Early Christian Views on Astrology - Church Fathers' Perspectives on Stars and Divine Will
due discipline. 35 future e passate" Clemente Alessandrino, Estratto 54 Anche Clemente Alessandrino assegna agli astri una funzione non di causa ma di signifcatori. Tuttavia in questo brano di Clemente Alessandrino il pensiero di questi Padri risulta più esplicito: gli astri sono in relazione a precisi angeli o intelligenze celesti. Su questa stessa linea si inserisce Origene nel Contra Celso e nel De Principiis quando riprendendo la posizione di Filone d'Alessandria assegna agli astri un corpo materiale al pari di una realtà spirituale. Agli astri dunque corrispondono esseri razionali possessori di libero arbitrio e "illuminati dalla luce da Scienza tramite quella Sapienza che è il riflesso della Luce Eterna"². Dunque sia secondo Origene che secondo Clemente Alessandrino ai corpi celesti corrispondono spiriti angelici che sono in relazione con i pianeti materiali come lo spirito degli uomini con il corpo fisico. Questa posizione di Origene è spesso stata trovata in contrasto con la precedente espressa nel Commentario alla Genesi poichè gli Angeli sono gli esecutori della volontà divina sulla terra pertanto questa dottrina evidenzierebbe un nesso causale fra astri ed eventi terrestri. In realtà, alla luce del precedente brano di Clemente Alessandrino, le due apparentemente distinte posizioni di Origene possono essere conciliate. In questo passo infatti, Clemente Alessandrino, al pari di Origene nega decisamente, che gli astri possano causare ogni attività in quanto gli astri sono dei "corpi spirituali sotto il vigile governo degli angeli", sarebbero questi ultimi -cioè gli angeli- gli esecutori della volontà divina. Pertanto l'osservazione degli astri può fornire un'indicazione su questa volontà ma non può essere ritenuta la causa di essa che invece risiede su un piano superiore. La distinzione operata dai due esegeti non è faziosa in un tempo in cui l' astrolatria era diffusa e per combattere la quale era necessario affermare la distinzione netta fra volontà divina ,intelligenza angelica che, dotata di libero arbitrio, esegue la volontà divina e corpo celeste che invece è il semplice significatore dell'azione angelica operata. Posizioni simili vengono riportate proprio da Clemente Alessandrino negli Excerpta ex Theodoto in cui l'heimarmene o fato è una commistione di forze innumerevoli, agenti in modo a volte concorde e a volte contrario, rispecchiate dai movimenti delle stelle. I 12 segni dello Zodiaco e le sette stelle che li seguono sorgono ora in congiunzione ora in opposizione [...] Ma sia le stelle che le potenze sono di diverso tipo: alcuni sono benefici, alcuni malefici, alcuni destri, altri sinistri [...] Da questo contrasto e da questa battaglia delle potenze ci salva il Signore e ci dà pace dalla battaglia degli angeli e delle potenze, in cui alcuni combattono per noi altri contro di noi.³ Anche nella posizione di Teodoto riportata da Clemente d'Alessandria comunque l'astrologia ha un valore relativo e non assoluto. Il Battesimo, inteso come risveglio dell'Io portatore di una piena e profonda conoscenza individuale, possiede secondo le dottrine cristiane un contenuto trascendente gerarchicamente superiore agli astri e capace dunque di spezzare il circolo naturale del destino con la conseguente conquista del libero arbitrio. Fino al battesimo il Destino è reale, ma dopo il battesimo dunque gli astrologi non hanno più ragione. Ma non è solo il lavaggio a liberare ma la conoscenza di chi eravamo, di chi siamo diventati, di dove eravamo o dove eravamo piazzati, a che cosa tendiamo e da che cosa siamo liberati, la conoscenza di cosa è la nascita e di cosa è la rinascita.⁴ A parte questi rari frammenti, che permettono di ricostruire parzialmente il pensiero della scuola catechetica alessandrina in merito all'astrologia, è inutile negare un evidente silenzio almeno parziale da parte di Origene e Clemente d'Alessandria riguardo delle dottrine astrologiche. Rispetto ad altri Padri della Chiesa come Tertulliano o sant'Agostino. In Origene e Clemente Alessandrino le tesi astrologiche non vengono mai completamente negate, né tuttavia pienamente confermate. Probabilmente il problema dell' astrolatria e quello della negazione del libero arbitrio che Origene rintraccia in numerose dottrine astrologiche⁵e che si sforza di combattere con tutti i suoi mezzi, rappresentano dei rischi troppo grossi per esporsi impunemente riguardo a queste dottrine. Molto diversa invece è la posizione di sant'Agostino. Sant'Agostino infatti si è dedicato in giovinezza all'astrologia manichea come dichiara nelle Confessioni. Di tali astrologi Agostino denuncia la negazione della salvezza e il cieco fatalismo usato come scusa e riparo per i propri vizi: Dono di salvezza, costoro si sforzano di distruggerlo interamente dicendo: "Dal cielo ti viene la causa inevitabile del peccato" e: "È opera di Venere", oppure di Saturno, oppure di Marte. Evidentemente mirano con ciò a rendere senza colpa l'uomo, che è carne e sangue e superbo marciume, e colpevole il creatore e regolatore del cielo e degli astri.⁶ Successivamente nella Città di Dio sant'Agostino si dedica a un lungo attacco nei confronti dell'Astrologia che tuttavia, come fa notare il Thorndike[1], sembra fallire nei suoi punti chiave. Sant'Agostino infatti non nega mai l'influenza che gli astri possono avere sull'uomo ma invece si concentra su dettagli secondari nel tentativo di una dimostrazione per assurdo che alla fine non sembra riuscire di portare a termine in modo convincente. Agostino inizia proponendo il caso che lo convinse ad abbandonare gli studi astrologici di due individui nati lo stesso giorno e nella stessa ora, ma dalle sorti molto distinte. Successivamente si domanda perchè l'influenza dei pianeti non debba estendersi anche sugli animali e sugli oggetti inanimati. Ma se questa si dovesse estendere sugli animali e gli oggetti inanimati un astrologo dovrebbe poter distinguere il destino di un animale rispetto a quello di un uomo. Infine il discorso si conclude affermando che se gli astrologi compiono tante e belle previsioni è per via dell'aiuto di certi demoni e non per la lettura delle stelle. In linea generale dunque la critica di Agostino nei confronti dell'Astrologia non è forte e, come vedremo, non solo non