Johannes Trithemius e la Steganographia: Erudizione Medievale e Intelligenze Angeliche
Libanius[86]. L'identità di Libanius e di Pelagio di Maiorca non è ancora affatto chiarita, nonostante in alcune lettere Tritemio suggerisca per Libanius l'identità di Ferdinando da Cordoba per poi ritrattarla altrove. A proposito della sua discendenza magica Tritemio stesso dirà in una sua lettera: Venne da me a Sponheim di Francia, un certo Libanius Gallus, uomo famoso per la sua erudizione e non meno venerabile per la sua fede cristiana e la santità dei suoi costumi, attratto dalla mia fama, come diceva. Aveva vissuto per qualche tempo nell'isola di Maiorca con quel monaco eremita Pelagio, di cui ereditò, alla sua morte tutti i suoi libri. Aveva appreso da lui numerosi misteri della filosofia, della fede cristiana, della natura degli spiriti buoni e malvagi, dei segreti della natura e di molte cose ancora, che non sono diffuse nelle scuole degli uomini del nostro tempo. Questo Libanius, uomo dottissimo in tutto, vedendo le mie disposizioni di spirito, e rallegrandosi del mio instancabile amore per lo studio mi diceva: Ho cercato e ho trovato che è cosa degna studiare quello che con grande fatica abbiamo potuto capire degli insegnamenti di pelagio e poi del Conte Pico della Mirandola e di molti altri. Comunque sia di ritorno verso casa della madre da Heidelberg nel febbraio del 1482, Johann assieme ad un anonimo amico furono sorpresi da una tempesta di neve nei pressi di Bockneau che li costrinse a fare ritorno presso il monastero benedettino di St. Martin di Sponheim. Qui Johann, interpretando la tempesta di neve come un segno divino prese i voti un'anno più tardi. Poco tempo dopo, neanche un'anno più tardi, il vecchio Abate morì lasciando a capo dell'abbazia e di duecento monaci il giovane Johann. Questo, avente una innata passione per lo studio e la bibliofilia costituì una grande biblioteca radunante più di duemila volumi in varie lingue, dal Greco, all'Ebraico al Latino. Non si può enfatizzare abbastanza la passione per lo studio che caratterizzò l'abate Tritemio, il quale riunì nella sua abbazia libri di ogni genere, facendola diventare un centro culturale importante e noto in Germania. Quando ancora era in vita l'Abate Tritemio era chiamato "Pansophiae splendor magnus" proprio per la sua poliedrica ed eclettica cultura. Un esempio di quanto tenesse in considerazione lo studio può essere rappresentato dalla sua massima sulla magia: Lo studio porta alla conoscenza, ma la conoscenza da luce all'amore, l'amore alla giovialità, la giovialità alla comunità, la comunità alla forza, la forza al valore, il valore alla potenza e la potenza fa i miracoli. Questa è la sola strada per la realizzazione dell'obiettivo magico, sia divino che naturale. Fra i vari volumi raccolti nella biblioteca di Sponheim ve ne era uno dedicato allo studio delle note tironiane, una serie di segni tachigrafici significatori di parole e a volte intere frasi che furono catalogati da Tirone per stenografare rapidamente i discorsi di Cicerone. Lo studio di questi segni grafici permise a Tritemio di riportare alla luce il testo originale di una serie di manoscritti antichi e di rituali di cui si era persa la chiave. In questo periodo comunica all'amico Bostius l'avvenuta redazione di un suo libro, la Steganographia, destinato a diventare famoso e contenente tante e meravigliose cose da sorprendere il mondo. Nella lettera che -paradossalmente- fu intercettata e pubblicata a causa della morte del destinatario, l'abate Tritemio dichiarava l'avvenuta stesura del lavoro in quattro volumi di almeno 100 capitoli ciascuno. Nel primo libro di questo lavoro sarebbero state presenti più di cento tipologie di scritture segrete. Nel secondo, sarebbe stato evidenziato un modo per comunicare i pensieri tramite l'uso del fuoco a distanza di centinaia di miglia senza bisogno di parole, scritti o segni. Il terzo libro avrebbe insegnato un metodo tramite cui una persona non istruita avrebbe potuto imparare Latino, Greco e ogni altro linguaggio così perfettamente da essere compreso dai dotti, e infine: Il quarto libro contiene molte cose stupende, sebbene puramente naturali: ovvero io posso esprimere il mio pensiero a qualcun altro mentre mangio o stando a seduto o camminando, senza alcuna parola, segno e molte altre cose che non possono essere discusse in pubblico. La pubblicazione inaspettata della lettera, creò un certo scalpore e attirò su Tritemio l'accusa praticare una forma illecita di magia, cosicché l'abate rinunciò alla pubblicazione della sua Steganographia originale del 1499, smembrandolo in vari trattati, alcuni dei quali diede alle stampe nel 1508, come nel caso della Poligraphia e del De Septem Secundeis, mentre il nucleo fondamentale del libro, rimase in veste privata fino alla prima pubblicazione del 1606. Questo trattato dell'abate Tritemio ricoprirà in futuro una certa rilevanza. In questo trattato infatti l'abate Tritemio esprime una dottrina dei cicli planetari speciale per la quale le intelligenze celesti che corrispondono ai pianeti operano un'influenza ciclica sul mondo e sui periodi storici. La dottrina dell'abate Tritemio si ispira concettualmente alla dottrina delle shemittot della mistica ebraica, per la quale ogni era o shemittah è retta da una particolare sefirah di costruzione. Poiché ad ogni sefirah corrispondeva nelle varie rielaborazioni rinascimentali una particolare intelligenza angelica retta da un Arcangelo, l'abate Tritemio fa corrispondere questi cicli periodici al governo di uno dei sette Arcangeli fondamentali. Ciascuno di questi Arcangeli dunque si fa sentire per un periodo di $354$ anni e $4$ mesi, ovvero un numero di anni pari al valore ghematrico della parola ebraica shemittah. Saggissimo Cesare, il mondo inferiore, creato ed organizzato da una Intelligenza Prima, che è Dio, è governato da Intelligenze Seconde. Ciò secondo la scienza dei Magi che dice che all'origine del cielo e della terra sette spiriti furono preposti ai Sette Pianeti. Ciascuno degli Spiriti regge a turno ed a rotazione l'universo per un periodo di $354$ anni e quattro mesi.