Atteggiamenti Cristiani e Medievali verso l'Astrologia: Da Agostino alla Semplificazione Medievale
potenze ci salva il Signore e ci dà pace dalla battaglia degli angeli e delle potenze, in cui alcuni combattono per noi altri contro di noi. naturali scritte a vantaggio della nautica, dell'agricoltura, della medicina. Concilio di Trento con la delibera del 4 dicembre 1563 CLEMENTE ALESSANDRINO e ss. Il Battesimo, inteso come risveglio dell'Io portatore di una piena e profonda conoscenza individuale, possiede secondo le dottrine cristiane un contenuto trascendente gerarchicamente superiore agli astri e capace dunque di spezzare il circolo naturale del destino con la conseguente conquista del libero arbitrio. Fino al battesimo il Destino è reale, ma dopo il battesimo dunque gli astrologi non hanno più ragione. Ma non è solo il lavaggio a liberare ma la conoscenza di chi eravamo, di chi siamo diventati, di dove eravamo o dove eravamo piazzati, a che cosa tendiamo e da che cosa siamo liberati, la conoscenza di cosa è la nascita e di cosa è la rinascita. A parte questi rari frammenti, che permettono di ricostruire parzialmente il pensiero della scuola catechetica alessandrina in merito all'astrologia, è inutile negare un evidente silenzio almeno parziale da parte di Origene e Clemente d'Alessandria riguardo delle dottrine astrologiche. Rispetto ad altri Padri della Chiesa come Tertulliano o sant'Agostino. Qui le tesi astrologiche non vengono mai completamente negate, né tuttavia pienamente confermate. Probabilmente il problema dell'astrolatria e quello della negazione del libero arbitrio che Origene rintraccia in numerose dottrine astrologiche e che si sforza di combattere con tutti i suoi mezzi, rappresentano dei rischi troppo grossi per esporsi impunemente riguardo a queste dottrine. **Tertulliano e sant'Agostino** Molto diversa da Origene e Clemente Alessandrino è la posizione di sant'Agostino. Sant'Agostino è stato infatti si è dedicato in giovinezza all'astrologia manichea come dichiara nelle Confessioni. Di tali astrologi Agostino denuncia la negazione della salvazione e il cieco fatalismo usato come scusa e riparo per i propri vizi: "Dono di salvezza, costoro si sforzano di distruggerlo interamente dicendo: 'Dal cielo ti viene la causa inevitabile del peccato' e: 'È opera di Venere', oppure di Saturno, oppure di Marte. Evidentemente mirano con ciò a rendere senza colpa l'uomo, che è carne e sangue e superbo marciume, e colpevole il creatore e regolatore del cielo e degli astri." Successivamente nella Città di Dio sant'Agostino si dedica ad un lungo attacco nei confronti dell'Astrologia che tuttavia come fa notare il Thorndike fallisce nei suoi punti chiave. Sant'Agostino infatti non nega mai l'influenza che gli astri possono avere sull'uomo ma invece si concentra su dettagli secondari nel tentativo di una dimostrazione per assurdo che alla fine non sembra riuscire di portare a termine in modo convincente. Sant'Agostino comincia infatti nel proporre il caso che lo convinse ad abbandonare gli studi astrologici di due individui nati lo stesso giorno e nella stessa ora, ma dalle sorti molto distinte. Successivamente si domanda perché l'influenza dei pianeti non debba estendersi anche sugli animali e sugli oggetti inanimati. Ma se questa si estende sugli oggetti e le cose inanimate un astrologo dovrebbe poter distinguere il destino di un animale rispetto a quello di un uomo. Infine finisce il discorso concludendo che se gli astrologi compiono tante e belle previsioni è per via dell'aiuto di certi demoni e non per la lettura delle stelle. Infine sant'Agostino lascia insoluto il problema sulla natura delle stelle affermando la sua ignoranza sulla relazione che possa passare fra queste e i Principati, le Potenze e le Dominazioni nominate da San Paolo nella sua Epistola. In linea generale dunque la critica di Agostino nei confronti dell'Astrologia non è forte e, come vedremo, non solo non impedirà alla speculazione medievale di continuare a coltivare la disciplina, ma anzi per certi versi si dimostrerà quasi controproducente dando l'idea della disciplina astrologica come di una disciplina valida anche se non pienamente lecita. Questa opinione dell'astrologia fa sì che i grandi trattati astrologici circolino in modo assai limitato e poco diffuso perché ufficialmente è una pratica illecita, mentre in modo sotterraneo continua ad essere praticata in modo sempre meno istruito. **Le Ombre Medievali** Succede così che a parte tre o quattro eruditi nell'arco di cinquecento anni, come Boezio, Isidoro da Siviglia, Beda il venerabile l'astrologia si imbarbarisce a tal punto che spariscono persino i segni zodiacali. Il destino della persona dipende dal giorno della settimana in cui è nato. Previsioni sull'interno anno vengono così tratte semplicemente dal giorno della settimana con cui questo comincia. Ad esempio leggiamo in un manoscritto del X secolo: "Se le calende di Gennaio cadono nel Giorno del Signore, allora l'inverno sarà buono, equilibrato e tiepido, la primavera ventosa e l'estate secca. Buono il raccolto, cresce il cotone; il miele abbondante; i vecchi moriranno e pace sarà fatta" Similmente altre previsioni vengono tratte dal giorno in cui vengono uditi i tuoni, o dallo spirare del vento nel giorno di natale. Auspici sulla natività dei bambini sono tratti semplicemente dal giorno della settimana in cui sono nati e ponendo come dominante planetaria del bambino il pianeta vigente il giorno della loro nascita. Eventualmente, sistemi più raffinati, prendono in considerazione se l'ora di nascita è diurna o notturna. In questo periodo fioriscono i *Lunari*, una serie di scritti in cui si forniscono pronostici semplicemente in considerazione dalla fase lunare in cui è avvenuta la nascita o la malattia. Questa specie di astrologia medica incredibilmente semplificata viene spessa unita a numeri divinatori tratti dalle lettere del nome di nascita per fornire in una suddivisione binaria pronostici di vita o pronostici di morte. Una *Sphera* attribuita a San...