Evoluzione Cosmica ed Entropia Universale
I processi fisici tendono ad aumentare. Questo dato non è privo di significato: l'energia deve diffondersi per dare alle creature la possibilità di una evoluzione. Dalla Fonte della Vita, l'energia si diffonde alle creature attraverso una scala gerarchicamente organizzata che agisce come un immenso diffusore di energia. Come nel caso di un inspiro vitale l'ossigeno deve diffondersi in tutti gli alveoli per vitalizzare il sangue, così, in questa fase dell'evoluzione dell'Universo, l'impulso universale diffonde e disperde l'energia perché attraversi progressivamente le varie scale gerarchiche del Raggio della Creazione vitalizzando tutte le creature. Progressivamente l'onda di energia-vita-coscienza si diffonde da grado a grado della scala cosmica uniformando le strutture che in essa si trovano. Le osservazioni astronomiche mostrano l'Universo come un fluido omogeneo e isotropo su scale di grandezza superiori a $10^9$ anni luce. A queste scale di grandezza la materia visibile è osservata omogenea e isotropicamente distribuita per meno di 1 parte su 100.000. Se l'inspiro universale, con la sua azione uniformante, ha raggiunto le scale dei super ammassi galattici, non è ancora arrivato a rendere impossibile la vita su scala galattica, stellare o planetaria. Quando l'azione entropica con la sua onda avrà diffuso e uniformato l'energia anche su queste scale, avremo concluso l'inspiro universale e l'Universo sarà pronto ad una seconda fase non più entropica, ma sintropica ovvero di espiro. L'Energia tenderà dunque a concentrarsi, l'Universo ad aggregarsi e l'entropia ad abbassarsi. Il calore assorbito dallo spazio si ritrasformerà in lavoro. La vita sarà ritirata dalle creature presenti che saranno svuotate di essa. Nessuna evoluzione delle creature sarà possibile perché l'azione divina ritirerà la propria vita in sé. Sarà l'espiro universale, la nuova gestazione dell'Universo. Questa fase di gestazione porterà l'Universo ad abbassare la propria entropia fino a un livello simile a quello che abbiamo constatato dovesse avere nei primi istanti della sua nascita, e allora sarà pronto per un nuovo ciclo evolutivo. Il fine dell'universo - Nelle analisi teoriche precedenti abbiamo determinato quanto sia importante in una evoluzione organica, più che le condizioni iniziali, il fine di suddetta evoluzione. Parlando dell'evoluzione organica dell'Universo diventa dunque necessario identificare quale sia il fine dell'Universo stesso. Per identificare il fine dell'Universo dobbiamo dirigere chiaramente la nostra attenzione verso quei fenomeni che, nell'evoluzione universale, hanno un carattere sintropico. Infatti non è lecito prendere come fine o scopo dell'Universo la fine dell'Universo fisico. Abbiamo già visto come in questa fase ogni processo universale abbia un'azione complessiva entropica, ovvero di dispersione dell'energia libera. È apparentemente logico, dunque, pensare che il fine dell'Universo possa essere l'equilibrio termico e una totale dispersione dell'energia libera che può essere trasformata in lavoro. Tuttavia, come il fine dell'uovo non è il guscio vuoto quando il pulcino è uscito ma è il pulcino stesso, così il fine dell'uovo cosmico, cioè dell'Universo, non è l'Universo inerme al momento di un supposto equilibrio termico, ma è ciò che in esso si è sviluppato e che da esso è uscito. Nel caso di un uovo per comprenderne il fine dobbiamo osservare e concentrarci su quei processi che al suo interno sono a carattere sintropico. Allo stesso modo, nell'Universo dobbiamo focalizzarci su quei processi di evoluzione stellare, planetaria, biologica e umana che sappiamo essere soggetti a processi sintropici e ad un sicuro processo di evoluzione organica. La vita delle galassie - Abbiamo già detto che a grandi scale, dell'ordine dei 300Mpc, l'intero Universo appare uniforme: un'indefinita popolazione di stelle organizzate in immense Galassie, inanellate come perle in un'intricata rete cosmica di filamenti e grandi vuoti. Miriadi di stelle, in numero comparabile a quello delle cellule di un corpo umano, si strutturano prima in Galassie, poi in ammassi ed eventualmente in superammassi galattici. Questi superammassi sono teoricamente le prime immense strutture gerarchiche che incontriamo nell'osservazione dell'Universo. I confini di queste strutture non sono facilmente delineati, ma si è speculato che la nostra Galassia, con il nostro Gruppo Locale, faccia parte di un immenso superammasso chiamato Laniakea, che comprende sia il superammasso della Vergine che il Grande Attrattore del Sagittario. La nostra Galassia, la Via Lattea, appartiene a una delle estremità di questa immensa struttura filamentosa dalla massa di circa $10^{17}M_{\odot}$ che appare come separandosi da un'altra massa filamentosa che è il superammasso di Perseo-Pegaso. Questi superammassi non sono tuttavia legati da forze gravitazionali che ne impediscano in modo evidente la disgregazione e dispersione. Può darsi che altre forze al momento sconosciute vincolino le strutture filamentari attuali a rimanere coordinate e legate fra di loro.