Medieval Spirituality and the Broken Sword: San Bernardo, Knights Templar, and Sacred Authority

riprese, lamenta dell'incompletezza della visione di Dio dettata dalla necessità di rimanere in un corpo di carne: Ma se la legge dello spirito di vita in Gesù Cristo ci ha liberato dalla legge del peccato e della morte (Rom., 8,2), perché dunque continuiamo a morire e non siamo immediatamente rivestiti d'immortalità? Perché si compia la verità di Dio [...] Elogio Nuova Cavalleria La visione integrale di dio simboleggiata dalla Celeste Gerusalemme sarà possibile solo dopo il ritorno di Cristo e l'avvenuta risurrezione dai morti come attesta nel suo trattato sull'amore: E fino ad allora, finchè la morte sarà interamente inghiottita nella vittoria, finchè la gloria dell'eterno pervaderà ogni angolo del dominio della notte e il fulgore della luce celestiale risplenderà persino nei nostri corpi, fino ad allora le nostre anime non potranno mai imprimersi con forza in Dio e donarsi a Lui. [...] fino alla restituzione dei nostri corpi le nostre anime non potranno mai essere inghiottite in Dio che è l'assoluta perfezione. Dunque in quest'ottica andrebbe contestualizzato il compito dei Cavalieri del Tempio secondo le intenzioni di San Bernardo. E forse sarebbe la mancata realizzazione di tale missione e il mancato rinnovamento e adesione ai propri doveri a portare al crollo e allo sfacelo dell'Ordine con la conseguente necessità di ripagarne le colpe. 3LA SPADA SPEZZATA E LA SPADA DIMENTICATA Abbiamo dunque identificato nell'iconografia medievale la figura di Michele Arcangelo quale ministro di questa speciale investitura regale, sacerdotale e guerriera e, fra i vari simboli, quello più caratteristico in questo periodo è decisamente la spada, anche perchè iconograficamente associata proprio all'Arcangelo. La spada dunque rappresenta in questo contesto l' autorità e ildiritto di natura per affermare il Regno Divino sulla Terra. Diventa dunque importante notare le fasi che nella letteratura dell'epoca e nella tradi- zione coeva acquista la spada. Nel ciclo carolingio abbiamo infatti che la spada benedetta, Durlindana, la spada del paladino Orlando viene infissa nella roccia per essere resa inu- tilizzabile dai saraceni, ovvero dai nemici che l'avrebbero usata in modo perverso. Tale evento letterario allude a una decadenza di questa alleanza e sintonia fra la stirpe dei Re dei Franchi che rende questa autorità nascosta e questo potere sopito o latente. Lo stesso potere viene invece risvegliato e rievocato dal ciclo bretone del graal in cui Re Artù estrae la spada dalla roccia qualificandosi per diventare Re. Nella leggenda di Re Artù però ricordiamo che la spada in questione, prima dell'azione di Artù era dimenticata, nascosta, perduta. Nelciclo del Graal si parlerà anche di una spada spezzata come a identificare l'interru- zione di questa linea, linea che l'eroe dovra risaldare cioè ristabilire. Colui che risalderà entrambi i pezzi della spada spezzata scoprirà i Misteri del Graal che fino ad allora rimarranno celati. 4 In tutti i casi si allude a un periodo, dopo Carlo Magno in cui questa autorità neces- saria per affermare il Regno di Dio sulla terra sembra scemare e nascondersi, celarsi per rimanere latente sintomo di un raffreddamento progressivo e di una sensibilità sempre minore verso la vocazione della propria stirpe. In effetti dopo Carlo Magno le cose non vanno per il verso migliore, per il papato inizia quello che viene considerato il periodo più buio mai attraversato, quello che viene chiamato dai cronachisti come il Secolo Oscu- roin cui i Papi sono uomini generalmente depravati, deboli e sanguinari, la corruzione si è insidiata fin dentro il midollo di Roma e ogni forma di risanamento sembra perduta. Il secolo buio culmina nel 1054 con il Grande Scisma, la separazione delle due Chiese di Oriente e d'Occidente quando il legato papale Umberto di Silvacandida e il patriarca Cerulario si scomunicarono a vicenda e la Chiesa appare quanto mai compromessa. 4 S ANBERNARDO E GUGLIELMO DI MALAVALLE In questo tragico contesto iniziano tuttavia gran parte delle riforme monastiche e guer- riere. Abbiamo visto come alla base di molte di queste riforme, vi sia l'opera di San Bernardo della quale abbiamo parlato abbondantemente in ogni conferenza. Ai fini della nostra storia però San Bernardo è particolarmente importante premere su un fatto su cui in effetti si pone generalmente poco l'attenzione e cioè la conversione di Guglielmo X Duca di Aquitania. Guglielmo X duca di Aquitania, chiamato poi il Santo , era un re trovatore del XII secolo discendente diretto di Clodoveo cioè della famiglia dei Merovingi. Nella sua vita, prima dell'incontro con San Bernardo, fu molto attivo, coinvolto in molti scontri armati, tra cui la ribelione dei Lusignano, vassalli ribelli, che Guglielmo represse nel sangue. Nel 1130 appoggiò l'antipapa Anacleto II laddove San Bernardo invece compiva un'opera di sostegno verso Innocenzo II. La conversione avvenne nel 1134 quando Guglielmo X di Aquitania assiste a una messa tenuta dallo stesso Bernardo e al termine della quale avviene la conversione. Il frutto della conversione non fu solo quello di far cadere il suo appoggio ad Anacleto II verso Innocenzo II, ma fu l'inizio di un percorso spirituale che lo porterà nel 1137 ad abbandonare tutti i possedimenti e a trasferirsi in eremitaggio nel grossetano dove viene conosciuto con il nome di Guglielmo di Malavalle2. La conversione del 1134 non deve dunque essere considerata come un evento transi- torio, ma come una reale conversione capace di cambiare la vita di un sovrano che, dopo tale evento, decide di abbandonare tutto e darsi alla vita eremitica, lontano da casa e da ogni comodità. San Bernardo e San Guglielmo di Malavalle sono raffigurati in un affresco del Lo- renzetti nell'Eremo di Montesiepi a Chiusdino. Entrambi furono considerati da San Galgano come i propri padri spirituali e ispiratori. 5 S TORIA DI GALGANO GUIDOTTI Vediamo dunque di capire chi è questo Galgano Guidotti, da dove viene e perchè ci interessa. 2L'identificazione fra i due proviene da una notissima e antica tradizione popolare locale. 5 Galgano, secondo quanto ci tramandano le cronache del processo di canonizzazione in cui fu interrogata la stessa madre di Galgano e alcuni scritti coevi dei monaci, era il figlio di Dionigia e di Guidotto, due grandi devoti di