Il Processo di Creazione delle Icone Ortodosse: Arte Sacra e Trasformazione della Coscienza
All'inizio il punto cruciale è questo: • Come abbiamo visto in varie conferenze precedenti la nostra coscienza è solo la punta e la manifestazione visibile dell'iceberg delle nostre produzioni psichiche. Noi però siamo la somma di tutte le nostre produzioni psichiche e come vedremo la possibilità di costruire un corpo risiede proprio nella capacità di andare ad agire su queste forze trasformarle e sublimarle. • Esperienza della Balena: Uomo con presenza di cristo discende nella profondità della coscienza e a contatto con queste forze le trasmuta e le cambia • I colori hanno tutta una serie di azioni e di ripercussioni non solo mentali, ma anche emotive fino appunto a tradursi in modificazioni fisiche e fisiologiche (come dimostra la cromoterapia) per cui rappresentano una buona chiave per agire in tutti i processi inconsci più reconditi. • Per questo sono un buon veicolo per andare ad agire nella profondità della coscienza. A causa di questa identità e analogia fra colori che vediamo e colori divini, in varie tradizioni si è proceduto operando una tipologia di ascesi incentrata sulla Pittura iconografica. L'idea alla base del processo quale era? 1. Periodo di ritiro dal mondo 2. L'asceta stabiliva il più possibile un rapporto o una relazione fra lui e l'icona il più forte possibile per cui reperiva il legno, la costruiva lui, addirittura assieme alla caseina che serviva per fare il substrato su cui dipingevano alcuni asceti russi ci metteva delle gocce del proprio siero. Proprio per stabilire questo legame fra loro e l'icona. Dal momento in cui viene stabilito questo legame è molto importante perchè l'azione che viene compiuta sull'icona dall'asceta e dal sacerdote in realtà è un'azione che viene compiuta sulla coscienza dell'asceta. L'icona in questa fase è come se fosse le ossa la parte più profonda dell'asceta 3. Poi l'icona veniva benedetta e purificata assieme ai colori secondo una liturgia che è descritta in questi quaderni. 4. L'Asceta dove a meditare e respirare i colori orientandosi secondo una precisa direzione cardinale e visualizzando il colore apposito concentrandosi e immergendosi nella virtù divina corrispondente. Quando si sentiva tutt'uno con la virtù divina e sentiva che gli scorreva nelle vene allora iniziava a dipingere. E dipingendo sulla tavola dipingeva dentro di lui e cambiavano le forze presenti nella sua coscienza colorandosi dei colori benedetti in precedenza. 5. Alla fine dell'icona poi all'alba di domenica si procedeva con una speciale liturgia di modo che il primo raggio di sole dell'alba illuminasse l'icona e il sacerdote procedesse con la benedizione. Ecco una descrizione fatta da un monaco ortodosso del processo di realizzazione di una icona 61. La tavola vergine fu portata sull'altare, purificata dal rito, caricata di energia e per questo gli officianti stesero le mani sopra il legno invocando lo Spirito Santo. Poi, incensandola dai quattro lati, la deposero sull'altare con la superficie da pitturare rivolta in alto e vi posarono il calice per iniziare la Messa. In questa occasione, i sacerdoti chiesero più volte che la Vergine SS. ed il celeste Figlio, scendessero nella tavola o la traessero a loro. 62. L'altare era cubico; gli officianti vi stavano attorno. Il pane eucaristico fu inciso in modo da ricavare da esso un cubetto da transustanziare. 63. Da 40 giorni ero stato sottoposto a penitenza, preghiera, esercizi ascetici e alternati digiuni per mettermi nelle condizioni migliori o di grazia per ricevere la virginea tavola sulla quale avrei dipinto la Madonna con il Bambino. Un anziano monaco mi portava ogni sera un infuso di erbe che lui diceva « spiritualizzanti »; al mattino un altro monaco biondo, piuttosto giovane, mi dava una tazza di un altro infuso di piante aromatiche che mi dovevano predisporre alla profezia. Il sapore di quelle bevande era gustoso, ma troppo caldo. 64. Per la cerimonia mi fu messo un manto azzurro, ed il sacerdote mi consegnò la tavola che tenni rivolta verso gli altri, leggermente inclinata in modo che la superficie convessa fosse rivolta in alto, verso il cielo. Quindi, con canti solenni, mi accompagnarono in una cella, la mia cella, ove era stato preparato un sostegno per fissare la tavola affinché potessi iniziare l'opera. — Adesso stenderai per prima cosa su tutta la superficie della tavola l'oro splendente, che simboleggia la divinità e la sua sovrabbondanza —. Così mi disse un monaco dalla barba bruna e dagli occhi scrutatori, assistito da un altro monaco dagli occhi celesti che mi porgeva un pennello consacrato e un recipiente con la soluzione aurea teurgicamente pronta. 65. — Fai attenzione a non rovinare questo sacro legno. La sua superficie ha ricevuto diversi strati induriti di materia organica nella quale abbiamo incorporato le sante ossa triturate di un venerato adoratore della Santa Trinità. 66. — Inizierai a dipingere la SS. Vergine ed il suo Bambino quando sentirai che l'oro fatto di Luce circolerà nelle tue vene di luce. 67. — Durante la preghiera devi respirare quest'oro nella sua forma eterea, e restare rivolto verso la direzione fra l'Est e il Sud, direzione ottima per sentire l'oro e il suo colore giallo-arancione. Quando percepirai te stesso interiormente come oro, allora potrai continuare il sacro lavoro della tua icona. 68. — La tunica della SS. Vergine sia di un colore azzurro intenso, simbolo della Verità celeste. Stai attento ai colori che adoperi, perché la nostra arte è Arte Teofanica. Perciò, quando darai l'azzurro intenso, che significa la Verità celeste, o l'azzurro tenero, che mette in evidenza l'unità e il carattere divino della natura Una, o se ricorri al color porpora scuro che è l'amor di Dio, sappi sempre meditare efficacemente circa la scelta dei colori da usare. Questo rosso è per il manto della Madonna, ma vi è un terzo colore violaceo. [...] 70. Dipinsi la camicina del Bambino candida come la neve. 71. Ogni colore era dentro un suo recipiente ed aveva subito un trattamento liturgico speciale. Quando mi fu dato il barattolo del bianco, mi fecero disporre con la faccia