I Sette Destini del Disincarnato: Il Viaggio Spirituale nell'Aldilà

nella luce eterna, che Tu, un giorno hai promesso ad Abramo e ai suoi discendenti".

7 I DESTINI DEL DISINCARNATO

Dopo questa fase iniziale di giudizio immediato prodotto dalla Luce Divina del Cristo assieme anche alle Luci umane del Cristo dei primi 7 giorni che sono simili a quelle descritte nel libro tibetano dei morti, inizia una nuova fase dello stadio intermedio che dura invece Se appena l'Io esce dal corpo e gli appare la Luce Perpetua bianchissima, la Luce della risurrezione di Cristo, la riconosce e le va incontro, vuol dire che è salvo; l'Io si libera del doppio eterico, del corpo emozionale e del corpo mentale e si trasferisce in paradiso con il suo "corpo causale". In questo caso la lettura del Libro viene limitata all'introduzione e si accompagna questo trasferimento con inni di gloria al Cristo, alla SS.Vergine e a tutti i santi e cori angelici.

49 giorni dopo la morte. Qui gli slanci e le visioni sono più terribili ed irate delle prime perchè le prime vengono dal centro psichico del cuore mentre queste dal cervello e sono meno felici. Non c'è più la visione della Luce Primordiale della divinità del Cristo, tuttavia ancora in questa fase l'individuo imponendo la sua volontà può accedere ai mondi superiori

8 NECESSITÀ DELLA SMATERIALIZZAZIONE (P133-135)

Nel gioco fantasmagorico del purgatorio appaiono le fate, gli eroi, i signori della morte, i demoni e gli spiriti di vario genere che possono essere delle secrezioni, se così possiamo dire, della mente del trapassato, corrispondenti ai suoi pensieri ed a quelli di altri morti e di tutto il genere umano. Impulsi alti e bassi, passioni e impulsi sopra-umani e sotto-umani, che ad opera della bilancia cosmica assumono la forma plastica prendendola dai germi dei pensieri formanti la coscienza del percipiente. Tutte queste apparizioni sono i riflessi, il contenuto della coscienza visualizzata dalla dialettica operante personale. Le stesse apparizioni possono essere reali. Ma quali saranno le reali e quelle illusorie? Dobbiamo chiederlo al Buddhismo Zen dal quale abbiamo molto da imparare? Oppure ai nostri Padri del Cristianesimo, quale Tito Flavio Clemente Alessandrino che ne conoscevano la meccanica?

I pensieri si possono seminare nella mente, specialmente nei fanciulli; ciò è ampiamente dimostrato dalla psicanalisi. Quanto viene insegnato nel bene e nel male con l'esempio e la parola, rimane impresso per tutta la vita e per le successive vite. La suggestione continua a modellare e dominare. Niente si cancella tanto facilmente, anche perché crede in un dato insegnamento, ma anche quando per motivi di riflessione non dovesse credervi, resterebbe nel suo inconscio il segno indelebile del ragionamento autosuggestivo. Se poi ha tendenza e desidera credere, il seme del pensiero, sia esso di verità, di superstizione, buono o cattivo, prenderà radice, crescerà nella sua mente e farà da tiranno.

Adesso credo che avrete compreso ciò che enunciai all'inizio di questo capitolo, circa le considerazioni psicologiche sull'al di là, valide per tutte le religioni. Ferma restando la verità, la realtà ultima che è Dio e noi creati a immagine e somiglianza, le forme pensate dal Cristiano, dall'Islamico, dal Buddhista, etc. daranno nascita alle visioni corrispondenti alle deità di quella religione. Un Cristiano avrà la visione della SS. Vergine Maria, dei Santi, della Trinità, dell'Arcangelo san Michele, etc., un Musulmano vedrà Allah, il Paradiso di Maometto, l'Indù vedrà gli dèi del suo Pantheon, l'Indiano d'America avrà la visione della Caccia felice, lo Zenista il vuoto del Nirvana... ma attenzione: vi sono visioni e visioni, l'ho già detto, un vedere la icone della SS. Vergine o un vedere realmente quell'anima immacolata che è la madre di Gesù; un vedere l'icone soprasensibile dell'Arcangelo san Michele e un vederlo quale veramente è.

Le esperienze del post-mortem dipendono dal contenuto mentale di ogni individuo, dal suo modo di rappresentarsi esseri, cose e spiriti, salvo che sia un liberato, un risvegliato dotato di occhi spirituali senza cataratta. Queste cose le hanno capite assai bene Clemente Alessandrino, Gregorio di Nissa (santo), san Giovanni della Croce, santa Teresa d'Avila, perché dai loro libri traspare la preoccupazione di liberare il devoto di ogni contenuto mentale affinché il nulla, il vuoto interiore sia riempito della Luce di Dio. Niente, niente, niente, e ancora sulla montagna, niente, dice Giovanni della Croce. Vuotarsi per unirsi a Dio. Liberarsi dalle illusioni e dai miraggi della coscienza e subcoscienza equivale a poter contemplare Dio, senza il diaframma dei fantasmi: quei falsi dèi e anime illusorie che i pochi audaci e preparati hanno potuto osservare nelle esperienze dello sdoppiamento o bilocazione effettuata nei diversi piani o dimensioni dello stato intermedio. Mi riferisco all'esperienza non facile, laboriosa chiamata "dormizione iniziatica". Questa consiste nell'esercizio metodico di entrare e uscire dal regno dei morti senza rompere i legami eterei della vita biologica.

9 LABIRINTO DEI SOGNI E VEGLIA PERENNE

Necessità 6