L'Ultima Cena e le Realtà Graaliche: Analisi del Sacrificio di Cristo

di Dio. In queste parole si nota il riferimento al sacrificio del Cristo sulla croce che sarebbe avvenuto il giorno seguente; parole simili vengono usate da Matteo 26,26: "Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro per ciò che di salvabile esiste nell'Umanità; in ogni istante e fino alla fine del mondo; realizzando la riunione delle tre realtà graaliche: la coppa dell'Ultima Cena, la croce del Golgotha e l'altare dell'Eucaristia. L'ultima cena con gli Apostoli, la morte per croce sul Golgotha e infine la celebrazione eucaristica sull'altare della Chiesa sono tre realtà analoghe, perché espressioni diverse dello stesso rito sacrificale eseguito con le stesse specie del corpo e del sangue di Gesù Cristo. Indipendentemente dai dettagli ritualistici, che sono vincolati dalla Disciplina dell'Arcano, possiamo analizzarne la funzione e il senso. Con l'Ultima Cena il Cristo si unisce agli Apostoli, rendendoli partecipi della sua vita. Loro, dicendo: 'Bevetene tutti (πάντες), perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti (πολλῶν), in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio'. Il sangue è contemporaneamente il veicolo della vita, in questo caso divina, ma è anche il luogo in cui si percepisce l'anima, in questo caso del Messia. Il sangue può essere reso veicolo di una presenza, ed è questa presenza che il Cristo trasmette nell'Ultima Cena agli Apostoli. Così, in virtù del sacrificio dell'Ultima Cena, operato "per voi", il Cristo dice agli undici dopo la Risurrezione: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'Era (τοῦ αἰῶνος)". Al sacrificio per i pochi, ovvero gli Apostoli e i Discepoli, si unisce il sacrificio per i molti o tutti, attraverso la croce sul Golgotha. Qui l'azione di Gesù Cristo ha un effetto trasmutante collettivo sull'Umanità e sulla Terra in generale. Ci si può chiedere come l'azione spirituale di un singolo possa avere un impatto così immenso operando una discontinuità nell'evoluzione dell'intera Umanità. Un'analogia naturale, a nostro avviso esplicativa, può essere riscontrata nell'evoluzione stellare e nella formazione di una supernova. Quando una stella esegue la completa trasmutazione nucleare degli elementi di cui è costituita, passando attraverso $6$ bruciamenti o combustioni, allora attraverso il rapidissimo collasso di essa si sprigiona un'onda di energia radiante capace di oscurare a volte un'intera Galassia formata da migliaia di miliardi di stelle. A questo impulso di luce ed energia si associa la diffusione nell'intera Galassia di metalli seminali che costituiranno la base per una nuova generazione stellare.