Simbolismo Divino e Metafisica Mistica: La Manifestazione dell'Essere Assoluto

e si manifesta come Dio assolutamente Essente. Il simbolo rappresentato da quel fuoco non occupato dal Sole nel simbolo della rotazione della Terra attorno al Sole è qui attivabile per illuminare il nostro cammino interiore. Alla circoscrizione dello spazio fluido adinamico, al vortice che avvolge il nulla circoscritto, corrisponde il simbolo dello $0$. All'$1$, invece, corrisponde il Dio assolutamente Essente, l'Essere pienamente manifesto del quale la Potenza si riveste per porre in atto la sua Creazione di Luce, Fuoco e Vita. Riassumendo possiamo identificare le seguenti realtà trascendenti: Assenza di simbolo: la Potenza Cosciente; $\infty$: Il Nulla o Spazio fluido infinito; $0$: Il Nulla o Spazio fluido circoscritto; $1$: l'Essere, il primo vestimento o velo della Potenza Cosciente. Rimossi i tre veli dell'esistenza incondizionata, Trinità non manifestata il cui simbolo è quella manifestata, la Potenza Cosciente è raggiunta nella Sua totale omnicomprensività. Non vi sono simboli, né segni, né numeri che possano anche solo accennare al raggiungimento di questo stato al di là di ogni stato. A tale riguardo Dionigi l'Areopagita, nella sua Teologia Mistica scrive: "Non è Numero, né ordine, né grandezza, né piccolezza, né uguaglianza, né disuguaglianza, né dissomiglianza; non sta ferma, né si muove, né rimane quieta, né possiede una forza, né è una forza, non è luce; non vive e non è vita; non è né essenza, né eternità né tempo; non può essere intelletta; non è né scienza, né verità, né regno, né sapienza; non è né uno né unità, né divinità né bontà; non è neppure spirito, per quanto ne sappiamo; non è né filiazione, né paternità [...] A proposito di essa non esistono né discorsi, né nomi, né conoscenza; non è né tenebra né luce; né errore né verità..." Di questa Potenza Cosciente ha scritto Jakob Böhme nel suo "L'Incarnazione di Cristo": "È simile a un occhio, suo proprio specchio. Non ha essenza, né luce né tenebra; è soprattutto una magia, e ha un volere, che noi non dobbiamo seguire perché ci turba. Con tale volere intendiamo il fondo della Divinità, senza origine. Esso comprende se stesso in se stesso, al di fuori della natura, perciò dobbiamo tacere." Il simbolo di $\infty$ permette meditazioni simboliche che seguono vie radicalmente distinte. In questo articolo noi simboleggiamo l'infinito come immutabile, permanenza adinamica illimitata, l'Ain Suf che non a caso nella sua accezione letterale significa "senza fine". Possiamo così identificare lo spazio fluido adinamico inseparabile dall'unica, incomprensibile e innominabile Potenza, suo unico padrone; il mare infinito in cui si nasconde il volto di Colui che è nascosto. È l'Ungrund di Böhme, l'abisso senza fondo al di fuori di ogni natura, precedente alla processione intradivina delle Persone e in cui risiede un volere Ground, il fondo della divinità senza origine. In questa meditazione lo $0$ simboleggia il Nulla circoscritto dal quale è stato tratto tutto ciò che esiste. A differenza dell'$\infty$, il Nulla rappresentato dallo $0$ ha una caratteristica di autolimitatezza. Indica una zona circoscritta, uno spazio vuoto di ogni potenzialità di manifestazione. In esso Dio stesso ritorna successivamente al processo creativo-rivelativo, secondo quanto indicato in Proverbi 8,27: "Quand'egli disponeva i cieli io ero là io; quando tracciava un cerchio sulla superficie dell'abisso." La Potenza Cosciente, unica, incomprensibile e innominabile, per rivelarsi occulta se stessa, creando il Tutto, circoscrivendo una zona del suo essere dalla quale ritirarsi, per poi tornarvi con il suo atto creativo e rivelativo. Questa zona circoscritta da cui la Potenza si ritira è una regione totalmente priva di potere e di qualsivoglia caratteristica spirituale manifestabile, di qualsiasi qualità determinabile, di qualsiasi essenza attivabile. Essa assolutamente non è, perché l'Essere divino, il veramente essente, si è occultato ad essa. Questa zona rimane quale un fluido spaziale circoscritto. Adinamico, poiché privo di ogni dinamica e di ogni vita. Esso è il nulla, lo zero. L'Essere, prima determinazione dell'Uno, ossia di Colui che ha in sé la sorgente dell'Essere, è il primo vestimento della Potenza Creatrice ed è ciò per il quale gli esseri hanno l'Essere. Teologicamente l'$1$ simboleggia, quindi, il veramente Essente. È il primo Centro di gravità dello Spirito-Verità, che, perennemente, rinnova la sua manifestazione dell'Uomo e dell'Universo. Il grave pregiudizio di chi si accosti frettolosamente a formulazioni Shivaite della Metafisica Tradizionale consiste nel depotenziare il ruolo dell'Unità Divina, pensata in una fissità a-generatrice, quasi come un luogo di sole e semplici condizioni iniziali, che esaurisce in questa condizionalità la sua unica ragion d'essere, e nell'innalzare un preteso Sé, universalizzabile attraverso un passaggio al limite preparato da una catena ritualizzata di azioni e reazioni e