```html Key Insights on Organic vs Mechanical Evolution Theory

Evoluzione Organica vs Meccanica

quale, partendo da uno stadio evolutivo, passa ad un altro stadio evolutivo. Nei processi di mutazione precedenti il cambiamento investiva una nuova generazione di elementi dell'organismo lasciando intatta la precedente. In questo caso la mutazione investe lo stesso singolo elemento. Se, infine, la trasmutazione è operata dall'elemento stesso abbiamo l'autotrasmutazione. La selezione o giudizio Il passaggio da uno stadio evolutivo all'altro presuppone necessariamente una forma di selezione. Nelle teorie evoluzionistiche contemporanee si è dato molto risalto al concetto di risorse limitate che implicherebbe necessariamente una lotta o competizione per accedere a tali risorse e dunque a una forma di selezione naturale. Chiaramente la limitazione delle risorse sicché è una caratteristica presente solo in alcuni dei sistemi in evoluzione. Vi sono sistemi di evoluzione in cui la quantità di risorse non è rilevante, ma ove assistiamo comunque al concetto di selezione. Questo accade anche in stati superiori di esistenza e riguarda tutta l'evoluzione fisica quanto quella spirituale. Nel linguaggio tradizionale tale selezione passa sotto il nome di esame o prova che deve essere superata per permettere l'accesso allo stato superiore di esistenza e al nuovo ciclo evolutivo. Possiamo dire che se in una prima fase un naturale criterio di selezione è quello che risiede nella capacità dell'organismo di sfruttare le risorse presenti nell'ambiente circostante, e dunque di mettersi nelle condizioni migliori per operare un certo lavoro, il passaggio da un ciclo evolutivo all'altro presuppone l'essersi omologato a un modello, sulla base del quale avverrà il processo di selezione o giudizio. Difatti, la selezione, di qualsiasi tipo essa sia, a qualsiasi ciclo evolutivo appartenga e attraverso qualunque meccanismo sia operata, presuppone sempre un modello ideale che coincide anche con il fine del ciclo evolutivo in cui l'organismo è inserito. Caratteristiche dell'evoluzione organica Abbiamo detto che consideriamo organica una evoluzione se il principio evolutivo è definito internamente al sistema stesso, in contrapposizione al caso meccanico, in cui tale principio evolutivo è definito esternamente. Vogliamo specificare dicendo che questi sono più criteri funzionali per capire quando applicare i principi di una evoluzione organica piuttosto che definizioni rigorose. Tuttavia, questi criteri sono utili nell'analisi di vari sistemi in cui il tipo di evoluzione non è palese. Vediamo degli esempi per avvicinarci a questi concetti. Pensiamo a delle palle da biliardo che seguono l'evoluzione dinamica indotta dalle leggi della meccanica classica. Gli elementi del sistema non possono cambiare o agire sulle leggi della meccanica classica che regola le loro mutue interazioni, quelle con l'ambiente esterno e, di fatto, la loro evoluzione. Tali leggi sono un datum, fuori dal sistema, gerarchicamente superiori ad esso e per questo l'evoluzione di tale sistema è puramente meccanica. Adesso pensiamo a un individuo. Un individuo è certamente un sistema che definiremmo organico. Tuttavia, se analizziamo un individuo che cade da un palazzo sotto l'effetto della legge di gravità, questo rappresenta un sistema la cui evoluzione dinamica è certamente una evoluzione meccanica: l'interazione fra la forza di gravità messa in atto dalla Terra e la massa gravitazionale dell'individuo è definita esternamente al sistema stesso. Viceversa, pensiamo ora allo stesso individuo che deliberatamente sale i gradini di un palazzo di numerosi piani. In questo caso l'individuo può fermarsi, può sostare un tempo indeterminato, tornare indietro, etc. Egli può modificare il principio dell'evoluzione del sistema. In questo caso la nostra analisi, per essere corretta, non potrà prescindere dalle leggi dell'evoluzione organica. Se vogliamo prevedere l'evoluzione di questo sistema dobbiamo allora considerare nuovi fattori, che nel caso di un'evoluzione meccanica sono ininfluenti. In primo luogo, dobbiamo conoscere il fine dell'evoluzione, ovvero il motivo per cui l'individuo sta salendo i gradini. Il soggetto che stiamo considerando potrebbe voler raggiungere la propria casa che si trova al ventesimo piano, oppure quella di un amico che si trova al quinto piano, oppure sta semplicemente allenandosi salendo e scendendo i gradini di un palazzo in vista di un evento sportivo. In questo caso, come in ogni caso di un'evoluzione organica, il fine dell'evoluzione è cruciale nel determinare la traiettoria dell'evoluzione stessa: se non conosciamo il fine dell'individuo non possiamo prevedere se si fermerà al quinto o al ventesimo piano oppure se continuerà a salire e scendere per varie ore consecutive. Dopo aver considerato il fine, a questo punto dobbiamo considerare il metabolismo dell'individuo, la sua produzione energetica: improvvisamente diventa importante sapere se l'individuo ha mangiato oppure no, o comunque se ha energie sufficienti per...

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