I Mandala e il Simbolismo nella Tradizione Buddhista
coscienza necessario per avere una trasmutazione spirituale. Un esempio tipico per capire questo concetto, che ritroveremo successivamente a più riprese nel nostro corso è quello dei mandala. ESEMPIO DEL SIMBOLISMO I MANDALA E DEGLI YAN-TRA Sicuramente avrete sentito parlare dei mandala tibetani, che sono dei disegni e strumenti di culto tipici delle tradizioni indo-tibetane in particolare del buddhismo del tibetano e del veicolo adamantino. Questi strumenti di culto hanno recentemente attirato l'attenzione degli occidentali perchè in alcuni riti particolari come nel caso del rito Kalachakra questi disegni simbolici vengono realizzati con della sabbia colorata e i monaci buddhisti impiegano più di una settimana per realizzare l'intero disegno, destinato poi ad essere distrutto e versato nelle acque del fiume. Questo ha colpito l'attenzione degli occidentali che hanno associato questi disegni all'impermanenza e al simbolo dell'effimero. In realtà il significato di questi disegni è molto più profondo e da un certo punto di vista è un esempio perfetto per capire il senso, l'azione e l'importanza del simbolo sulla coscienza. Allora prima di tutto per capire il senso e lo scopo dei màndala è necessario cercare di capire la concezione del mondo secondo i buddhisti tibetani. Prima di tutto bisogna capire che nell'ottica tradizionale (che ora vediamo nel buddhismo ma che è molto più ampia) tutto il mondo è un simbolo. Tutto ciò che esiste in natura è un simbolo, un simbolo di cosa? un simbolo dell'Uomo, della coscienza dell'Uomo. Analizziamone alcune partendo da ciò che vediamo nella vita di tutti i giorni. Ad esempio guardandoci attorno notiamo che l'uomo si trova confinato in un modo diviso in due: cielo e terra. Questa semplice fenomeno, per la legge di analogia, è l'effetto di una realtà e una legge fisica, ma anche il simbolo di una realtà metafisica, di un fenomeno interiore alla coscienza dell'uomo che può essere compreso. L'uomo nella sua vita quotidiana non si trova sul confine di una struttura ternaria o quaternaria, ma essenzialmente duale. Egli si trova in un mondo duale, prodotto da due forze antagoniste, sintetizzate tradizionalmente dall'alto e dal basso. In alto, sopra di sè, lontano e vicino allo stesso tempo vede il Sole datore di vita assieme alla Luna e alle stelle e tutte le realtà celesti che non può toccare, ma che lo curano, lo plasmano e più o meno consciamente lo influenzano, dandogli vita come il Sole che, regolando le sue fasi di veglia e di sonno, scandisce il tempo della sua coscienza nonchè tutti i suoi ritmi biologici. In basso, sotto di sè, l'uomo non vede nulla se non il suolo, il quale non è trasparente come il cielo, ma è opaco perchè vive assorbendo l'energia proveniente dall'alto. Questa è la terra: il luogo cui l'uomo è fisicamente ancorato per come appare a una sommaria descrizione. Allo stesso modo nella nostra psiche possiamo trovare e rintracciare in noi questo dualismo. Da una parte l'azione del Sole, ovvero un centro, un'origine della Luce Interiore; dall'altra l'azione dell'inconscio collettivo propriamente umana alla quale siamo psichicamente ancorati. Fra queste due realtà si trova la nostra coscienza che a volte si innalza sulle più alte vette e a volte si tuffa nei più profondi abissi, senza però tuttavia variare poi di molto e senza distaccarsi poi di molto dalla vita di tutti gli altri uomini attorno a noi. Si dice dunque che l'uomo è nella regione delle variazioni ma delle piccole variazioni poichè la sua coscienza è come addormentata. Ogni giorno il Sole sorge nel mondo come nella nostra coscienza per essere contemplato e permetterci di fissarci in Lui, ma ogni giorno il turbinio dei nostri pensieri e delle nostre abitudini ci distrae e ci impedisce di notare il fulcro più importante della nostra vita che è il Sole. Coloro che si sono riusciti a immergere nella Luce di Cristo hanno poi sacrificato tutto pur di non perderla. A ricevere primariamente la luce del Sole è il mare, l'oceano, il quale riflette e assorbe il colore del cielo. Esso per gran parte è sconosciuto alla coscienza umana e vi si trovano creature marine solo parzialmente note ed intente solo a divorare e distruggere. Se esso è responsabile di gran parte dell'ossigeno della terra grazie all'azione di alghe e microorganismi, già al di sotto dei 200 metri la luce del Sole non è quasi più presente per sparire definitivamente dopo i 700 metri. Allo stesso modo possiamo per analogia comprendere alcune forza che agiscono nel nostro inconscio il cui simbolo è il mare, che vive dell'energia del sole, ma se alcune forze sono a noi visibili e agiscono e ci aiutano nella vita cosciente, altre forze sono a noi totalmente sconosciute e ignote e talmente primordiali e bestiali che sembrano non ricevere neanche la luce del sole. Il mondo degli abissi ci ricorda con paura e timore un mondo e una zona della nostra coscienza che è meglio abbandonare e non svegliare. Se di questo mondo vogliamo avere un'intuizione basta osservare la fauna marina di quelle zone: esempi ne sono i Ceratidi o «pesce diavolo» e il Vampyroteuthis infernalis o «calamaro vampiro». Il primo è formato da una bocca pari a metà dell'intero corpo, con denti affilati e aguzzi e con il dorso nero coperto di piccole spine, il secondo invece di colore rosso cupo e nero si aggira con fare spettrale con i suoi tentacoli uniti da una membrana e terminanti nelle ventose. Meglio allora le sommità delle vette da cui si domina la visione del mondo. Oppure le foreste con i loro alberi secolari. Da solo il simbolo dell'Albero all'uomo di capire chi è e quale è il suo scopo su questa terra poichè l'albero è il simbolo stesso dell'Uomo. Nell'antichità biblica, come ad esempio in Ezechiele ci si riferiva agli iniziati ai misteri divini come a degli alberi. Nei Veda l'albero Parijati rappresenta tutto l'Universo con le radici nel regno degli Asuras o demoni e le fronde nel regno degli Dei