Leggi della Dinamica Organica e Teoria dei Sistemi Evolutivi

te nel suo essere assoggettato passivamente a leggi sicure che gli sono esteriori, ma organicamente rispetto ad iniziative sociali da lui promosse. Andando più nello specifico, l'evoluzione meccanica di un sistema è un'evoluzione guidata da leggi esterne al sistema stesso, e quindi gerarchicamente superiori, a cui il sistema deve obbedire. Non avendo il principio evolutivo in sé, il sistema è gerarchicamente inferiore. Il sistema nel suo complesso è vincolato dalla legge dell'entropia, del logoramento e della dispersione di energia. I concetti che permettono di analizzare l'evoluzione del sistema sono i concetti di causa ed effetto legati dalla legge di causalità. L'evoluzione organica di un sistema è più facilmente analizzata se ci si focalizza sui concetti di modello e risorse invece che sui concetti di causa ed effetto. Difatti, l'evoluzione organica segue una legge di finalità e non di causalità per cui condizioni iniziali differenti possono portare allo stesso risultato che è lo scopo o modello dell'evoluzione stessa. Un esempio lampante è il caso di una madre che, dopo nove mesi di gestazione, porta alla luce sempre un bambino, indipendentemente dal tipo di alimentazione e dalle condizioni ambientali purché ragionevoli. L'organismo materno si adatta a quanto è necessario per realizzare, a partire dalla sostanza materna, il modello di bambino fin nei più minimi dettagli. Tali dinamiche di un sistema sono caratterizzate da un abbassamento dell'entropia del sistema. In analogia alle leggi della meccanica Newtoniana possiamo dunque definire alcune elementari leggi della dinamica organica. Prima legge. Ogni sistema rimane in stato di quiete in assenza di un principio evolutivo. Un sistema inserito in un determinato cammino evolutivo tende a mantenere costante il suo progresso, ovvero l'aumento o la diminuzione delle sue risorse. L'azione di un principio evolutivo si riconosce in quanto la progressione costante del sistema nel cammino evolutivo viene alterata con una conseguente variazione nel progresso del sistema. Da questa riflessione si deduce la seconda asserzione: Seconda legge. Un principio evolutivo è proporzionale alla variazione nel progresso del sistema, i.e. $\Phi \propto \Delta r$. Se nel caso della meccanica classica la costante di proporzionalità era rappresentata dalla massa inerziale del sistema, in questo caso dobbiamo definire come costante di proporzionalità la permeabilità $p$ che il principio evolutivo ha sugli elementi del sistema stesso e che potremmo indicare come una propensione al moto o all'azione. Riformulando in altro modo, possiamo chiamare impulso il prodotto $(p\Delta r)$ fra permeabilità di un sistema ad un determinato principio evolutivo e il suo progresso $\Delta r$ e misurare il principio evolutivo attraverso la variazione di tale impulso all'interno di un ciclo evolutivo, i.e. $$\Phi = \frac{d}{dt}(p\Delta r) \tag{1}$$ L'importanza di un principio evolutivo si misura dunque dalla variazione della permeabilità a detto principio da parte degli elementi del sistema stesso come pure alla variazione nel progresso del sistema. Infine, in analogia alla terza legge della dinamica Newtoniana, dobbiamo qui formulare una legge di cui non siamo sicuri di poter affermare l'universalità, ma che effettivamente abbiamo verificato più e più volte: Terza legge. Un principio evolutivo agisce in modo uguale ma contrario su diversi elementi del sistema. Un principio evolutivo agisce polarizzando in modo diverso elementi di un sistema, per cui il passaggio da uno stato evolutivo ad un altro del sistema implica una biforcazione che generalmente è associata a una purificazione, divisione e conseguente trasformazione del sistema stesso. Pensiamo, ad esempio, a come agisce un'idea in una società. Man mano che tale idea penetra nella popolazione, gli elementi di tale popolazione si schierano, alcuni favorevolmente e altri in antagonismo, rispetto a questa. La polarizzazione sociale raggiunge poi un parossismo che trova un suo sfogo, produce una biforcazione in cui una parte del sistema evolve e passa alla fase successiva, mentre l'altra trova condizioni ecologiche sempre più difficili e finisce per soccombere o essere espulsa. Effettivamente, se studiamo la Storia dei popoli possiamo notare come rivoluzioni o guerre civili siano sempre state il preludio di grandi cambiamenti sociali, ovvero di nuovi stadi evolutivi dell'organismo sociale. Fenomeni simili accadono in tutte le organizzazioni sociali, religiose e possiamo ipotizzare siano un elemento tipico di una evoluzione organica. Autocoscienza ed evoluzione biologica. Fra i vari sistemi organici di interesse generale vi è sicuramente quella che potremmo definire l'evoluzione biologica. Avendo chiaro che in un sistema organico la legge primaria regolante l'evoluzione del sistema è la legge di finalità, risulta dunque necessario analizzare almeno brevemente le possibili finalità di tale processo. Se riflettiamo