Istinto Animale e Coscienza di Gruppo

già sviluppato prima di essere usato; qualcosa di immutato una volta sviluppato; di condiviso da tutti i membri di una specie; oppure qualcosa di adattato durante l'evoluzione; attribuibile ai geni; etc. Gli scienziati spesso invocano inconsapevolmente più di uno di questi significati in qualsiasi momento, e possono anche inconsapevolmente passare da un significato all'altro in un singolo articolo. Questa non è solo una questione di pigrizia. La torbidezza del termine riflette la reale confusione sull'argomento. E questo é certamente più che comprensibile considerata l'ampia gamma di fenomeni che ad esso sono ricondotti.

Il riflesso del gatto

Prendiamo, ad esempio, il classico riflesso di un gatto che ruota mentre cade per atterrare in piedi. Dopo aver determinato la caduta dall'alto visivamente o con il loro apparato vestibolare, i gatti riescono a torcersi e cadere in piedi con questi passaggi chiave:

  1. Piegarsi al centro in modo che la metà anteriore del loro corpo ruoti su un asse diverso da quello posteriore.
  2. Incastrare le gambe anteriori per ridurre il momento d'inerzia della metà anteriore del corpo ed estendere le gambe posteriori per aumentare il momento d'inerzia della metà posteriore del corpo in modo da poter ruotare la parte anteriore fino a $90°$ mentre la metà posteriore ruota nella direzione opposta fino a $10°$.
  3. Allungare le zampe anteriori e rimboccare le zampe posteriori in modo che possano ruotare di più la loro metà posteriore mentre la loro metà anteriore ruota nella direzione opposta di meno.
  4. A seconda della flessibilità del gatto e dell'eventuale momento angolare iniziale, il gatto potrebbe aver bisogno di eseguire ripetutamente i passi due e tre per completare una rotazione completa di $180°$.

In questo caso abbiamo parlato di riflesso adottando la terminologia contemporanea che vuole attribuire a tale fenomeno il nome di riflesso, intendendo con esso una reazione di feedback dell'organismo a uno stimolo semplice, laddove si assegnerebbe il nome di istinto a modelli complessi innati di comportamento che esistono nella maggior parte dei membri della specie e che coinvolgono la coscienza in una qualche sua forma.

La scelta di utilizzare il termine riflesso è rassicurante, ma abbastanza discutibile. Certamente la rapidità con cui i gatti eseguono tale movimento ha lasciato pensare naturalmente riflesso automatico simile al riflesso patellare che avviene quando vi viene battuto con un martelletto il ginocchio. Tuttavia è ben noto il fatto che un gatto decerebrato non mostra alcun riflesso di raddrizzamento, suggerendo che una funzione cerebrale superiore, forse persino la coscienza, è necessaria per il raddrizzamento del gatto. Si tratta quindi di un arco riflesso complesso, più simile al riflesso di ritiro del dolore che al riflesso del ginocchio.

Quale è dunque il problema? Molto semplicemente nel ritiro di un braccio o di una mano a causa di un dolore, il movimento da fare è quantomai semplice e naturale, mentre in questo caso il movimento eseguito dai felini sarebbe talmente complesso e articolato che per decine e decine di anni fisici del calibro di Maxwell si sono dedicati alla sua spiegazione senza successo. Più recentemente il problema è stato ripreso per aiutare gli astronauti a bilanciarsi nelle cadute libere. Ancora adesso la caduta dei gatti è studiata dalla robotica con prototipi che cercano di imitarne il meccanismo realizzati dal Georgia Institute of Technology e dalla Boston Dynamics.

Eppure, nonostante la difficoltà teorica e tecnica nell'esecuzione del movimento, tutti i gatti, seppure di differentissime razze, età e provenienza, compiono senza alcuna istruzione l'esatto articolatissimo, complesso e acrobatico movimento che gli permette di cadere in piedi. Chi ha insegnato ai gatti a cadere sempre in piedi? L'istinto o il riflesso, secondo le terminologie.

Chi insegna alle api la forma esagonale?

Ancora più interessante, dove l'istinto e il comportamento innato si contaminano con il comportamento appreso o acquisito è il caso della coscienza geometrica delle api. Già nel 1859 lo stesso Darwin in L'origine delle specie riconosce alle api il più meraviglioso degli istinti. Di fatti l'alveare è, a prima vista, una meraviglia dell'architettura. In tutte le specie conosciute di api da miele, la struttura dell'alveare è un foglio

Muller, H.; Weed, L. (1916) Notes on the falling reflex of cats. American Journal of Physiology-Legacy Content 1916 40:3, 373-379.