Evoluzione Umana e Riproduzione Cellulare
Il numero è considerevole, ma un'analisi più attenta evidenzia come il 98% di tali individui siano nati negli ultimi 10.000 anni ovvero quando il corpo umano aveva già le stesse caratteristiche attuali.
Anno | Popolazione | Nati da sempre |
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8000 a.C. | 5,000,000 | 1,137,789,769 |
1 d.C. | 300,000,000 | 47,163,122,125 |
1200 d.C. | 450,000,000 | 73,754,465,125 |
1850 d.C. | 1,265,000,000 | 93,754,639,100 |
1950 d.C. | 2,516,000,000 | 100,045,075,171 |
1995 d.C. | 5,760,000,000 | 105,472,380,171 |
2019 d.C. | 7,692,000,000 | 108,760,543,791 |
2050 d.C. | 9,854,000,000 | 113,107,187,799 |
Una statua del 9000 a.C. circa mostra un uomo con la forma umana moderna, così come teschi e scheletri di questo periodo. Sappiamo anche da documenti archeologici che gli uomini costruivano città intorno a questo periodo, in luoghi come Gerico. Sappiamo anche dalle pitture rupestri che qualcosa di simile agli umani moderni esisteva intorno al 30.000 a.C.
Qui arriviamo al paradosso: perché è avvenuta una macroevoluzione così drammatica in meno di 2 miliardi di vite, e nessuna macroevoluzione durante il periodo successivo in cui ci sono state presenti più di 100 miliardi di vite umane? Dobbiamo davvero pensare che l'evoluzione sia stata prodotta da una forza evolutiva che poi si sia presa una pausa oppure che si sia spostata altrove, come ad esempio nell'evoluzione tecnologica? Per quello che sappiamo non vi sarebbe stata alcuna macroevoluzione significativa negli ultimi 300.000, 12.000 generazioni e 110 miliardi di individui.
Perché le cellule si riproducono?
Un imbarazzante problema per la biologia contemporanea è costituito da una domanda fondamentale: perché le cellule si riproducono? È chiaro che le cellule si dividono per sostituire cellule vecchie, morte o danneggiate, o che le cellule si dividono perché un organismo possa crescere, o che le cellule si dividono perché un organismo possa riprodursi. Ma tutte queste sono tutte ragioni di livello superiore, e nessuna di esse è una ragione di basso livello.
Quello che non capiamo è: per quale motivo a livello cellulare le cellule si dovrebbero dividere in due? Considerando solo la cellula stessa, e non qualche scopo superiore, cosa porterebbe una cellula a riprodursi dividendosi in due?
Da un punto di vista evoluzionistico puramente egoista la riproduzione non ha troppo senso in quanto consisterebbe nel creare un potenziale competitore per la sopravvivenza, così per spiegare l'incongruenza dobbiamo ricorrere a una qualche necessità fisica che ne spieghi la ragione.
Se le cellule fossero solo dei piccoli blob non complicati, un po' come delle piccole bolle, allora il problema non si porrebbe. Una cellula potrebbe essere in grado di riprodursi abbastanza facilmente con una semplice collisione. Ma quello che succede nella riproduzione cellulare è gigantescamente più complicato. Le cellule sono così complicate che a volte sono paragonate a città, e gli organelli nelle cellule, come i mitocondri, i ribosomi e l'apparato di Golgi, sono a volte paragonati ai suoi edifici.
In alcune cellule ci sono milioni di ribosomi e migliaia di mitocondri. Eppure in ogni divisione cellulare la cellula costruisce una copia esatta di sè stessa, e con un errore bassissimo. Perché un lavoro così impegnativo debba essere messo in moto, è necessario un impulso direttivo poderoso e le ragioni di tale impulso non sembrano risiedere localmente nelle molecole stesse, ma sembrano derivare dall'organismo nel suo insieme.
Il problema, da un certo punto di vista può essere ricondotto a questo: Come può un mucchio di molecole, non importa quanto sofisticate, generare un comportamento spazialmente complesso su una scala che è molto più grande delle molecole stesse?
Il problema, se si è onesti intellettualmente, non può essere dismesso come fazioso o inutile; d'altra parte è evidente che la risposta a questo problema non richiederà alla scienza contemporanea l'introduzione di nuove tecnologie, quanto di nuovi elementi.