Il Nastro di Möbius e i Numeri Sacri

Focalizzandoci ora più sul polo della sostanza, tale passaggio meditativo richiede una piena consapevolezza dell'aumento dimensionale richiesto per eseguire tale operazione. Congiungiamo ogni punto $Q$ della superficie $N$, spazzata dal segmento nel suo movimento, con $O$, ossia con quel punto che possiamo chiamare il centro del nastro di Möbius. Ebbene, pur se inizialmente il verso di tali raggi convergenti in $O$ è centripeto e tale rimane se la meditazione è statica, non appena spostiamo uno di tali raggi facendo percorrere a $Q$, una volta sola, un cammino chiuso che lo riporta nel punto dal quale eravamo partiti, allora accade che tale raggio mostrerà un'orientazione invertita, pur essendo ancora applicato nella medesima posizione nella quale eravamo partiti. Il simbolo della Verità Perenne che non muta, l'origine, in contrasto con la variazione, addirittura con le vere e proprie inversioni cui vanno soggetti, a causa del loro movimento medesimo, tutti i punti della superficie $N$, esteriori, rispetto al Centro della vera Sovranità, non potrebbe esser simboleggiato in modo più essenziale. Il simbolo del nastro di Möbius ci mostra la Sovranità nella sua pienezza, che avvolge un vuoto. Il dispiegamento della funzione sovrana mostra una dualità che è naturalmente associata al suo esercizio e che ne causa continue, spesso rovinose, derive. Naturalmente tale dualità è associata anche a tutti quegli arcana imperii, tenebrosi e maligni il più delle volte, che deliziano la curiosità degli storici profani, e che sono associati all'aspetto non visibile del potere. Questa invisibilità non è colta pienamente nel simbolismo del nastro di Móbius che è di natura più essenziale. Il fatto che il Nastro di Möbius non sia una superficie che avvolga un'interiorità spaziale, quali sono, ad esempio i punti dello spazio circondati da una superficie sferica od anche i punti interni all'interno dell'anello, lo pone fra i simboli più adatti a cogliere la omnipresenza del vuoto generatore. È naturale qui ritornare alla meditazione precedente, nella quale abbiamo sperimentato che, spostando un vettore normale alla superficie $N$ e applicato in un punto di essa, è possibile spostare tale punto e solidalmente il vettore normale, lungo un cammino chiuso, rimanendo dunque sempre sulla superficie, in modo da ritornare nello stesso punto iniziale, ma con il vettore normale che punti nella direzione opposta. In termini matematici si dice che il nastro di Möbius è una superficie unilatera. In opposizione ad una superficie come la sfera o l'anello, le quali avvolgono un volume e alle quali è facilmente associabile una nozione di esterno e di interno, il nastro di Möbius elude tale distinzione. Questo aspetto, un poco disorientante della superficie di Möbius, è simbolo, in alto, del vuoto che ci avvolge, ma anche, in basso, di quella onnipervasività, assai ricercata, oggi più che mai, dagli uomini al servizio del principe di questo mondo.

Nel simbolismo dei Numeri, i tre numeri acromatici $0$, $1$ e $\infty$ hanno un posto speciale. Nessuno dei tre, tradizionalmente, è considerato propriamente un Numero. Lo $0$ rappresenta infatti l'assenza di Numero, mentre $1$ è il loro principio. $\infty$, viceversa, ha due accezioni: quella di infinito inteso come onnirealizzato ovvero come plenitudine delle potenze positivamente espresse e quella di infinito come indefinito. Lo Zero, l'Uno e l'Infinito sono simboli tipici della teologia apofatica o negativa, ovvero di quel modo di avvicinarsi a Dio per viam negationis attraverso l'affermazione dell'inconoscibilità dell'essenza divina e della sua trascendenza rispetto ad ogni possibile attributo intelligibile. Numeri e metafisica si incontrano spesso nella via di tipo catafatico, ovvero quella in cui le qualità vengono determinate e vengono affermate. Tuttavia, ogni conoscenza catafatica o positiva postula l'apofasi, ovvero un punto limite dove ci si deve arrestare, alla soglia dell'indicibile ed è esattamente nell'apertura verso l'indicibile che è razionalmente accettabile la superiorità del metodo simbolico rispetto a qualunque altra forma di speculazione metafisica. I simboli più utilizzati per indicare la soglia e che hanno in sé medesimi la potenza di determinare, essendo per natura liberi dai contenuti determinati, sono, nel simbolismo matematico, $0$, $1$ e $\infty$. La mancanza di contenuti propriamente determinati per questi simboli, ha spesso portato a confonderli fra di loro. La confusione è anche stata favorita.