Filosofia della Meditazione e Obiettivi Spirituali negli Insegnamenti Archeosofici

Una domanda che vorrei fare io, che secondo me è fondamentale, è perché fare meditazione, cioè qual è lo scopo, cioè perché dovrei fare meditazione e questa è una domanda che dovrebbe averlo ben chiaro, subito prima di fare meditazione ogni volta, cioè cosa voglio ottenere, qual è l'obiettivo di questa meditazione, anzi addirittura sarebbe una strategia, anche un segreto pratico, cioè porsi un obiettivo e uno può dire io non mi alzo finché non tengo questo obiettivo, finché non tengo qualcosa, è una strategia, può essere usata bene. Comunque uno può fare una meditazione per tanti motivi, ad esempio lo può fare per rilassarsi, stare bene in salute, o ad esempio stare bene da un punto di vista emotivo, o sperimentare nuovi stati di coscienza, o procedere in un'evoluzione spirituale, cioè ci sono tanti possibili scopi, tanti possibili obiettivi e chiaramente a seconda di che cosa uno vuole, deve scegliere anche delle meditazioni differenti, ad esempio se io voglio comprendere a fondo una realtà matematica, posso fare meditazione con quello, posso usare tutto ciò che ho, dedicarmi a quello, concepire, meditare quell'argomento e effettivamente penetrare, riuscire a penetrare e comprendere l'ente che sta dietro quella realtà matematica. Posso farlo, posso usare le mie facoltà della mente una volta che ce le ho sviluppate, posso fare qualsiasi cosa, però chiaramente a seconda dell'obiettivo che voglio ottenere devo fare delle meditazioni diverse. Ora, spesso questo obiettivo non è chiarissimo, almeno per me non lo era, e obiettivamente erano sempre buoni, infatti in questo quaderno, se uno non sa per quale obiettivo fare la meditazione, qual è lo scopo, l'obiettivo dell'archeosofo è vivere sulla terra, quindi intanto, io non lo so, non lo so perché ad esempio, questo sembra una bischierata, ma in realtà ci sono state molte deformazioni, cioè del tipo di isolamento, di alienamento, io metto sul monte e vado e poi cavoli miei e cavoli di tutti gli altri si muoiono, ci sono questi approcci di ritirarsi dal mondo. Poi invece lui dice, vivere sulla terra, quindi pienamente in contatto con qualcuno, nel pieno possesso della sapienza, non dice il titolo, ciò vuol dire che dovrebbe stare un altro incontro su questo, nel pieno possesso della sapienza, però che cosa si capisce? Si capisce che intanto uno deve sapere tutto, però non è quello le nozioni che te sai, che te so, che te leggi, o se io ho studiato i monti o il fosco lo so di più, la sapienza è tutto ciò, le uniche cose vere che esistono su questa terra, e non è che devi esserne a conoscenza, devi averne in pieno possesso, cioè devono essere tue, interiorizzate talmente fuori che sono tue, in pieno possesso delle virtù morali, cioè devi essere anche, devi avere anche delle virtù morali, non torna che uno sia, in pieno possesso della sapienza sia una persona sgradevole, cioè c'è qualcosa, o non ci stai bene, oppure triste ad esempio, c'è qualcosa ancora, o depresso, no? Piene di virtù morali, in buona salute, quindi non devi stare male, bene, dotato di poteri psicospirituali, questo è chiaro perché se te fai meditazione, createlo, i poteri, perché uno deve vedere il lotto, il gioco del lotto, quelli non sono poteri psicospirituali, quelli sono mischerati, poteri psicospirituali sono le facoltà dello spirito, la comprensione dell'eternità interna, l'intuizione dell'eternità interna, una chiara leggenza reale del mondo, una comprensione di come funziona il mondo da un punto di vista vero, e se sono più tutto il resto, diciamo, in continuo contatto con Dio, e leggere e leggere, cioè con tutte le realtà spirituali superiori a noi, perché noi non è che siamo, per il momento, come siamo in questo stato attuale, l'apice di tutta l'evoluzione ci sono, c'è un aspetto che viene creato da tradizione angelico, poi realtà divine, interiore, realtà trascendenti, c'è un mondo immenso sia sopra che sotto che noi non conosciamo. Quindi, uno dice, va beh, questo è un buon obiettivo, cioè, se uno deve arrivare lì, non è male, sembra lontano, sembra assurdo, e in realtà il punto fondamentale è che, per quanto strano possa sembrare, noi uomini e donne viviamo in questo momento storico, che è un momento, diciamo, di fine, in qualche modo, di un ciclo, e uno se ne rende ben conto dalla situazione generale, però abbiamo come una onnipotenza ragionevole, ragionevole onnipotenza, cioè, in cui se te vuoi fare qualcosa che sia ragionevole, non sia un capriccio, che non sia assurdo, cioè, se io dico, va beh, voglio volare, voglio andare contro le leggi universali, no, quello è assurdo, non si può sovvertire l'ordine universale per un capriccio, questo non si può fare. Però se ti vuoi qualche cosa nella tua vita, lo puoi ottenere, ce la puoi fare. Cioè, tutti noi abbiamo un, è come un mistero, cioè abbiamo questa possibilità di poter realizzare ciò che veramente noi vogliamo, per cui si può dire che abbiamo una onnipotenza relativa, o ragionevole, se vogliamo davvero una cosa, a meno che non ci siano delle situazioni, diciamo, un karma per cui uno non può fare determinate cose perché appunto va contro ad altri o va contro a quello che uno deve imparare in quella vita, ma a parte questi casi, in maniera generale noi abbiamo un margine di manovra, abbiamo il poter realizzare queste cose. Allora uno dice, ma, allora, perché non la voglio fare? Perché molte volte uno si ritrova a non aver realizzato quelli che sono i suoi obiettivi? Il motivo è molto semplice, cioè che molto spesso noi abbiamo come dimenticato o abbiamo disimparato a utilizzare quello che è lo strumento della nostra onnipotenza, cioè la volontà, ovvero noi effettivamente la nostra volontà è come se fosse una bacchetta magica che ci permette di realizzare ciò che nel mondo vogliamo realizzare, ma si poggia su un meccanismo, una struttura, diciamo, su tre fasi fondamentali, che in un qualche modo nella società