Simbolismo Mistico dei Numeri: Zero, Unità e Infinito

rappresenta i 12 tipi di Umanità Glorificata della Gerusalemme Celeste. Il 12 rappresenta lo sviluppo perfetto e completo dell'Umanità rappresentata simbolicamente dai 12 Apostoli, dalle 12 Tribù di Israele che trovano un parallelo con le 12 Porte della Gerusalemme Celeste dell'Apocalisse e con i 12 Angeli che presiedono a quelle Porte. Riassumendo abbiamo che tramite l'interazione fra il Ternario e il Quaternario possiamo classificare e schematizzare l'interezza del mondo spirituale celeste umano-angelico dato che $7 + 12 + 81 = 100$, identifica la plenitudine a cui, tuttavia, va aggiunto il Capo della Gerarchia, il Sommo Sacerdote che è il Cristo-Verbo, ottenendo così $1 + 100 = 101$, che per ghematria corrisponde al nome di Michael. In questo contesto Michael non sta solo ad identificare un Arcangelo, lo Zohar interpretando Isaia identifica in Michele l'intero Firmamento delle Stelle, che è il suo stesso corpo. Nel canone romano arcaico è chiamato "il santo vessillifero" o anche "il Santo Angelo", un singolare collettivo per indicare tutti i Santi Angeli, e crediamo sia in questo senso da intendere: l'insieme di tutto il Regno Umano-Angelico sintetizzato in un nome, Michael, e che matematicamente è ottenuto attraverso $1 + 7 + 12 + 81 = 101$, dove vi è un solo Capo dell'Ekklesia, Sette Grandi Spiriti sopra la Terra, 12 Tribù dell'umanità rigenerata e una Scala angelica composta da 72 Angeli divisi in 9 Gerarchie con 9 Maestri del Coro. $$3 + 4 + 5 = 12 \quad (1)$$ $$3^2 + 4^2 + 5^2 = 2 \times 12 + 1 = 25 \quad (2)$$ Il numero 144: $144 = 12^2$ e $144 = 12 + 24 + 36 + 72$ Il numero 216: $144 = 12^2$ $$3^0 + 4^0 + 5^0 = 3 \quad (3)$$ $$3^1 + 4^1 + 5^1 = 12 \quad (4)$$ $$3^2 + 4^2 + 5^2 = 50 \quad (5)$$ $$3^3 + 4^3 + 5^3 = 63 = 216$$ **Lo zero, l'1 e l'infinito** Nel simbolismo dei Numeri, i tre numeri acromatici quali $0$, l'$1$ e l'$\infty$ hanno un posto speciale. Nessuno dei tre, tradizionalmente, è considerato propriamente un Numero. Lo $0$ rappresenta infatti l'assenza di Numero, mentre l'$1$ è il loro principio. L'$\infty$, viceversa, ha due accezioni: quella di infinito inteso come *omni realizzato* ovvero come plenitudine delle potenze positivamente espresse e quella di infinito come indefinito. Lo Zero, l'Uno e l'Infinito sono simboli tipici della teologia apofatica o negativa, ovvero di quel modo di avvicinarsi a Dio per *viam negationis* attraverso l'affermazione dell'inconoscibilità dell'essenza divina e della sua trascendenza rispetto ad ogni possibile attributo intelligibile. Numeri e metafisica si incontrano spesso nella via di tipo catafatico, ovvero quella in cui le qualità vengono determinate e vengono affermate. Tuttavia, ogni conoscenza catafatica o positiva postula l'apofasi, ovvero un punto limite dove ci si deve arrestare, alla soglia dell'indicibile ed è esattamente nell'apertura verso l'indicibile che è razionalmente accettabile la superiorità del metodo simbolico rispetto a qualunque altra forma di speculazione metafisica. I simboli più utilizzati per indicare la soglia e che hanno in sé medesimi la potenza di determinare, essendo per natura liberi dai contenuti determinati, sono, nel simbolismo matematico, lo $0$, l'$1$ e l'$\infty$. La mancanza di contenuti propriamente determinati per questi simboli, ha spesso portato a confonderli fra di loro. La confusione è anche stata favorita dalla incapacità strutturale dello spirito di sistema ad accogliere in sé la molteplicità generativa dell'Uno e poiché l'esplicitazione del loro significato può variare in conformità con il sistema dottrinale e teologico che li abbia eletti a supporto per la meditazione, ne segue che solo chi abbia realizzato determinati gradi iniziatici può assumere in sé determinazioni distinte dei medesimi simboli. Indipendentemente