I Sabei di Harran e l'Astrologia Islamica: Da al-Kindi ad Abu Ma'shar

suggerì di adottare il nome di Sabei. Il popolo dei Sabei era infatti nominato nel Corano a più riprese come popolo degno di stima e rispetto:

In verità coloro che credono, siano essi Giudei, Cristiani o Sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell'Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti. Corano 2:62

Poiché all'epoca non si aveva ben chiaro chi fossero i Sabei, il popolo di Harran decise di prendere questo nome e costituirsi davanti al califfo come popolo protetto dal Corano. Essi adottarono come profeta Ermete Trismegisto identificandolo con Enoch, il profeta asceso attraverso i cieli e che nell'islamismo era accettato con il nome di Idris, e dichiararono il Corpus Hermeticum come loro libro sacro. Il racconto di Ibn al-Nadim si conclude positivamente con il riconoscimento da parte delle autorità musulmane del popolo di Harran.

La storia in questione è molto importante perché testimonia che questo popolo aveva un forte interesse verso le dottrine ermetiche. Questa città è importante perché oltre al fatto che proprio per il loro culto vennero fuori da qui un grande numero di astronomi, come Thebit ben Qurrà o altri. Ad Harran dunque il neoplatonismo dell'Accademia Platonica dismessa e l'Ermetismo alessandrino si unirono ad un culto locale fortemente astrologizzato e fatto risalire direttamente al tempo di Abramo.

In cosa consistessero le dottrine di Harran purtroppo non è dato saperlo se non con riferimenti tradizionali visto che i dettagli maggiori ci vengono da al-Dimishqi dopo una lunga e buia decadenza che l'aveva fatta cadere nell'oblio. È noto tuttavia che ad Harran vi fossero cinque templi dedicati rispettivamente alla Causa Prima, al Primo Intelletto, al Governatore del Mondo, della Forma e dell'Anima. Inoltre vi erano altri sette templi ciascuno interamente dedicato a uno dei sette pianeti.

Il ruolo di questa comunità su al-Kindi fu abbastanza rilevante tanto da spingere un discepolo, Sarakshi, a scrivere un libro sulla comunità e non è da scartare l'ipotesi che nel suo De Radiis siano proprio le dottrine dei sabei di Harran ad essere sottese.

al-Kindi e Abu Ma'shar

Fra gli astrologi del califfato Abbaside tre furono sicuramente i più rilevanti per la cultura europea del XII e XIII secolo: Mashallah, al-Kindi e Abu Ma'shar. I tre astrologi furono conosciuti nell'Europa medievale con il nome dei "Tre Giudici" laddove il "giudice" era l'astrologo, capace di trarre il giudizio decretato dagli astri. Il solo appellativo di "Tre Giudici" rende conto dell'approccio fatalista con il quale questi autori Arabi furono accolti dagli studiosi europei.

L'idea della necessità degli astri nell'impostazione astrologica araba è un'idea estremamente diffusa e che generalmente può essere accettata, tuttavia il caso di al-Kindi sembra molto più complesso e articolato. Infatti al-Kindi fu autore anche di uno dei libri di astrologia magica più diffusi e come vedremo l'idea, proprio, della magia è proprio contrapposta all'idea del fatalismo. Nell'ottica fatalista l'uomo è succube delle forze planetarie. Come vedremo la prossima volta invece alla base della magia vi è l'idea di potersi inserire nella rete di connessioni causali fra volontà e pianeta.

Ora è bene sapere che la stella ed il segno dominanti nell'armonia celeste all'inizio di qualsiasi operazione volontaria, presiedono a quell'operazione fino alla sua fine. Per cui se sono propizi proteggono quell'azione dagli ostacoli. Se invece sono ostili l'avversano. E poiché ogni stella ed ogni segno ha i propri nomi e caratteri conformi a sé in potenza ed effetto, com'è già stato detto, all'inizio di qualsiasi opera volontaria è necessario che siano pronunciati i nomi. Se essi sono concordanti con la stella o il segno, conducono naturalmente l'azione a buon fine, ma se discordano la guastano. E, similmente, la formazione di emblemi all'inizio di qualsiasi opera volontaria è utile a liberarla dagli ostacoli o ad opporre, a seconda che concordino o discordino dalle stelle dominanti e dai segni.[...] Perciò è chiaro che preghiere, scongiuri ed invocazioni compiute attraverso suoni significativi a parere degli uomini, con volontà e desiderio, all'inizio di qualsiasi opera volontaria, giovano alla direzione di questa azione. De Radiis, X

Il fatalismo dunque di al-Kindi è solo apparente: le correnti astrali planetarie non sono le uniche correnti contemplate da al-Kindi e le radiazioni astrali possono in realtà essere prodotte, avvallate e avversate dalla volontà umana e da alcuni accorgimenti che egli elenca nel suo trattato. La posizione di al-Kindi sembra tutt'altro che fatalista, nell'ottica di al-Kindi, la causalità è reciproca, vale a dire gli astri influenzano l'uomo e l'uomo influenza gli astri, da questa duplice e reciproca influenza ne deriva l'armonia celeste dalla quale tutto avviene per necessità.

Tutt'altro discorso sembra quello relativo al discepolo di al-Kindi, Abu Ma'shar che appare notevolmente più fatalista, almeno nelle traduzioni europee che ci sono arrivate:

Quando i pianeti attraverso i loro moti avranno indicato che una cosa non sarà, sarà impossibile che essa sia. E quando i pianeti attraverso i loro moti avranno indicato allo stesso modo ed egualmente l'effetto di una cosa, nell'ora dell'indicazione, quell'effetto si verificherà necessariamente.[...] E così come i pianeti indicano il possibile e la scelta, che è propria dell'uomo, allo stesso modo indicano che l'uomo non sceglie se non ciò che i pianeti hanno significato.

La Conquista del Libero Arbitrio

Diffusione degli Arabi in Europa

A partire dal X secolo le conoscenze arabe cominciano a diffondersi anche se timidamente in Europa, ne è una testimonianza la richiesta di Gerberto di Aurillac, il futuro papa Silvestro II, a Lupito di Barcellona affinché gli spedisse il trattato astrologico da lui tradotto. All'inizio del XII secolo cominciano a circolare le prime copie delle tavole astronomiche e di alcuni scritti astrologici arabi, primo fra tutto l'Introduzione all'Astrologia di Abu Ma'sar tradotto da Adelardo di Bath. In questo periodo il Rinascimento del XII secolo...