La Separazione Alchemica: Simbolismo e Vie di Trasformazione

della materia ), allora troverai il seme: l'inizio, il mezzo, la fine. Tuttavia in questo discorso non dice come fare per raggiungere questo stato. In questo caso le immagini sono più esplicite: l'immagine sopra riportata è tratta da uno scritto di Basilio Valentino intitolato le dodici chiavi della filosofia, corredato da dodici figure la prima delle quali è quella che stiamo vedendo. L'oggetto simbolico della chiave è rappresentato da un re con la sua regina ed il modo per ottenerlo è rappresentato dalle due figure sotto di loro: un lupo in mezzo al fuoco e sopra un crogiuolo, e un anziano signore con la falce di Saturno e la gamba di Efesto. In generale il re e la regina possono voler dire molte cose, ma gli interpreti di questa figura sostengono che in questo caso il re e la regina vogliono indicare due aspetti della materia dell'opera. Senza forzare troppo il significato delle due figure potremo dire che il re rappresenta l'alchimista in pieno possesso di tutte le sue facoltà. Egli ha infatti in mano uno scettro simbolo del potere e alle sue spalle appare un castello segno del luogo su cui egli esercita un dominio. La regina, invece, rappresenta il paziente, cioè la materia propria dell'opera che verrà lavorata dall'alchimista in tre fasi, come indicano le dita della mano sinistra del Re e passando per tre colori come indicano i fiori in mano della regina. Nell'altra mano la regina tiene una piuma di pavone rivolta verso il basso, simbolo dell'aspetto di splendore, di bellezza e di veglia perenne che ancora è potenziale (la piuma è rivolta verso il basso) e che si manifesterà non appena sarà completata l'opera. Sotto la materia dell'opera, si vedono il lupo e saturno che i commentatori dicono indicanti due vie possibili per ottenere la materia dell'opera: il lupo che è il simbolo animale dell'antimonio rappresenterebbe la via secca cioè un metodo rapido quanto drastico e pericoloso utilizzato per scompaginare tutto il misto e quindi permettergli rapidamente di sciogliersi da ogni legame materiale, con il rischio, però, di aver utilizzato un metodo troppo violento che, se non dominato, potrebbe impedire alla coscienza di sussistere per la mancanza di un supporto. Saturno invece rappresenterebbe la via umida "per acqua", più lunga e più difficile, ma anche più sicura e senza i rischi della via secca. Ambedue in ultima analisi servono ad ottenere lo stesso risultato: un discioglimento dei legami fra l'individuo e la materia. Per capire la distinzione fra queste due vie possiamo fare un esempio di via secca. Generalmente, proprio per la sua pericolosità, gli alchimisti sono specialmente silenziosi riguardo ai metodi di via secca, un esempio di tale via può però essere rappresentata dall'ascesi guerriera come fu concepita proprio in quel periodo dall'Ordine templare e da alcuni combattenti arabi. I principii su cui si baserebbe tale via ascetica sono abbastanza semplici: nell'atto della guerra si disciolgono allo stato libero (e quindi si manifestano nella coscienza del combattente) le forze più telluriche e subconscie che generalmente sono sedimentate nell'uomo. Esse sono talmente forti ed aggressive che generalmente l'uomo perde la propria volontà e presenza di sé lasciandosi dominare da esse, il combattente perde il controllo, agisce istintivamente, va fuori di sé e a volte impazzisce. L'Asceta invece, in uno slancio eroico, poneva queste forze telluriche generalmente subconscie, sotto il dominio dello spirito e lo spirito sotto il dominio di Cristo e così facendo XII attuava un dominio su quelle forze che avrebbe provocato quelle trasformazioni che ora invece andremo ad analizzare in sede di via umida. La figura di Saturno ci introduce alla prima operazione dall'alchimista che spesso è chiamata "Separazione" o con altri nomi simili. Separazione Alchemica Il concetto espresso dalla separazione è molto semplice: come abbiamo detto l'uomo è un misto composto come di una parte immortale (zolfo) che è discesa e si è legata alla materia (mercurio), come tale anche le sue facoltà di veglia sono legate alla materia. Se vogliamo ritornare in uno stato precedente a questa discesa nella materia è necessario dunque ottenere una purificazione, vincere gli attaccamenti tellurici e la brama della vita dettata dal corpo, dalle emozioni e dai pensieri. Dunque è necessario, per l'uomo che vuole ottenere questa purificazione dalla materia e da questi aspetti tellurici, entrare in uno stato di coscienza particolare, in cui sono sopite le pressioni del corpo, delle emozioni e dei pensieri, senza tuttavia che sia abolita la coscienza di sé. A volte per dire questo gli alchimisti parlano della necessità di passare allo stato fluidico, mercuriale che però non deve essere passivo, ma attivo, cosciente cioè sotto il dominio dello zolfo ben dosato in cui, in pratica, le facoltà di veglia sono presenti ma non in modo talmente forte da inibire lo stato fluidico. Questo procedimento ha un'analogia con la morte, per questo gli alchimisti l'avevano rappresentato con Saturno e la sua falce simbolo. Come nella morte il corpo non è più di ostacolo per l'anima, così gli alchimisti si mettevano in un sonno profondo, potremmo dire letargico, in cui il corpo dormiva ed i suoi bisogni erano sopiti cosicché l'anima, che invece era sveglia e attiva, poteva occuparsi delle cose che gli erano più congeniali. Gli Alchimisti dicono che questo stato di sdoppiamento (in cui l'anima è separata dal corpo) non è facile da ottenere, bisogna sopire ogni bisogno del corpo mantenendosi in piena coscienza, cosa però estremamente difficile perché noi generalmente siamo svegli solo quando siamo pienamente coscienti del nostro corpo, altrimenti, quando alla coscienza manca questo supporto, generalmente la facoltà di veglia viene inibita, la coscienza di sé si assottiglia e noi sognamo. Infatti "l'uomo fluidico ha fatto una specie di cementificazione, di pietrificazione con il corpo anatomico. I sensi sono rivolti verso il materiale. Vista, tatto, olfatto, udito, gusto sono protesi per sentire bene le cose di questo mondo. Lo stato di veglia sul piano materiale è totale" T. Palamidessi Per entrare in questo stato dicono che bisogna