Il Simbolismo Spirituale della Monarchia Francese e dei Templari
il consenso inviò alcuni monaci a ritirate un pezzo del drappo rosso lasciato sull'altare dall'Arcangelo, e un frammento di roccia sulla quale egli si era seduto. Nei secoli la basilica fu ampliata e successivamente si sistemò un oratorio. In seguito il titolo dell'isolotto chiamato allora "Monte Tombe" fu sostituito con "Mont-Saint-Michel-au-peril-de-la-Mer". (Monte S. Michele al pericolo del mare), poi più semplicemente, Mont Saint Michel. Successivamente a questa visione è Carlo Magno che va in pellegrinaggio a Mont San Michel e e fa scrivere sugli stendardi "Saint Michel patron et prince de l'Empire des 8 Gaules". Per il figlio Ludovico I, Carlo Magno indicherà proprio Reims per l'incoronazione con l'olio Santo della Sacra Ampolla, dando il via al rituale di incoronazione del Re di Francia che durò circa 10 secoli. I simboli di questa investitura speciale, di cui i Re di Francia per un certo periodo di tempo furono i custodi, sono: La corona: La corona, simbolo della Gerusalemme Celeste, è la promessa di vita immortale all'interno di quella di Dio; segno di consacrazione, iniziazione e battesimo. Nell'Apocalisse si legge: "A chi vince darò la corona della vita". La stola: l'Emblema Sacerdotale La Spada: La spada è il simbolo della volontà divina di giustizia e di difesa. Con la spada il Re dà le investiture, difende il popolo e mantiene l'ordine. Il mondo con la croce: Simbolo della potenza creatrice, del regno spirituale e del dominio, il mondo con la croce che il re tiene nella mano sinistra, indica l'azione della divina provvidenza e l'azione salvatrice di Cristo. Quindi ecco che abbiamo i 3 simboli fondamentali in relazione alle tre caratteristiche e benedizioni fondamentali di questa investitura di carattere Regale (la corona), Sacerdotale (la stola) e Guerriera (la spada). Il "vero Re di Francia" è un'espressione che designa tradizionalmente la figura del Re-Sacerdote secondo una trasmissione di sangue che si riallaccia ai Re primordiali figli del primo re, una linea che si può assimilare a quella "secondo il modo di Melchisedek, re di Salem". L'origine della regalità sacerdotale è il Cristo, Re dei Re. La cerimonia di consacrazione del Re di Francia svela attraverso i simboli i misteri che si riferiscono alla trasmutazione interiore e alla morte iniziatica. I CICLI CAVALLERESCHI: LA SPADA SEPOLTA E DIMENTICATA - LA SPADA ESTRATTA Ecco dunque che iniziano i cicli Cavallereschi, in cui spesso compare il simbolo della spada, ma è sempre una spada sepolta (come Crocea Mors) oppure dimenticata, oppure sommersa oppure come nel caso di Durlindana nascosta o infissa nella roccia. Durlindana era la spada di Orlando, paladino di Carlo Magno a cui proprio Carlo Magno aveva donato questa spada che gli era stata data da un angelo. Tuttavia il tema dominante è sempre quello per il quale questa alleanza e benedizione è come sepolta e dimenticata. I TEMPLARI E SAN BERNARDO Le cose cambiano quando arriva San Bernardo con i Templari. San Bernardo come abbiamo detto istituisce proprio l'Ordine Templare con lo scopo di farne una milizia terrestre associata e in accordo alla milizia celeste per l'affermazione del Regno. Ecco che abbiamo che in questo periodo il simbolo della spada cambia completamente volto ed abbiamo che non si tratta più di una spada sepolta o una spada dimenticata, ma di una spada che viene estratta dalla roccia, di una spada che viene ritrovata, di una spada che viene donata come per indicare il riattualizzarsi dell'alleanza di cui i Re di Francia erano stati i primi custodi. SAN GUGLIELMO DI MALAVALLE E SAN GALGANO Ecco però che avviene un'altra manifestazione di San Michele Arcangelo a Galgano Guidotti nel 1180. Anche questa visione è inserita nella stessa linea delle precedenti, per capirlo però dobbiamo tornare ai tempi di San Bernardo. Guglielmo X duca di Aquitania, chiamato poi il Santo, era un re trovatore del XII secolo discendente diretto di Clodoveo cioè della famiglia dei Merovingi. Nella sua vita, prima dell'incontro con San Bernardo, fu molto attivo, coinvolto in molti scontri armati, tra cui la ribellione dei Lusignano, vassalli ribelli, che Guglielmo represse nel sangue. Nel 1130 appoggiò l'antipapa Anacleto II laddove San Bernardo invece compiva un'opera di sostegno verso Innocenzo II. La conversione avvenne nel 1134 quando Guglielmo X di Aquitania assiste a una messa tenuta dallo stesso Bernardo e al termine della quale avviene la conversione. Il frutto della conversione non fu solo quello di far cadere il suo appoggio ad Anacleto II verso Innocenzo II, ma fu l'inizio di un percorso spirituale che lo porterà nel 1137 ad abbandonare tutti i possedimenti e a trasferirsi in eremitaggio nel grossetano dove viene conosciuto con il nome di Guglielmo di Malavalle. La conversione del 1134 non deve dunque essere considerata come un evento transitorio, ma come una reale conversione capace di cambiare la vita di un sovrano che, dopo tale evento, decide di abbandonare tutto e darsi alla vita eremitica, lontano da casa e da ogni comodità. San Bernardo e San Guglielmo di Malavalle sono raffigurati in un affresco del Lorenzetti nell'Eremo di Montesiepi a Chiusdino. Entrambi furono considerati da San Galgano come i propri padri spirituali e ispiratori. In questa visione Galgano infigge la spada nella roccia e dunque nasconde nuovamente questo potere e questa alleanza per tempi futuri. LA FINE DEI TEMPLARI E SAN GIOVANNA D'ARCO Proprio nel 1180 inizia la parabola discendente dei templari. Il 1180 è infatti l'anno esatto in cui Guido di Lusignano sposa Sibilla e quindi nel momento più critico per i cavalieri del Tempio e che, se da un certo punto ne rappresenta il culmine per gli atti eroici e le battaglie, da un altro punto di vista segna proprio il punto di svolta e l'inizio del loro declino. I templari perderanno progressivamente rettitudine e perderanno la loro funzione istituita da San Bernardo di Chiaravalle. Il risultato sarà la chiusura dell'Ordine del Tempio operata da Jacques de Molay con il suo sacrificio e la conseguente...