dalla forma della dottrina adottata per l'ascesa spirituale, lo $0$ è certamente anche simbolo dell'assenza di qualsiasi determinazione. Al contrario nell'Unità esse sono tutte affermate. Nella possibilità di manifestazione esse vivono in una specie di mescolanza che "non manifesta ancora alcuna realtà effettiva, bensì tutte le realtà insieme in uno stato inespresso" (*Teologia Aritmetica*). L'$\infty$, d'altro canto, non nega i contenuti specifici dei numeri, semplicemente li trascende; non è commisurabile con essi, è *innumerabile*. Noi qui adottiamo una forma dottrinale specifica, che mostra in atto il simbolismo precedentemente suggerito. La metafisica esoterica dei Numeri permette di distinguere: un Essere Divino Non Manifestato, svincolato da ogni Creazione, che, in quanto Essere oltre l'essere, è l'Unità dell'$1$ (teologicamente il Padre della teologia Cristiana); un Essere Divino Creatore che si manifesta tramite il $3$ (la Trinità della dottrina Cristiana) e agisce come $7$ (le sue Divine energie increate, le *sefirot* di costruzione della dottrina qabbalistica) e che, tuttavia, può assumere in sé stesso la plenitudine dei Numeri. Dal punto di vista della sostanza abbiamo un Essere Creato Universale il cui simbolo è nuovamente il Numero $1$ e anche un Essere Creato Individuale, il cui simbolo è nuovamente il Numero $1$. Tuttavia, prima di entrare nel merito del simbolismo dello $0$, dell'$1$ e dell'$\infty$, a nostro avviso bisogna considerare lo stato apofatico per eccellenza, cioè l'*assenza di simbolo*. Nella nostra concezione metafisica vi è infatti una realtà incondizionata, gerarchicamente superiore a tutti, superiore all'essere e al non-essere stesso, che riposa in sé stessa, per la quale non vi è né simbolo né nome che possa esserle assegnato, e che noi avviciniamo con il nome di *Potenza Cosciente*. Un punto di vista teologico, che non chiede di distinguere la Potenza Cosciente e la non manifestazione principiale e che adotteremo per la rappresentazione simbolica che intendiamo esporre in questo articolo, ci è stato trasmesso dall'esoterista cristiano Tommaso Palamidessi. Riteniamo che la conoscenza di tale alto insegnamento debba esser qui esplicitata, perché esso fornisce un primo supporto per la meditazione, abbastanza accessibile per chi segua una via iniziatica occidentale. In tale insegnamento una pluralità di infiniti, che sarebbe più opportuno chiamare indefiniti, è logicamente ammissibile. In esso troviamo affermazioni quali le seguenti: *La logica filosofica e quella scientifica dimostrano la realtà di due infiniti increati e coeterni che coincidono perfettamente, spirituale l'uno, non spirituale l'altro, più esattamente:* *- Dio, l'Onnipotente, Uno e Trino, Padre, Figlio, Spirito Santo e le sue divine energie increate ed emanate.* *- Lo spazio fluido, infinito, non spirituale, né buono e né cattivo, modificabile dalla volontà creatrice di Dio suo unico padrone assoluto.* *La Bibbia non dice che Dio creò dal nulla, afferma che creò, ma l'ex nihilo deduttivo dal passo scritturale fa supporre un nulla che è qualchecosa, ossia lo spazio fluido, presente appena l'Onnipotente si contrasse, cioè si ritrasse fuori entro sé stesso, da sé in sé stesso per rendere possibile il mondo. L'Essere Infinito, Onnipotente, Increato, dopo la contrazione proruppe con le Luci delle Sefirot (divine energie increate) rivelandosi a quel vuoto di potere.