Cicli di Evoluzione Spirituale: Nascita, Sviluppo e Declino dei Popoli

equivalenti Nomi, l'intelligenza o guida ispiratrice del popolo ebraico. Nascita. Il seme riceve le cure della terra e dell'acqua, è curato nell'oscurità in attesa di sbocciare. Così un popolo è guidato e purificato di generazione in generazione, secondo il processo di gestazione che porta il seme a far marcire la scorza. Tale processo si esaurisce con la nascita del Germoglio o ovvero il capostipite della pianta, colui che è la prima espressione completa e esteriorizzata delle forze spirituali contenute nel seme. Il Germoglio è la prima espressione visibile del seme e come tale dovrà crescere quantitativamente. Su di esso hanno modo di agire forze più virili e costruttive che quelle femminili e generative come nella fase precedente. Sul Germoglio di un Popolo si polarizzano delle forze carismatiche, giovanili e costruttive, tipiche dell'entusiasmo che permetteranno al Popolo di estendersi e svilupparsi, finché non si raggiunga il culmine o maturità. Culmine e declino. Arriviamo così al culmine dello sviluppo di un Popolo. Questa fase rappresenta il massimo sviluppo ottenibile date le condizioni ecologiche precedenti. In questa fase o il seme realizza il frutto voluto e innestato nella semina del Fondatore del popolo oppure questo non viene realizzato. Dato che non è più possibile nessun altro sviluppo ulteriore date le attuali condizioni ecologiche, un prolungamento dello sviluppo nelle forme attuali sarebbe inutile e controproducente. Ciò che è stato possibile raggiungere con questi mezzi è stato già raggiunto e ciò che non è stato raggiunto non può essere raggiunto in questo modo. A questo punto le forme antiche devono essere distrutte per preparare un nuovo ciclo con nuove forme e con nuovi mezzi. Entrano così in gioco le forze di avvizzimento e invecchiamento, di rigidità formale e di logoramento che portano al declino e alla morte spirituale del popolo che viene qui separato dalla sua Anima. Ciò che ne resta è solo un Golem spirituale, una appartenenza formale fatta di vuoti precetti senz'anima. L'inerzia e l'abitudine segnano l'appartenenza degli individui al singolo popolo. Ciò che ne resta viene successivamente attaccato dalle forze disgreganti e della discordia che portano alle continue separazioni e alla marcizione definitiva, creando un substrato adatto per un nuovo ciclo. Il mondo dopo l'ultimo diluvio. L'esperienza mostra che le forme e le modalità che sono utili e costruttive nello sviluppo di un ciclo evolutivo, sono di ostacolo oppure dannose nel ciclo successivo. Così, ad esempio, un gioco infantile che può essere di aiuto allo sviluppo motorio di un bambino, è inutile per lo sviluppo motorio di un adolescente; o le ribellioni adolescenziali, utili per la formazione della personalità di un giovane, possono risultare ridicole o addirittura dannose per un individuo nella sua maturità. Lo stesso avviene per l'Umanità, per cui strumenti e processi utili per la formazione o il raggiungimento di determinati obiettivi per un ciclo di sviluppo, sono di ostacolo o addirittura residui dannosi nel ciclo seguente e vengono perciò nascosti all'individuo che non manifesta una saggezza sufficiente per poterli supportare. Come gli uomini, pur portandone addosso i segni fisici e psichici, non ricordano le proprie vite passate, se non per barlumi, reminiscenze o frammenti più o meno chiari; l'Umanità periodicamente perde la conoscenza della sua Storia, che gli rimane preclusa oltre un certo intervallo temporale. Se è comune confondere l'evoluzione dell'Uomo con l'evoluzione biologica del corpo umano, è altrettanto difficile fornire una data che permetta di determinare il momento storico che ne segni l'effettiva comparsa. Per questo ne considereremo un evento specifico e particolarmente significativo.