La Società Perfetta: Evoluzione Spirituale e Struttura Sociale
Testo vogliamo domandarci se abbia senso definire una Società perfetta e quali siano le sue caratteristiche. In questo senso definiremo come Società perfetta una società il cui fine è allineato e favorisce la realizzazione del fine dei singoli individui ovvero ne favorisce l'evoluzione spirituale. Perché ciò diventi un fatto concreto, una società da una parte deve fornire i mezzi strumentali e le condizioni ecologiche adatte e migliori per poter compiere tale evoluzione, e, dall'altra, deve fornire un tempo sufficiente a ciascun individuo per poter effettivamente compiere il suo cammino spirituale. Per il primo compito è necessario un lavoro coordinato dei singoli perché la società stessa possa offrire i beni e i servizi necessari e migliori per facilitare l'evoluzione individuale; per il secondo deve impedire che tale processo produttivo ostacoli l'attuazione di tale evoluzione. Essendo l'attività umana tripartita in un'azione sociale, familiare e individuale, non è difficile determinare le proporzioni indicative che ciascuno dovrebbe dedicare a queste singole attività: idealmente un terzo della propria vita cosciente, dunque eliminando il riposo e i vincoli fisiologici della persona, dovrebbe essere dedicato a un lavoro a favore della collettività, un terzo alla vita familiare e un terzo alla propria cura individuale e spirituale. Squilibri in una tale divisione del proprio tempo personale portano generalmente a squilibri, insoddisfazioni e psicomoti. A questo punto possiamo domandarci se è possibile realizzare una struttura o organizzazione sociale perfetta al fine della realizzazione dell'evoluzione umana. Purtroppo, al momento, siamo costretti a considerare tale realizzazione a livello globale chiaramente utopistica, sebbene possa essere realistica a livello locale. Come abbiamo già detto, il centro e la base di ogni società risiede nell'idea di sacrificio. L'individuo sacrifica delle libertà al fine della realizzazione di un ideale superiore non immediato per il quale è disposto a compiere un lavoro, a dedicare le proprie energie o investire i propri possedimenti. Una società perfetta presuppone fra tutti i suoi aderenti una concordia perfetta nell'ideale da raggiungere e un sacrificio perfetto del proprio egoismo. Difatti, l'ostacolo fondamentale che rende utopistica ogni forma di società ideale è il rapporto egoistico nei confronti degli altri. Finché gli altri saranno una limitazione alla propria espressione, un ostacolo alla propria realizzazione, nessuna società ideale sarà mai possibile. E l'altro sarà sempre un ostacolo fintanto che non siamo concordi nell'obiettivo da raggiungere. In un contesto di comunione degli obiettivi, l'altro non è più un ostacolo alla propria espressione o affermazione, ma diventa una risorsa. Il passaggio del prossimo da ostacolo a risorsa è totalmente dipendente dalla comunione degli obiettivi e dunque dalla concordia dei due. Noi crediamo che l'autocoscienza e l'autoconsapevolezza dell'Uomo spirituale porterà progressivamente gli individui a una comunione di intenti e di obiettivi e a comprendere un altro tipo di relazione superiore con il prossimo, una relazione in cui gli altri non sono limitazioni dell'Io ma sue estensioni. Queste sono le condizioni di accesso a una qualsiasi società perfetta: il sacrificio delle energie individuali per la realizzazione di un ideale comune e l'aiuto di colui che è a noi prossimo in questo ideale. Bisogna dire che tali condizioni non sono nuove dato che sono ben conosciute in molte dottrine e comunità religiose fra cui non ultima quella cristiana per cui l'accesso al Regno di Dio è vincolato dai due comandamenti: uno di amore totale verso l'Ideale e l'altro di amore verso il prossimo ovvero "Ama Iddio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutto il tuo cuore. Ama il prossimo tuo come te stesso" (espresso in Deut. 6:4; Lev. 19:18; Mt. 22:35; Mc. 12,28; Lc. 10:25; Gv. 13:31). Date queste premesse, è evidente che al centro di una supposta società dobbiamo porre l'Ideale sul quale tale Società si fonda e che, per i nostri fini, utilizzando l'impostazione teocratica di Solovyov[6], chiameremo Dio ovvero l'Assoluto o Bene Supremo, il fine ultimo di ogni evoluzione. Da questo ideale centrale, seguendo il modello di Saint Yves D'Alveydre[68] e in armonia con la struttura Trinitaria Divino-Umana, considereremo una struttura Sociale Trinitaria fondata su un'azione sinarckica di tre Corpi direttivi espressione dei tre poteri e tre ministeri: governare, insegnare e santificare [53]. Secondo l'indagine teandrica di Solovyov e Palamidessi, Iddio è Onnipotenza, Onniscienza e Onniamore e l'Uomo può partecipare di queste sue qualità nella sua individualità rigenerata formata da Spirito, Anima e Eros[53]. Nell'Uomo superiore Iddio governa con la sua Onnipotenza, insegna con la sua Onniscienza e santifica con la sua Onnipresenza o Onniamore[54]. In armonia con questa struttura spirituale umano-divina anche la direzione della