* In questo articolo, dunque, distingueremo due realtà coeterne. L'una è lo Spirito assoluto non simbolizzabile, assolutamente trascendente ed assolutamente incondizionato che non ha propriamente alcun nome e che abbiamo indicato anche con il nome di *Potenza Cosciente*. La seconda è lo strumento della Volontà Creatrice ed è lo *spazio fluido infinito*, l'inesauribile fonte degli Universi, il *nulla infinito* ed il cui simbolo in questo contesto è $\infty$. Queste due realtà sono totalmente indipendenti e slegate da qualsiasi simbolo che assuma a suo supporto l'idea di Creazione. Quando, invece, consideriamo queste realtà non più nel loro aspetto proprio, ma in relazione all'atto creativo, dobbiamo assegnare altri due simboli che abbiamo indicato con l'$1$ e lo $0$. Con lo stesso atto interiore di *contrazione* della Divinità abbiamo due effetti: da una parte la circoscrizione di una zona puntuale dello spazio fluido adinamico che rimane priva di qualsiasi potere; dall'altra, proprio in virtù dello stesso atto di contrazione interiore, la Potenza si riveste dell'Essere e si manifesta come *Dio assolutamente Essente*. Il simbolo rappresentato da quel fuoco non occupato dal Sole nel simbolo della rotazione della Terra attorno al Sole è qui attivabile per illuminare il nostro cammino interiore. Alla circoscrizione dello spazio fluido adinamico, al vortice che avvolge il nulla circoscritto, corrisponde il simbolo dello $0$. All'$1$, invece, corrisponde il *Dio assolutamente Essente*, l'Essere pienamente manifesto del quale la Potenza si riveste per porre in atto la sua Creazione di Luce, Fuoco e Vita. Riassumendo possiamo identificare le seguenti realtà trascendenti: • **Assenza di simbolo**: la Potenza Cosciente; • **$\infty$**: Il Nulla o Spazio fluido infinito; • **$0$**: Il Nulla o Spazio fluido circoscritto; • **$1$**: l'Essere, il primo vestimento o velo della Potenza Cosciente. Rimossi i tre veli dell'esistenza incondizionata, Trinità non manifestata il cui simbolo è quella manifestata, la Potenza Cosciente è raggiunta nella Sua totale omnicomprensività. Non vi sono simboli, né segni, né numeri che possano anche solo accennare al raggiungimento di questo stato al di là di ogni stato. A tale riguardo Dionigi l'Areopagita, nella sua *Teologia Mistica* scrive: *«Non è Numero, né ordine, né grandezza, né piccolezza, né uguaglianza, né disuguaglianza, né dissomiglianza; non sta ferma, né si muove, né rimane quieta, né possiede una forza, né è una forza, non è luce; non vive e non è vita; non è né essenza, né eternità né tempo; non può essere intelletta; non è né scienza, né verità, né regno, né sapienza; non è né uno né unità, né divinità né bontà; non è neppure spirito, per quanto ne sappiamo; non è né figliolanza, né paternità [...] A proposito di essa non esistono né discorsi, né nomi, né conoscenza; non è né tenebra né luce; né errore né verità...»* Di questa Potenza Cosciente ha scritto Jakob Böhme nel suo *«L'Incarnazione di Cristo»*: *È simile a un occhio, suo proprio specchio. Non ha essenza, né luce né tenebra; è soprattutto una magia, e ha un volere, che noi non dobbiamo seguire perché ci turba. Con tale volere intendiamo il fondo della Divinità, senza origine. Esso comprende sé stesso in sé stesso, al di fuori della natura, perciò dobbiamo tacere.* Il simbolo di $\infty$ permette meditazioni simboliche che seguono vie radicalmente distinte. In questo articolo noi simboleggiamo l'infinito come immutabile, permanenza adinamica illimitata, l'*Ain suf* che non a caso nella sua accezione letterale significa *senza fine*. Possiamo così identificare lo spazio fluido adinamico inseparabile dall'unica, incomprensibile e innominabile Potenza, suo unico padrone; il mare infinito in cui si nasconde il volto di «Colui che è nascosto». È l'*Ungrund* di Böhme, l'*abisso senza fondo* al di fuori di ogni natura, precedente alla processione intra-divina delle Persone e in cui risiede un volere *Ground*, il fondo della divinità senza origine. In questa meditazione lo $0$ simboleggia il Nulla circoscritto dal quale è stato tratto tutto ciò che esiste. A differenza dell'$\infty$, il Nulla rappresentato dallo $0$ ha una caratteristica di autolimitatezza. Indica una zona circoscritta, uno spazio vuoto di ogni potenzialità.