Magia Naturale e Qabbalah: L'Evoluzione dell'Astrologia e Astronomia

suo grado la potenza, se pure il primo autore lo vorrà. [15] Libro II Capitolo LX Magia naturale e Qabbalah Anche Agrippa dunque, al pari di Paracelso, usa sigilli numerici relativi ai singoli pianeti, tuttavia a differenza di quest'ultimo integra queste pratiche e queste dottrine con la speculazione qabbalistica probabilmente mutuata dall'Abate Tritemio. La Qabbalah si rivela lo strumento perfetto per permettere all'individuo di andare oltre i semplici influssi astrali e raggiungere le intelligenze celesti stesse che corrispondono ai pianeti, ma che non sono i pianeti essendo realtà spirituali gerarchicamente superiori. Tramite la lingua ebraica e i segni celesti da essa mutuata l'uomo può innalzarsi e stabilire un contatto non più con gli effetti, ovvero gli influssi celesti, ma direttamente con le cause, ovvero le intelligenze che li hanno causati. L'astrologia magica diventa così non più uno strumento utile esclusivamente all'ottenere beni materiali o alla guarigione del corpo, ma una disciplina utile al conseguimento di beni spirituali per la guarigione dell'anima. Questa nuova visione dell'Astrologia esplicitata dall'Agrippa verrà ripresa e precisata dagli autori successivi, che porteranno sempre di più ad una spiritualizzazione e interiorizzazione dell'astrologia che fino a quel momento aveva avuto un carattere prevalentemente materiale e finalizzato ad ottenere e ricevere influenze e beni di carattere materiale. 93 94 Parte IV L'Alba della Scienza e la Struttura dell'Universo 95 Capitolo 21 UNA VISIONE D'INSIEME: Astrologia e Astronomia Nei capitoli precedenti abbiamo visto come l'astrologia sia passata attraverso varie fasi di sviluppo che l'hanno prima portata dall'essere una scienza sacra e prettamente ieratica a diventare una scienza popolare, fatalista e superstiziosa. Successivamente abbiamo visto come l'attenzione verso la centralità dell'individuo nell'umanesimo ne abbia favorito lo sviluppo filosofico, magico e ascetico contrapponendosi nettamente all'uso divinatorio osteggiato da un folto numero di intellettuali facenti capo alle disputazioni di Pico della Mirandola e di Savonarola. In questa parte del nostro lavoro invece vogliamo approfondire le tematiche, in parte già accennate che portarono quella che all'epoca era considerata un'unica scienza degli astri a dividersi in due parti fondamentali e essenzialmente indipendenti: l'astronomia e l'astrologia. La separazione fra queste due discipline deve essere intesa in modo molto sottile e delicato per evitare di commettere numerosi anacronismi. Per evitare fraintendimenti è bene specificare infatti che fin dal primo medioevo una distinzione nominale fra l'astrologia e l'astronomia già esisteva. Già in Clemente di Alessandria si assiste a questa prima divisione fra astronomia e astrologia, che viene poi ripresa da Isidoro da Siviglia e in generale, dopo di lui da numerosi altri autori medievali. La necessità di tutti questi autori era comunque quella di distinguere e separare un aspetto nobile e speculativo da un aspetto degradato e popolare della pratica astrologica-astronomica. Poi comunque con il passare del tempo e lo sviluppo della pratica astronomica, naturalmente queste discipline si sono separate, mantenendo tuttavia sempre una stretta interdipendenza. In linea generale l'astronomia ha sempre ricoperto un ruolo funzionale ad altre discipline come l'astrologia, la nautica, la medicina, l'agricultura e la meteorologia senza avere mai un suo ruolo autonomo ed indipendente. All'astronomia manca in effetti una finalità propria che le permetta di emanciparsi e costituirsi a vera e propria scienza indipendente da ogni altra disciplina. Viceversa vedremo che in questo periodo storico avvengono una serie di processi che portano da una parte ad un vero e proprio crollo dell'astrologia giudiziaria e contemporaneamente alla separazione fra un'astrologia che diventa sempre più filosofica e meno divinatoria e un'astronomia che trova un fondamento epistemologico per la sua esistenza e indipendenza. La Rivoluzione Copernicana spesso la Rivoluzione Copernicana viene additata come una delle possibili responsabili dell'abbandono della pratica Astrologica che ha una visuale geocentrica e si era sviluppata con l'impostazione del geocentrismo tolemaico. Sebbene un'impostazione geocentrica fosse richiesta dalla pratica astrologica per calcolare la risultante degli influssi sulla terra, mentre a partire da dopo Keplero e Newton un'impostazione eliocentrica fosse richiesta per portare avanti i modelli astronomici, tuttavia solo nella cultura popolare e posteriore alla seconda metà del XVII secolo si può rintracciare un antagonismo fra eliocentrismo e geocentrismo come un antagonismo fra pro e contro l'astrologia. I più grandi fautori e sostenitori del modello Copernicano non hanno infatti mai trovato alcuna dissonanza o antinomia fra questo modello e la pratica astrologica. A partire da Retico stesso che pose nella sua Narratio Prima, l'anteprima del De rivolutionibus di Copernico, una serie di considerazioni astrologiche e numerologiche, per arrivare a Keplero e Galilei i due principali sostenitori e propugnatori del sistema Copernicano i quali hanno anche dedicato un ampio spazio della loro vita prima e dopo la conversione all'eliocentrismo Copernicano allo studio dell'Astrologia, senza mai trovarvi alcuna contraddizione con questo. In particolare Galileo stesso rassicura un vecchio allievo, il monsignor Piero Dini, sul fatto che la validità dell'astrologia non viene inficiata dal passaggio da un sistema geocentrico ad uno eliocentrico. La Rivoluzione Copernicana dunque se può essere considerato un coadiuvante e un elemento catalizzante, non può essere considerato il vero motore del processo che ha portato a questa rivoluzione interna alla base della scienza degli astri. Paradossalmente la rivoluzione copernicana fu uno degli elementi che pesarono a favore dell'astrologia in quanto la chiesa in un secondo momento sopportò alcuni scritti astrologici solo perchè forieri di un sistema tolemaico che voleva difendere. Il Metodo Sperimentale Non fu neanche quello, il crollo dell'astrologia giudiziaria non avvenne per un crollo dovuto ad una serie di esperimenti falliti. Per ogni predizione fallita ce ne erano altrettante giuste. E una predizione avverata valeva quanto se non più di tutte le altre contraddette. La comparsa di nuovi strumenti Vedremo che in realtà è stata proprio originata da esigenze di carattere astrologico, anche perchè all'epoca non è che ci fosse un altro motivo