I Principi Alchemici: Zolfo, Mercurio e Sale
una materia, eterea, impalpabile ed il corpo da essa risultante. Gli alchimisti in quest'ordine d'idee chiamavano: zolfo, lo spirito per le sue caratteristiche di infiammabilità; mercurio, questa materia da cui trarre il corpo per le sue caratteristiche di impressionabilità e sale, il corpo stesso risultante per le sue caratteristiche di fissità. "Tre sono le sostanze che compongono il corpo di ogni cosa: ossia ogni corpo consiste di tre sostanze. I nomi di queste tre sostanze sono: zolfo mercurio e sale." Paracelso, Scritti. "C'è la trinità nell'unità e l'unità nella trinità e ci sono il corpo, lo spirito e l'anima. E anche loro: il zolfo, il mercurio e il sale" Bernardo da Treviso la parola abbandonata. Tuttavia in questa generazione dei corpi, qualcosa andò storto: è il mito di Narciso, simbolo della caduta adamica. Lo zolfo, lo spirito, proiettandosi su questa materia eterea, la informò, suscitando così la propria immagine e, una volta vista la propria immagine, egli se ne innamorò e volle identificarsi ad essa. Cosa successe allora? Il simbolismo alchemico delle particelle di zolfo che si immergono nel mercurio risulta in questo caso molto efficace. Immergendosi nel mercurio, le particelle di zolfo persero la loro infiammabilità e si ritrovarono come isolate le une dalle altre. Fuori dai simboli questo significa due cose: isolate le une dalle altre significa che questi spiriti persero quella coscienza dello Spirito Unico che invece precedentemente avevano e rimasero solo con una coscienza individuale e parziale per cui gli uomini ora si credono tutti distinti e separati l'uno dall'altro. Persero la loro infiammabilità, invece, significa che la coscienza dell'uomo, lo stato di veglia, ne risultò tramortito, addormentato; la coscienza degli individui si allontanò dalla Grazia di Dio e, in questo stato di tramortimento ed allontanamento a Dio, generarono i loro corpi. Per questo gli alchimisti dicevano che tutto ciò che compone la coscienza individuale, dai centri della coscienza dell'uomo (che a volte venivano chiamati metalli) fino al corpo fisico dello stesso, poiché è stato generato in questo stato di tramortimento e di allontanamento da Dio, è malato, ha una lebbra. "la prima lebbra" dice il Pernety nel suo dizionario "che si chiama originale, e che si considera pressoché incurabile, deriva dalla prima miscela degli elementi nel Mercurio che è il loro principio". Ancora più esplicito il Ripley nel libro delle dodici porte: "la caduta di Lucifero, come il peccato originale, simboleggia la corruzione dei metalli vili" Queste descrizioni sembrano essere concordi with quanto espresse il filosofo russo e cristiano Vladimir Solovëv che nelle Lezioni sulla DivinoUmanità dice: "In effetti il fondamento comune di ogni sofferenza, sia morale che fisica, si riduce alla dipendenza da qualsiasi cosa di esterno, da un qualche fatto esteriore, che con forza lo lega e l'opprime. Questa dipendenza esteriore sarebbe evidentemente impossibile se il soggetto fosse un'unità interiore e reale con tutto il resto, se sentisse se stesso nel tutto." A questo punto si può capire cosa gli alchimisti intendessero con i termini di rinascita e reintegrazione, dunque come dice Böhme con la scoperta della pietra filosofale. Formare la pietra filosofale voleva dire per gli alchimisti ritornare indietro ad uno stato spirituale proprio dello spirito prima della sua discesa nella materia liberandolo zolfo -lo spirito - dalla materia, "rincrudire", "passare per la fontana della giovinezza e ritornare bambini", cioè tornare in quella condizione spirituale che era propria dello spirito prima di discendere ed identificarsi con la materia. A questo punto ricostruire e rigenerare quel corpo spirituale al quale erano destinati per così poter vivere una vita immortale dello spirito cioè rinascere nello spirito. "Tutti i misti della natura, (cioè i composti della coscienza) per la resurrezione di quel uno da cui ebbero origine (cioè quel potere primordiale che li ha generati), veramente ne muoiono e si spogliano delle loro qualità sottoposte alla corruzione (si liberano di quella lebbra di cui prima accennavamo), e di nuovo poi risorgono incorruttibili e si riducono a una nuova vita, ad un essere nuovo incorruttibile, avente facoltà di virtù nuove e più potenti che avanti aveva, da quella remissione dei peccati perché si spogliano di essi" Basilio Valentino Cocchio trionfante dell'Antimonio. Gitchel, Teosophia Practica "noi non riceviamo una nuova anima con la rigenerazione, sebbene un nuovo corpo... è spirituale, più sottile dell'aria, simile a raggi del sole che penetrano tutti corpi, così differente dall'antico corpo quanto il sole risplendente lo è da la terra oscura e benché resti nel vecchio corpo gli è inconcepibile benché talvolta sensibile". Questo anche può essere un primo modo di intendere il famoso motto degli alchimisti: "Solve et Coagula" dove Solve si può intendere dissolvere la coscienza dai legami terreni fino ad arrivare ad una condizione spirituale e Coagula si può intendere nel senso di fissare questa condizione facendola in un qualche modo corporale cioè fissa. "Solvere è convertire il corpo del nostro magnete in puro spirito. Coagulare è far di nuovo corporale questo spirito, secondo il precetto del filosofo che dice: converti il corpo in spirito e lo spirito in corpo. Chi capisce queste cose avrà tutto e nulla che non le capisce" Potiers, Philosophia pura. "Solve et Coagula" sono le due operazioni fondamentali che regolano tutto lo svolgimento della Grande Opera. Poi gli alchimisti hanno diviso tutta la loro opera in quattro fasi fondamentali contraddistinte da quattro colori: nero, bianco, rosso e oro. A volte però ne vengono considerate solo tre: nero, bianco e rosso testimoniando una suddivisione dell'opera che, come il resto del linguaggio alchemico, non è codificata troppo rigidamente. Riguardo a questi colori gli alchimisti avvertono di non prenderli troppo alla lettera essi dicono "non vi riferite troppo ai colori" e che sotto il velo di questi colori i Filosofi hanno voluto nascondere semplicemente i diversi regimi di cottura cioè