Il Tetragrammaton e le Sue 12 Permutazioni nella Mistica Ebraica
erimen tò sull'Horeb. Il Tetragramma, nome più Sacro della Tradizione ebraica è il Verbo con cui l'Assoluto creò il cielo e la terra secondo l'acrostico ottenuto dalle ultime due parole del 1º Capitolo della Genesi e le prime due del 2º: יוםהששיויבלוהשמים I cieli furono compiuti nel sesto giorno. Il nome Divino di 4 lettere o Tetragrammaton, composto dalle lettere י yod, ה hé, ו vau, ה hé. Ovvero da 3 lettere distinte יהו e una lettera, la ה hé, che viene ripetuta in due differenti posizioni. Se consideriamo le tre lettere י yod, ה hé, ו vau, queste danno origine a $3! = 1 \times 2 \times 3 = 6$ possibili permutazioni. Il sefer yetzirah, precedentemente citato, suggerisce nella sua versione breve di utilizzare proprio queste 6 permutazioni come parte ritualistica per la creazione dello spazio sacro sigillando l'alto con יהו, il basso con יוה, l'oriente con היו, l'occidente con הוי, il mezzogiorno con ויה e la mezzanotte con והי. Se aggiungiamo la seconda ה hé otteniamo allora che le permutazioni possibili diventano 12, $\frac{4!}{2!} = \frac{1 \times 2 \times 3 \times 4}{2} = 12$. Ne deriva dunque, che le possibili permutazioni del Tetragrammaton sono 12. Questi 12 Nomi, che furono incisi sulle 12 pietre del razionale del Gran Sacerdote, corrispondono per la pratica teurgica, ai 12 Segni dello Zodiaco, alle 12 ore del giorno e della notte, alle 12 tribù di Israele. Più esotericamente corrispondono a 12 invocazioni che devono essere fatte in 12 momenti del giorno e sono associate a 12 vocalizzazioni differenti del Tetragramma. Per i fini che ci riproponiamo la tabella delle corrispondenze di queste 12 permutazioni è quella nella Figura 25. Prima di procedere oltre dobbiamo però dare alcune indicazioni su cosa significhi da un punto di vista meditativo pronunciare un Nome Divino. In ebraico, nella sua forma attuale, non vi sono vocali, ma solo consonanti. Di queste, però, le lettere formanti il tetragramma sono semivocaliche, ovvero che a seconda dei casi possono assumere la funzione di consonanti o di vocali. La י yod può essere resa come una I, la ה he resa come una A e la ו waw come una O per cui lo stesso tetragramma può essere interpretato in un certo senso come una successione di vocali leggermente aspirate: IAO. Il sefer ha-bahir dice sinteticamente che le consonanti sono il corpo della parola e le vocali l'anima. In generale, ad ogni lettera ebraica corrisponde una potenza, ma senza vocali questa è impronunciabile cioè fuori dalla Manifestazione. Vocalizzare una lettera significa portare nell'azione questa potenza specificandola con una precisa connotazione contenuta potenzialmente dalla lettera. La vocalizzazione, pur lasciando inalterata la forza della lettera, la colora, la specifica caratterizzandola qualitativamente. Per cui le stesse quattro lettere vocalizzate in modo differente portano a soluzioni ed impressioni psichiche e, quando ciò accade, stati spirituali completamente distinti nella coscienza di chi le pronuncia. Da un punto di vista teorico-pratico esistono indefinite varietà di vocali, infinite sfumature che possono essere associate ad infinite sfumature cromatico-musicali. Tuttavia, per i nostri fini illustrativi consideremo solo cinque vocali, relative a un duplice dualismo fonetico: aperta - chiusa, avanzata - arretrata (Fig.26). Più una vocale è aperta, più la sua azione è diffusa, più una vocale è chiusa più la sua azione è concentrata, più una vocale è avanzata più la sua azione è esteriorizzata, più una vocale è arretrata più la sua azione è interna. Bisogna poi tenere conto nella vocalizzazione dell'aspirazione che in modo più o meno leggero è sempre presente nelle vocali del Tetragramma. L'azione dell'aspirazione è quella di spostare la risonanza della vocale più verso l'interno del corpo verso la cassa toracica. La stessa consonante può essere vocalizzata in modo diverso assumendo connotazioni o sfumature distinte. Facendo corrispondere ad esempio alla Yod la Potenza Divina abbiamo che, vocalizzata, questa stessa Potenza può