Astrologia e Astronomia nel Rinascimento: dall'Astrologia Giudiziaria all'Eliocentrismo
Le pubblicazioni di astrologia giudiziaria infatti, non si interrompono con l'uscita della bolla, ma i principali autori, come ad esempio il Giuntini da Firenze, provengono dalle file della Chiesa, assicurando così una visione ecclesiastica del discorso. La bolla viene confermata nel 1586 e successivamente in maniera definitiva nel 1631 da Urbano VIII la cui bolla, unita all'inasprimento dei controlli, alle restrizioni sulle pubblicazioni e all'eliminazione delle cattedre universitarie di astrologia, portò ad un tracollo quasi totale dell'astrologia giudiziaria. Da un punto di vista concettuale tuttavia, pur essendo a più riprese criticata, l'astrologia giudiziaria svolgeva un ruolo insostituibile nella coesione fra diverse branche del sapere e della conoscenza astronomica-astrologica. Proprio l'astrologia giudiziaria infatti manteneva unite due branche altrimenti antitetiche quali l'astrologica magico-filosofica e l'astronomia osservativa. Il conoscere l'esatta posizione dei pianeti e la redazione di accurate effemeridi e tavole di calcole era infatti di cruciale importanza proprio per nell'astrologia giudiziaria nella quale dottrine filosofiche e influssi magici erano uniti a rigidi calcoli matematici ed osservazioni celesti. Una volta avvenuto il crollo dell'astrologia giudiziaria e proibito gran parte dei discorsi nelle opere di astrologia, le due branche, fino ad allora unite dell'astrologia filosofica e dell'astronomia scientifica, si separarono in modo sempre più accentuato. Da una parte l'astrologia filosofica divenne sempre più astratta, meno operativo e sempre più improntata verso l'interiorità dell'individuo, dall'altra, viceversa l'astronomia divenne sempre più esteriorizzata, fondata su dati osservativi e sperimentali sapendo trovare in sé stessa una nuova autonomia e nuove finalità indipendenti dalle altre discipline. L'Astrologia continua in Inghilterra con John Dee. Lontana dalle persecuzioni dell'Inquisizione, nell'Anglicana Inghilterra infatti l'Astrologia non solo poté continuare, ma ebbe dei veri e propri "giorni felici". In cinque anni, dal 1640 al 1645, compaiono diverse centinaia di giornali a stampa di contenuto astrologico e mentre nel 1640 si contavano solo 22 nuove pubblicazioni di stampo astrologico, nel 1642 la quota saliva improvvisamente a 1966. In questo contesto il personaggio più importante e rinomato per le sue predizioni fu William Lilly, universalmente considerato il padre dell'astrologia britannica. Le sue accurate predizioni gli valsero una notevole fama. Copernico e l'Eliocentrismo. I sette assiomi preliminari del Commentariolus: 1. Non vi è un unico centro per tutte le orbite celesti. 2. Il centro della Terra non è il centro dell'universo, ma soltanto il centro [di attrazione] dei corpi pesanti e dell'orbita lunare. 3. Tutte le orbite circondano il Sole, che si trova, per così dire, nel mezzo di tutte, poiché il centro del mondo è vicino al Sole. 4. Il rapporto tra la distanza tra il Sole e la Terra e l'altezza del firmamento, è minore del rapporto tra il raggio della Terra e la distanza del Sole dalla Terra, in tal guisa che la distanza del Sole dalla Terra è insensibile [piccolissima] rispetto all'altezza del firmamento. 5. Ogni moto che paia appartenere al firmamento non trae origine da esso ma dalla Terra. Perciò la Terra, con gli elementi nelle sue vicinanze, compie una completa rotazione attorno ai suoi poli fissi, mentre il firmamento, o ultimo cielo, permane immoto. 6. I moti che ci sembrano propri del Sole, non traggono origine da esso, ma dalla Terra e dalla nostra orbita [terrestre], con la quale noi ci rivolgiamo attorno al Sole, come ogni altro pianeta. Di conseguenza la Terra è trasportata secondo diversi moti. 7. I moti retrogradi e diretti che ci appaiono per i pianeti, non sono da loro causati, ma dalla Terra. Il solo moto della Terra è sufficiente a spiegare una gran messe di irregolarità nei cieli. Eliocentrismo e Astrologia. Uno tra i primi e più importanti avvocati delle teorie copernicane fu John Dee il quale dichiara che il lavoro di Copernico di restaurare il moto degli astri è stato divino. Non c'è alcuna contraddizione, i più grandi eliocentristi erano astrologi, come afferma Keplero l'astrologo non si deve preoccupare di come si calcola la posizione dei pianeti. Occorre dare una risposta anche al dubbio se sia il cielo o la terra a muoversi? Tale dubbio non rende sospetta l'Astrologia perché non la riguarda. È infatti sufficiente che l'astrologo veda come i raggi luminosi ora vengano da oriente poi da mezzogiorno, infine da occidente per poi scomparire [...] A che pro chiede l'astrologo, o piuttosto la natura sublunare, come tutto ciò accada? In verità è come per il contadino, che non si chiede come arrivino l'estate e l'inverno, e tuttavia si regola in base ad essi. Tuttavia la doppia impostazione (tolemaica per l'astrologia) e eliocentrica per l'astronomia favorì la distinzione e separazione fra le due discipline. Reazioni a Copernico. Il sistema di Copernico aveva tanti e gravi problemi concettuali: 1. sperimentale: obiettivamente il sole si muove 2. se la terra si muoveva questa doveva spostarsi rispetto alla sfera delle stelle fisse, eppure non c'era spostamento la sfera delle stelle fisse doveva dunque essere immensa 3. come mai se la terra ruota attorno al sole tutte le cose non sono trascinate verso occidente? Reinhold calcolò le tavole Pruteniche a Tubingen nel 1551 che si contrapposero a quelle precedenti Alfonsine. Gli Strumenti di Tycho Brahe. Se da una parte l'attenzione dell'astrologia si sposta verso una dimensione di carattere interiore e ogni sua applicazione pratica e giudiziaria è ostacolata, l'astronomia d'altrocanto si trova a dover perdere essensialmente la sua principale ragione di esistere e a doversi dunque reinventare. In questo contesto fu importante l'azione di due astronomi-astrologi estremamente importanti nella storia della scienza: Tycho Brahe e Johannes Kepler. La Nuova Stella. In una splendida sera di Novembre del 1572, Tycho Brahe, uscendo dal laboratorio alchemico dello zio, incrociò con lo sguardo una stella nel cielo che non solo era più brillante di tutti gli altri oggetti celesti presenti dopo la Luna e Venere, ma che per giunta non corrispondeva a nulla che fosse mai stato osservato.