Il Simbolismo dei Numeri Pitagorici e l'Infinito Cartesiano

Il simbolo di Tenebra. La ragione cede il passo alla follia. Il numero 5 era chiamato dai Pitagorici gemello nonché nemesi perché distribuisce doni sia celesti che naturali a seconda del suo orientamento. Oltre a questi nomi era detto anche Luce, quintessenza, cardiati, ma anche matrimonio, androginia e semidio. Questi tre nomi già conosciuti dai Pitagorici meritano di essere approfonditi perché indicano il mistero del $5 = 3 + 2$ ovvero dell'Uomo e la Donna che sprofondano nella Trinità Solare Divina. È la coppia umana rigenerata che entra nel Cuore Divino. Il Numero 6 o segno del Macrocosmo. Il Numero 6 è il segno del Macrocosmo, ovvero dell'Uomo Universale. È il numero dell'Alleanza e dell'equilibrio. In quanto $3+3$, il 6 identifica la Trinità Divina che si lega alla trinità umana. Nella sapienza, potenza e amore umana si inseriscono l'Onnipresenza, l'Onnipotenza e l'Onniscienza Divina. I Pitagorici chiamavano questo Numero unione amorosa, armonia dell'anima, pace, nonché Cosmo. Lo stesso Mosè nella Genesi divide l'atto creativo in 6 fasi o giorni, ciascuno dei quali dotato di un aspetto attivo e ricettivo (e fu sera e fu mattina). Secondo Clemente d'Alessandria "Da Dio, Cuore dell'Universo, emanano le sei fasi del tempo e le sei dimensioni dello spazio". Il mistero a cui fa riferimento il Numero 6 è quello dell'Uomo Cosmico: dell'entrata dello spirito individuale nello Spirito Universale in cui si riversa come pioggia dorata lo Spirito di Dio attraverso il Cristo. È l'unione amorosa del Cielo e della Terra, l'amalgama dell'Oro e dell'Argento, dell'Acqua e del Fuoco e dell'Anima e dello Spirito nel Cuore, dell'anima individuale e dell'Anima Universale. Come tale, il simbolismo del Numero 6 ben si sposa con il simbolismo della Coppa o Graal e del Cuore metafisico quale luogo di incontro Sofianico. Il Numero 8 o segno del Metacosmo. Il Numero 8 rimanda al Mistero dell'Ottavo giorno, l'uscita dal Cosmo e l'inizio della vita in Cristo, il nuovo Cosmo. Se l'Universo viene creato in 6 giorni, a cui viene aggiunto un giorno giubilare dato dal 7, con il Numero 8 entriamo in una nuova Creazione. Il Numero 8 non è però l'inizio di una nuova settimana, è l'entrata nel Mistero della Risurrezione, per questo i Pitagorici avevano intuito di chiamarlo Eternità, stabilità, pace e perfezione. Il Numero 8 è $4 + 4$ e, come tale, identifica il compenetrarsi del Regno Celeste nel Regno Terrestre realizzando così l'Impero. È anche il simbolo del Tempio in cui discende la Divina Presenza. Conclusione. I Numeri sono dei libri di Sapienza secondo il loro simbolismo, delle chiavi di Potenza secondo la loro geometria, ma anche dei veri e propri Enti che rendono partecipi dei loro Misteri. Si può meditare su un Numero, agire attraverso un Numero, ma anche vivere un Numero. Quest'ultimo caso è quello dell'Aritmosofia Misterica alla quale speriamo di dedicare un articolo in futuro. L'Iniziato che vive il mistero di un Numero opera in sé un cambiamento spirituale. Se l'Uomo con il Numero 5 e il suo Mistero comanda agli spiriti in virtù della Parola umana accordata alla Parola Divina, attraverso il Numero 6 agisce teurgicamente in virtù dell'Alleanza umano-divina realizzata dal Logos-Sacerdote. Nel Numero 8 infine accede al Regno Divino, entrando nell'Eternità di Cristo-Re. L'Iniziato che ha vissuto questi tre Misteri può ben dirsi Profeta, Sacerdote e Re e dunque partecipe del sacerdozio regale di Cristo. È con questa intenzione che le antiche scuole iniziatiche hanno indicato attraverso i Numeri l'età di un iniziato, ovvero l'esperienza spirituale che egli deve vivere. Infinito e Indefinito (Ur). E mentre dal mio globo agli altri sorgo, E per l'eterio campo oltre penetro: Quel ch'altri lungi vede, lascio al tergo. - Giordano Bruno, De l'infinito, universo e mondi. Infinito Metafisico. Nel libro "La magia dei numeri e del moto. René Descartes e la scienza del seicento", scritto da W. R. Shea, leggiamo che, in una sua lettera a Chanut, René Descartes scrive: "Il cardinale di Cusa e molti altri Dottori hanno supposto che il mondo fosse infinito senza essere rimproverati dalla Chiesa. Al contrario, sembra esser degno di Dio concepire il suo lavoro come immenso. E la mia opinione è più facile da accettare della loro perché non affermo che il mondo sia infinito ma indefinito". La distinzione escogitata da Cartesio tra le due nozioni, quella di Infinito e quella di indefinito, ripresa in seguito da molti autori, è un tentativo di fondare la conoscenza scientifica su un sapere teologico compatibile con la teoria della creazione che è alla base di molta teologia di derivazione cristiana e non. È facile verificare, anche sul mero piano della storia delle idee.