Filosofia Pitagorica e i Modi della Vita: Reversibilità e il Pensiero che Pensa Sé Stesso
di essenziali dati dalle tavole (Tab.5) e (Tab.6) sono i modi della Vita che dà e riceve Vita, nella più completa irreversibilità di tale processo. Il pensiero che pensa sé stesso e la reversibilità principiale Il simbolismo dell'unico flusso vitale che si distingue in due correnti, le cui composizioni rimandano a loro stesse, ma attraverso percorsi non intercambiabili, è da tenersi rigorosamente distinto dal simbolismo della reversibilità completa; quest'ultima non è una proprietà della Vita in sé medesima. Certamente lo è della riflessione (operazione assai distinta da quella del pensare). La riflessione è atto di pura coscienza, che pone il sé come altro da sé e che, talvolta, forza erroneamente un'identità astratta tra il Sé e l'Io. Purtroppo la parola italiana pensare evoca il pesare, il ponderare ed introietta una visione di tipo opportunistico che prima inquina e infine distrugge ogni via per la Liberazione. Ciò che indichiamo con pensiero e pensare è, infatti, quel realizzare in sé stessi un'intima connessione con il mondo, la quale dona una quasi infallibilità all'azione concreta. È anche ciò che permette di realizzare ciò che può stare a fondamento, talvolta, dell'espressione è la persona giusta al momento giusto o che, talaltra, andrebbe associato alla parola Fortuna. In questo senso il pensare va intuito come un lampeggiare che è sia il fondamento dell'azione rituale, memoriale di ciò che è conforme all'ordine nell'agire, che della logica, ossia del riflesso di ciò che quel lampeggiare è nell'Istante Eterno. La logica è mera registrazione, a livello linguistico, di una connessione ontologica effettivamente realizzata in una trascendente e precedente intuizione unitiva con il Non-Essere-che-pone-l'Essere. Il vero contenuto del pensiero è ciò che permette ad una sua possibilità di vibrare nell'Essere non-manifestato oppure di condensarsi in uno stato di manifestazione. Ciò che realmente è da intendersi come atto del vero pensare è realizzare il mondo in piena grazia con sé medesimi, liberi da ogni perché, in un'intima, totale, gioiosa e libera ascesi luminosa. Non sorprendentemente, tuttavia, ciò è ancora simboleggiabile per mezzo del simbolismo delle due leggi operazionali, le cui composizioni rimandano a loro stesse, ma, stavolta, attraverso percorsi intercambiabili, reversibili. In linguaggio semplificato ora vale la legge commutativa ossia che: $\varphi = \varphi'$. L'apertura vitale della corrente delle forme, manifestata dal dinamismo bipolare attivo nel simbolismo dello Yin-Yang si chiude, talvolta, nella riflessione circolare su sé medesima, spesso interna ad un mondo depotenziato di vita. Per mezzo dell'analogia inversa, tuttavia, possiamo intuire la luminosissima e non depotenziata operazione del Sé unito al Non-Essere-che-pone-l'Essere, ovvero della Corona che pone in essere la circolarità dell'Amore. Non dobbiamo, infatti, perder di vista che la meditazione che abbiamo svolto sino a qui ci ha condotto a vedere le leggi delle due correnti del Flusso Universale, e dell'irreversibilità della Vita, per mezzo del Pensiero che pensa sé stesso, ovvero del Sé unito al Non-Essere-che-pone-l'Essere, per mezzo della legge dell'identico: $A=A$. Non esistono due cose identiche. Tuttavia, noi abbiamo potuto vedere dei modi essenziali e stabilire delle vere e proprie tabelle operazionali, che simboleggiano l'azione del flusso vitale, perché siamo risaliti al Pensiero che pensa sé stesso, all'Io che si pone come auto-rivelazione del Sé. Per risalire a ciò che sta in alto e che mai è diverso da Sé perché eternamente è, possiamo usare il simbolismo della più completa reversibilità, proprio perché non vi è alcuna reversibilità, in quanto ciò che è, lo è in quell'unico istante in cui eternamente è. La legge della reversibilità operazionale, se applicata alla Vita, rimanda a schemi astratti, depotenziati di vita, inadatti a far percepire le soglie luminose della realtà viva della Vita. Il simbolismo degli ultimi due modi essenziali, quando cioè vale la proprietà commutativa, si presta agli equivoci peggiori. Infatti essi sono una base suprema per la risalita al Principio e, al contempo, una trappola letale per un ego privo della luce vitale del Sé. La prima tavola pitagorica le cui composizioni rimandano ancora a loro stesse ma in forme commutative è data dalla seguente tabella pitagorica: $\varphi \cdot \varphi' = \varphi''$. (Tab.8) Adottando un punto di vista sostanziale, vediamo che la tabella (Tab.8) è quella del primo determinarsi dello Zero in un Uno che ritorna allo Zero, per auto-negazione. La legge di tale identità suprema è $1 + 1 = 0$. È con una libera auto-generazione che l'Uno fa riemergere la condizione della pura generatività. Al lettore molto dotto nella ragion critica tale legge apparirà una.