Tritemio e Paracelso: Astrologia Terrestre e Corrispondenze Ermetiche
dottori, fino al presente, non hanno dato assenso a queste asserzioni che io non garantisco ma che soltanto sottometto alla Vostra Santissima Maestà.[52] Questi stessi arcangeli nominati nel De Septem Secundeis, vengono poi trattati nel terzo libro della Steganografia, dove calcoli astrologici vengono usati per calcolare i tempi dell'evocazione degli spiriti e per nascondere le chiave di alcuni messaggi cifrati. Il genere di astrologia delineata dall'Abate Tritemio è dunque un genere di astrologia nuovo, testimone di una visione prettamente magica e filosofica dell'astrologia che ha poco se non nulla di giudiziario. Questo genere di tematiche influenzeranno fortemente l'Agrippa, anche lui appassionato di Ermetismo, e che, attratto dalla fama che l'abate Tritemio aveva richiamato attorno al suo nome si recò a trovarlo a Warzburg una volta che questi ebbe lasciato Sponheim per una insubordinazione dei monaci scontenti dell'ascetismo troppo rigido imposto dall'abate.
L'Astronomia terrestre
Un altro aspetto dell'abate Tritemio che ebbe una notevole influenza nella speculazione futura fu la sua spinta nell'evidenziare i rapporti fra Alchimia e Astrologia. L'idea dell'Alchimia come un'astrologia terrestre era un'idea abbastanza diffusa in ambito alchemico, ma acquistò un poderoso sviluppo ad opera della traduzione e commento che l'abate Tritemio fece della Tavola di Smeraldo Ermetica.[53][54]
Ciò che è superiore è simile a ciò che è inferiore e ciò che è inferiore è simile a ciò che è superiore, cosicchè possano essere ottenuti molti miracoli da una cosa.
Queste riflessioni furono colte e approfondite da un altro discepolo famoso dell'abate Tritemio, appassionato di Alchimia e Spagiria, destinato a diventare uno dei più famosi medici e alchimisti della storia: Teofrasto Paracelso.
Le Corrispondenze di Paracelso
L'astrologia terrestre dell'abate Trithemius fu uno dei punti di forza fondamentali di uno tra i più grandi medici e alchimisti dell'antichità Teofrasto Paracelso.
La vita quotidiana di un alchimista
La vita di Paracelso è una summa così perfetta di genialità, contraddizioni e irrequietezza, che un abile narratore romantico non avrebbe saputo pensare di meglio. Osannato dopo la morte e avversato in vita l'abate Lenglet du Fresnoy ne riassume perfettamente l'icona con un aforisma: "mai uomo ebbe tanti nemici e fu tanto criticato, mai uomo ebbe tanti seguaci e fu tanto ammirato".
Lo schema generale della vita di Paracelso è infatti abilmente sintetizzato dal suo più grande studioso contemporaneo Walter Pagel il quale la riporta in una catena tipica di eventi:
Paracelso arriva. La sua fama gli procura immediatamente vasta udienza. Ottiene una guarigione là dove altri avevano fallito. Trova amici influenti e gli vengono addirittura affidate cariche e pubbliche responsabilità. Dopo un breve periodo, tuttavia, cade in disgrazia agli occhi delle autorità, dei colleghi, dei discepoli e anche di quelli che gli erano stati amici. Per evitare la prigionia o la morte è costretto a partire in segreto e improvvisamente facendosi confiscare i beni.[61]
La vita quotidiana di Paracelso è amabilmente descritta da Johannes Oporinus, suo collaboratore e discepolo, spesso schernito e beffato da Paracelso e che, dopo la morte ne fa una descrizione biografica come un uomo pieno di contraddizioni straordinarie:
Giorno e notte, in quei due anni in cui ho vissuto con lui, tanto era dedito all'ubriachezza che non lo si sarebbe potuto vedere sobrio per più di un'ora o due [...] nondimeno proprio quando era ubriaco oltre ogni limite, ritornato a casa, soleva dettarmi qualcosa della sua filosofia ed era tutto così meravigliosamente coerente che un sobrio non avrebbe potuto fare di meglio.[64, 87]
Il rapporto fra Paracelso e Oporinus era quanto mai caratteristico considerando le sveglie di soprassalto di Paracelso che fecero più volte temere Oporinus per la sua incolumità e le volte in cui il medico provava sull'assistente i suoi preparati:
Una volta con le sue decozioni, quasi arrivò a estinguere il mio spirito vitale quando, avendomi ordinato di osservare certi vapori che ascendevano nel suo alambicco e indotto ad avvicinarmi ad esso fino a toccarlo con il naso, sollevò un poco il vetro che gli stava sopra e fece in modo che quei vapori virulenti mi invadessero le narici. Io ne fui quasi soffocato, caddi nel deliquio ed ebbi bisogno che mi si gettasse addosso una non mediocre quantità d'acqua per rinvenire.[87]
In materia di religione e filosofia inoltre aveva delle idee molto precise e ben formate tanto da credere, secondo le parole di Oporinus che:
Nessuno di quelli che avevano scritto intorno alle Sacre Scritture, sia antichi sia moderni, ne aveva colto il vero nucleo, essendosi tutti fermati alla scorza e superficie esterna. [...] Minacciava che un giorno avrebbe messo in riga Lutero e il Papa come già aveva fatto con Galeno e Ippocrate.
Paracelso è uno tra i più lampanti sintomi di questo mutamento alle basi dell'astrologia che la porterà a diventare sempre di più verso una astrosofia. Paracelso rigetterà in gran parte la pratica astrologica dell'epoca, non facendo nemmeno un oroscopo di astrologia giudiziaria. Eppure nel suo sistema medico e alchemico l'astrologia risulta essere una delle colonne fondamentali, sia come chiave interpretativa delle corrispondenze naturali, sia come elemento cruciale nella determinazione dei tempi di somministrazione delle sostanze.
Interessato all'arte della trasmutazione fin dalla più tenera infanzia, Paracelso, nato in Svizzera nel 1493, fu istruito prima dal padre Wilhelmus of Hohenheim che -come ebbe a dire lui stesso- "non lo abbandonò mai" e poi da quattro vescovi e un abate. L'abate in questione era appunto l'abate Tritemio di Sponheim.