomo. Non esiste un luogo dove andare, persona da conquistare o bene da acquisire che possa risolvere questa nostra insoddisfazione interiore.

Tuttavia non esiste nulla fuori da noi che possa rispondere per noi alle tre fatidiche domande che sfidano ogni essere umano: Chi sei? Da dove vieni? Dove vai?

Già dalla più remota antichità si fece spazio l'idea che lo studio del mondo circostante avrebbe permesso all'Uomo di percorrere un primo gradino nella comprensione di se stesso. Anche adesso mosso da una sottile intuizione egli guarda le profondità dell'Universo per scoprire le proprie origini. Spinto da una inspiegabile curiosità, indaga i meccanismi del cervello per scoprire le cause della sua coscienza.

Per un motivo a lui ignoto l'Uomo desidera sempre sapere, spiegare tramite il ragionamento, capire ciò che lo circonda, come se la comprensione dei meccanismi della realtà esteriore lo possa aiutare a capire anche qualcosa su se stesso. Questa in effetti è proprio una sottile intuizione, ma come non esiste esperimento senza osservatore, così la comprensione di chi siamo non può prescindere da noi stessi.