in precedenza. La stella in questione era, a tutti gli effetti, una stella nuova. L'idea di una stella nuova, cozzava contro gran parte delle conoscenze che si ritenevano all'epoca come consolidate. Il sistema aristotelico infatti presupponeva un cielo immutabile e a questa visione si univa quella dei teologi che postulavano la cessazione dell'atto creativo divino avvenuta nel settimo giorno della Genesi. Tycho Brahe rimase così sorpreso e affascinato dal fenomeno che decise di interrompere i propri studi alchemici per dedicarsi quasi interamente agli studi astronomici, che avevano costituito una sua vecchia, seppur proibita passione. Dopo più di diciotto mesi di continue osservazioni del fenomeno celeste tramite uno strumento da lui stesso costruito, Tycho Brahe riuscì a determinare la totale assenza di un angolo di parallasse fra la stella nova e la costellazione di Cassiopea. La mancanza di ogni angolo di parallasse posizionava il fenomeno celeste molto lontano dalla Terra e sicuramente oltre il cielo della Luna prima del quale sarebbe dovuta avvenire l'infiammazione dell'esalazione che costituiva la spiegazione aristotelica del fenomeno. Secondo Aristotele infatti, fenomeni celesti di questo tipo dovevano ascriversi a delle esalazioni terrestri secche che raggiungevano la sfera del fuoco infiammandosi. L'assenza totale di spostamento nel corso del tempo rispetto al fondo stellato, escludeva, almeno in questo caso, la spiegazione aristotelica. Nel 1573 Tycho Brahe procedette nella stesura del suo De Nova Stella, presentando alla comunità scientifica i suoi risultati. È difficile stimare correttamente l'importanza di questo scritto e l'impatto che questo genere di fenomeni celesti ebbero sulla comunità scientifica. Sebbene Tycho Brahe non tragga nel suo De Nova Stella le conclusioni delle sue osservazioni che invaliderebbero il sistema tolemaico, tuttavia per la prima volta l'osservazione astronomica viene usata come strumento critico capace di confermare o inficiare sperimentalmente dottrine o concezioni metafisiche. Sebbene fenomeni simili fossero già avvenuti in passato infatti, nessuno aveva attribuito loro un valore capace di inficiare o negare sostanzialmente la teoria aristotelica. In pratica l'osservazione astronomica come strumento sperimentale per la conferma o la critica di teorie o sistemi metafisici era un fatto essenzialmente inedito per l'epoca e destinato tuttavia ad avere molta fortuna.
24.2 Uraniborg
Tycho Brahe era un personaggio estremamente bizzarro e contemporaneamente carismatico. Originario della Danimarca, più precisamente del castello prossimo a quello indicato da Shakespeare per il suo dramma Amleto, Tycho Brahe ebbe una passione per l'astrologia fin da piccolo e che tuttavia fu costretto a coltivare di nascosto dal padre che lo voleva istruire alle scienze umanistiche. Decisamente energico ed appassionato perse il naso in un duello natalizio con un giovane parente Manderup Parsbjerg nel 1566 e fu costretto per il resto della vita a portare una protesi composta di oro e argento. Dopo la pubblicazione del suo lavoro sulla "nuova stella" seguita da una diffusione delle sue idee in vari ambiti universitari, convinse il re danese Federico II a farsi dare in dono un'intera isola su cui erigere un castello interamente dedicato all'osservazione stellare. Fin dalla giovinezza, precisamente dalle prime osservazioni della cometa del 1572, Tycho Brahe si era reso infatti conto che era possibile guadagnare qualche ordine di grandezza nella precisione delle osservazioni semplicemente costruendo strumenti di dimensioni più grandi dell'ordinario. Fece così costruire per Uraniborg degli strumenti di osservazione enormi i quali, uniti a delle innovazioni concettuali rivoluzionarie operate dallo stesso Brahe portarono ad un miglioramento notevole nella precisione delle osservazioni. Tycho Brahe infatti studia l'errore dei vari strumenti, formalizza per la prima volta i problemi di rifrazione atmosferica e infine decide di osservare i pianeti non solo in certi momenti ben definiti del loro cammino, ma durante tutto il loro percorso nell'orbita, illuminandone così le irregolarità del tragitto. La variazione di velocità dei pianeti e i dati quantitativi che portarono Keplero a formulare l'ipotesi sull'eccentricità delle orbite si devono proprio al cambio di impostazione nelle osservazioni operato da Tycho Brahe a Uraniborg. Il progetto di Uraniborg era immenso, ambizioso e costoso, tuttavia la sua realizzazione anche se solo parziale messa in atto dai finanziamenti di Rodolfo II costituì il trampolino di lancio per il successivo salto nello sviluppo delle concezioni astronomiche del tempo.
24.3 Le Tavole Rudolfine
Una delle fondamentali critiche che Pico della Mirandola aveva rivolto all'astrologia divinatrice era proprio relativa all'incertezza nelle effemeridi planetarie che portava secondo Pico della Mirandola a risultati incoerenti. La vita di Tycho Brahe, in un certo qual modo, fu interamente dedicata a risolvere questo problema relativo all'astrologia giudiziaria. All'epoca infatti esistevano due tipologie di tavole astronomiche: le
Pruteniche e le
Alfonsine. Le Pruteniche erano calcolate da Reinhold nel 1551 prendendo come teoria di base per i suoi calcoli il sistema Copernicano, viceversa le tavole Alfonsine, risalenti ad Alfonso X di Castiglia che nel 1252 ne commissionò la stesura, erano basate sul sistema Tolemaico. Tycho Brahe era rimasto insoddisfatto da entrambe e generalmente per gli oroscopi importanti, come quelli dei reali della famiglia Danese, combinava i due sistemi usando le tavole Alfonsine derivate dal sistema Tolemaico per i pianeti esterni, mentre quelle Pruteniche secondo la teoria Copernicana per quelli interni. Già in questi oroscopi della famiglia reale danese si può intravedere quella che sarà l'idea del sistema Tychonico, una via di mezzo fra il sistema Copernicano e quello Tolemaico in cui i pianeti esterni seguono la teoria Tolemaica, ma quelli interni ed in particolare Mercurio seguono la teoria Copernicana. A questi due sistemi comunque, Tycho Brahe aggiungeva sempre delle proprie osservazioni personali segno della sua insoddisfazione per entrambi questi sistemi. Tycho Brahe morì senza vedere stesa la compilazione delle tavole alle quali lavorò tutta la vita e che furono portate a termine dal suo apprendista, Keplero, il quale una ventina di anni dopo riuscì a risolvere l'annoso problema del moto di Marte. Nel 1627 vengono così pubblicate le tavole Rudolfine basate sulle osservazioni di Tycho Brahe e sui calcoli di Keplero e che costituirono la base per una nuova fondazione dell'astronomia.