Paracelso, Agrippa e la Filosofia Ermetica

il mistero della cosa una" riguardo ad una solida critica a favore del problema di Tritemio cfr. PAGEL Walter, Paracelsus: an introduction to philosophical medicine. Tritemio commenta queste frasi e spiega che c'è una analogia e una risonanza fra il cielo e la terra, fra l'Astronomia superiore o Astrologia e quella inferiore o Alchimia. Volendo riassumere il pensiero di Paracelso in quattro righe, possiamo dire che lui parte dalla Tavola di Smeraldo. Quello che intende dire questa Tavola di Smeraldo (almeno secondo l'interpretazione che ne farà Paracelso su ispirazione degli scritti di Tritemio) è che tutto ciò che esiste proviene da un'unica materia la quale viene polarizzata da delle forze di carattere spirituale, cioè invisibili ma comprensibili cioè intelligibili e modificabili. Queste forze polarizzano la materia e la coscienza e regolano tutto ciò che esiste. Formano i pianeti a un livello macrocosmico e sono le qualità spirituali di questi pianeti, la disciplina che studia questi pianeti è l'Astronomia superiore, poi queste stesse forze danno luogo alla formazione dei minerali e delle piante e quindi devono essere studiate tramite l'Astronomia inferiore o Alchimia, infine si riverberano nell'uomo e danno origine alla costituzione degli organi, cosa che deve essere studiata tramite l'Astronomia microcosmica o Medicina. Uomo, cielo e terra sono tre realtà in risonanza fra di loro, non esiste una senza l'altra. Non esiste Medicina senza Astronomia (da qui Paracelso ebbe l'intuizione del tempo biologico di somministrazione dei medicinali) né esiste Medicina senza Alchimia (da qui ebbe l'intuizione della possibilità di guarire delle malattie organiche tramite la somministrazione di principi chimici e minerali). Allo stesso modo infine non esiste Alchimia senza Medicina intesa come Medicina dell'Anima. Questo è un elemento importante. Purtroppo oggi non potremo vedere trattare quello che è il pensiero Alchemico, ci vorrebbe un'altra serie di conferenze solo su questo però il principio fondamentale si può dire: almeno su come questa alchimia veniva intesa da Paracelso. Come abbiamo visto i minerali erano visti come l'esteriorizzazione e la polarizzazione o individuazione materiale di principi spirituali non individuati e trascendenti. In particolare l'oro che era il simbolo del Sole era considerato Luce divina cristallizzata. Cioè il Principio dietro l'Oro era il Principio della divinità e questo principio è un principio che non è proprio della natura umana. Per trasformare del piombo in oro si presupponeva quindi la possibilità di trasmutare la natura umana in natura divina. La trasformazione del piombo in oro non era dunque una ricerca svincolata da una ricerca spirituale, non era concepito riuscire a trasmutare l'oro in un modo indipendente dallo stato interiore dell'operatore ma anzi la trasmutazione del piombo in oro era la dimostrazione di una avvenuta trasmutazione, dell'acquisizione di un potere raggiunto.

Agrippa e Potere della Qabbalah

Quindi abbiamo visto come questo aspetto di realizzazione spirituale associato all'alchimia o astronomia inferiore, come venga sviluppato da Paracelso, uno tra i più grandi promotori dell'Alchimia di tutti i tempi. Le dottrine di Tritemio di ascesa spirituale al cielo mediante l'Astronomia superiore e la Qabbalah invece furono sviluppate da un altro suo grande discepolo: Cornelius Agrippa. Agrippa è un altro personaggio estremamente particolare. Era un umanista appassionato. Quando ha vent'anni va a Parigi a studiare all'Università ed entra in un circolo di studenti appassionati di Ermetismo e Platonismo e comincia a interessarsi all'argomento. Poi però viaggia in lungo e in largo, va in Spagna a combattere per il Re di Spagna e in guerra si distingue per il suo valore diventando cavaliere. Agrippa dunque è un uomo di azione molto colto e nella sua formazione ha avuto principalmente un'educazione filosofica a cui manca in un certo qual modo la traduzione in atto. In lui più che in altri è presente il problema proprio dell'epoca della mancanza di una filosofia efficace, cioè della traduzione in pratica in atto delle conoscenze Filosofiche. Quando ritorna poi avendo sentito della fama dell'Abate Tritemio si ferma a Warzburg. Qui apprende da Tritemio i principii di una nuova filosofia basata proprio sulla legge delle corrispondenze di Ermete Trismegisto. Tritemio riteneva fondamentale l'aiuto di supporti materiali che dovevano in un qualche modo rappresentare concretamente la volontà dell'asceta che voleva salire al cielo. Poiché "come in alto così in basso", secondo Tritemio non poteva esserci una volontà senza idea, un'idea senza parola, una parola senza azione: - La volontà si manifesta tramite l'idea - L'idea è espressa dalla parola - La parola è testimoniata dall'azione Uno di questi senza l'altro rende il tutto incompleto. Ecco dunque che Agrippa viene istruito dall'Abate Tritemio sui principii di questa disciplina, tanto che l'anno stesso compone un libro che pubblicherà solo molto più tardi e che è il De Philosophia Occulta che è uno tra i libri che ebbe più influenza nel pensiero magico ed ermetico successivo. Notate il titolo: De Philosophia Occulta, cioè la Filosofia Nascosta. Ecco dunque la Filosofia che Agrippa era andato cercando e di cui non era riuscito a trovare il bandolo della matassa perché pur vivendo nell'Ermetismo, nel Platonismo, questa filosofia era nascosta. Il libro è diviso in tre parti fondamentali in relazione al mondo naturale, a quello planetario e a quello divino e per ciascuno di questi mondi introduce una disciplina adatta alla penetrazione e allo studio di essi: - La Fisica: «che è la scienza speculativa di tutte le cose naturali» e quindi adatta allo studio del mondo elementare e delle forze elementari (che è anche il compito che ha attualmente); - La Matematica: che «ci fa conoscere le $3$ dimensioni della natura e ci fa comprendere il movimento degli astri» e quindi associata al mondo planetario; - La Teologia: che «ci fa comprendere cosa è Dio, la mente, gli angeli, le intelligenze, i demoni, l'anima, il pensiero, la religione, i sacramenti, le cerimonie, i templi, le feste e i misteri» e quindi in relazione al mondo divino. Infine Agrippa conclude la sua introduzione spiegando quindi cosa intende per Magia cioè l'insieme di queste discipline e una...