Struttura dei Mandala e Iniziazione Buddhista
per creare questo recinto psichico. Questa separazione fra il tempio e il mondo quotidiano retto dalle forze demoniache è l'elemento più importante perchè l'idea è quella di favorire nell'individuo uno stato di particolare ricettività per cui se le forze presenti sono benefiche ecco che l'uomo che è ricettivo a queste forze le assimila e guarisce spiritualmente, viceversa rischia di peggiorare la situazione. Ecco quindi che il mandala è strutturato con una serie di cinture protettive, proprio anche il tempio cristiano o le cattedrali gotiche sono protette da una serie di guardiani che hanno lo scopo di rigettare i demoni. Per separare questo regno dal regno samsarico nel Mandala sono rappresentati 4 cerchi esterni: Il Cerchio della Montagna di Fuoco: è il primo cerchio che impedisce l'accesso al mandala. Questa è una barriera di fuoco impenetrabile che secondo la gnosi tantrica rappresenta la Saggezza Purificatrice che brucia e rimuove l'ignoranza; Questo fuoco in un certo senso è il silenzio. Il Silenzio della mente e dello spirito non è una facoltà passiva ma un fuoco che smaterializza le forme e purifica l'individuo liberandolo da ogni servaggio fintanto che non raggiunge il secondo cerchio: la cintura di diamante. La Cintura di Diamante: è il secondo cerchio. Il diamante è il simbolo della consapevolezza suprema, l'illuminazione, la coscienza essenziale che una volta conquistata è immutabile come il diamante; Il Cerchio degli 8 Cimiteri: è un cerchio assolutamente necessario per i mandala dedicate alle divinità irate e che invece altre volte può mancare che rappresenta li 8 luoghi della coscienza disintegrata o perduta e rappresentano la Gnosi o conoscenza infetta, e che sono sintetizzati da 8 germi infetti che sono i 5 sensi, il germe del pensiero, il veleno delle formazioni karmiche e infine la base di ogni rinascita. Questo cerchio serve per affrancare l'Iniziato da questi veleni che devono essere dimenticati e espulsi da colui che entra nel mandala (specialmente nell'evocazione di una divinità infuriata). I nomi degli otto cimiteri sono Candogra ('terribile e spaventoso'), Gahvara ('Abisso Impenetrabile'), Jvalakulakaranka ('Teschio Fiammeggiante' ), Vibhisana ('Il Terrifico'), Laksmyarama ('Il Giardino di Laksmi'), Ghorandhakara ('Oscurità Spaventosa'), Kilakilarava ('Urla di Gioia') e Attattahasa ('Risata Chiassosa'). E' importante l'espulsione di questi veleni prima dell'evocazione delle divinità irate perchè le divinità irate appaiono tali solo per coloro i quali le percepiscono come forze estranee cioè che non hanno raggiunto la reintegrazione e quindi per chi non si è liberato e purificato dai veleni. Per colui che si è affrancato da queste forze le divinità anche se irate sono solo benigne e gli conferiscono un potere realizzativo e protettivo; infine abbiamo il Cerchio di Loto che simboleggia la rinascita spirituale. Il Loto simboleggia la coscienza che si è affrancata dal mondo come il loto che esce dalla palude del karma e sboccia sopra le acque sotto la luce della divinità. SIMBOLI E INIZIAZIONE Una volta all'interno di questo cerchio magico e psichico immune dalle forze arimaniche e luciferiche ecco che l'individuo viene messo in contatto con il mondo trascendente mediante un'operazione psichica e spirituale che prende il nome di iniziazione. Gli viene trasmesso il seme, la possibilità di stabilire questo contatto con le forze dell'alto. Questo seme è la condizione prima per poter stabilire una relazione con questo mondo archetipico le cui forze e potenze sono rappresentate e presenti nel tempio tramite la presenza e l'azione dei simboli. Prima di tutto dunque c'era una iniziazione. Lo stesso avviene nel cristianesimo in cui il battesimo e l'iniziazione cristiana è la condizione prima per poter accedere al Regno di Dio sulla terra. Ecco che a questo punto essendo inserito un contenuto similare all'interno della coscienza i simboli del mandala hanno la possibilità di agire sull'individuo. Nei mandala ogni simbolo, ogni immagine rappresentava un potere divino, a volte rappresentato sotto forma di oggetto, a volta sottoforma di divinità che doveva essere assimilata dall'individuo. Queste potenze avevano ciascuno un colore, corrispondevano a uno stato di coscienza eccelso e particolare e avevano dei simboli corrispondenti. L'Iniziato dove concentrarsi sul colore, compenentrarsi con la meditazione assimilarsi al colore stesso e alla virtù corrispondente tramite la ripetizione di appositi mantra e visualizzazioni di modo da diventare padrone di questo stato di coscienza ed essere capace di fissarsi in esso. L'Iniziato si concentrava su una parte del proprio corpo (chakra) ripeteva dei mantra eseguiva delle visualizzazioni per sintonizzarsi, canalizzare e identificarsi con la divinità e lo stato di coscienza voluto. All'interno del mandala poi venivano conferiti all'iniziato dei simboli sottoforma di oggetti come la "spada" , il dorje o "conoscenza del Diamante" che simboleggiavano le virtù e forze che venivano donate all'individuo e che lui doveva acquisire, rendere coscienti e utilizzare all'interno del mandala per ottenere la desiderata reintegrazione con il divino. Oltre ai simboli fisicamente rappresentati c'erano poi dei diagrammi che a seconda dei riti potevano essere visualizzati o usati per provocare dei risvegli nella coscienza. Perchè questo era così importante? Perchè questi simboli (questi colori, queste figure) sono in un certo senso il modo che il nostro inconscio ha di parlarci e sebbene qui non abbia una grande importanza, nella tradizione buddhista aveva una enorme importanza al momento della morte quando la coscienza individuale rientrava in contatto con la coscienza collettiva e questi semi fino ad allora sepolti vengono alla luce e questo linguaggio diventa fondamentale. LO STATO DI BARDO E DELLA VITA DOPO LA MORTE Ecco dicevano i Buddhisti che dopo la morte l'individuo per un certo lasso di tempo prima di reincarnarsi si trovava in uno stato che non era nè quello Nirvanico , nè quello Samsarico , ma uno stato speciale che loro chiamavano Intermedio . In questo stadio gli esseri del mondo Nirvanico potevano parlare alla coscienza prendendo in prestito il tessuto simbolico che gli era proprio fatto di colori e simboli e fornendo all'individuo la possibilità di fuggire dal mondo del Samsara e fissarsi con la coscienza nel mondo del Nirvana.