La Rivelazione di Mosè sul Monte Horeb

va sul monte Horeb e a un certo punto vede nel fuoco, ha un'esperienza e vede nel fuoco un angelo. Dice l'Esodo che Mosè andò sull'Horeb e gli apparve l'Angelo del Signore "Malak Yahweh" dalle fiamme di un roveto. L'angelo del Signore chi è? È il Cristo fondamentalmente. Per cui Mosé vede riflesso nel fuoco il Cristo il quale gli dà una rivelazione, gli dice chiaramente che questo Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è sempre lui, cioè il Cristo. Ma oltre a questo Mosè più o meno esplicitamente porta la rivelazione di un Dio personale. Leggiamo infatti nel Deuteronomio quella che può essere la sintesi della rivelazione Mosaica che è divisa in due versi fondamentali: Ascolta, Israele: il Signore NOSTRO Dio, il Signore è UNO. Tu amerai il Signore TUO Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Deuteronomio 6,4-5. Cerchiamo di analizzare meglio questi due versetti che sono molto significativi. Nel primo versetto si rivolge a Israele, cioè al popolo Santo, vuol dire che si rivolge all'Umanità nel suo aspetto collettivo come Regno di Dio. Come popolo allora Mosé dice "NOSTRO Dio". Cioè si fa riferimento alla Divinità vissuta attraverso l'appartenenza al Popolo Santo. In questo Regno di Dio, Dio si manifesta come Jehova e Elohim cioè come un doppio aspetto di Rigore (Elohim) e di Misericordia (Jahweh). Uno attivo positivo di illuminazione e benedizione, l'altro di rigore, purificatore. Questi due aspetti di Dio nella Nazione Santa, nel Regno di Dio sono Uno. L'unità di Dio espressa dal comandamento di Mosé e che è alla base della sua rivelazione è espressa dal termine "Uno", Echad che è molto significativo. In ebraico echad vuol dire 1, ma come numero da un punto di vista ghematrico echad vale $13 = 12+1$. Questo nome divino dunque, il nome Uno, echad, esprime l'Unità di Dio nella duodecupla manifestazione. Abbiamo quindi 12 Tribù attraverso le quali Dio agisce e si manifesta nel mondo, ciascuna con una sua caratteristica, una sua funzione, come un organismo che però nel suo insieme manifesta un Unico Dio sulla Terra. Quindi nel Regno di Dio c'è una struttura gerarchica, una organizzazione, ci sono guerrieri, ci sono sacerdoti e ciascuno manifesta una caratteristica diversa di Dio, ma Dio è Uno, lo stesso Dio che si può manifestare completamente proprio perché 12 è il numero del ciclo perfetto lo sviluppo perfetto e completo. Al cuore di Dio si arriva attraverso il cuore della fratellanza alla quale si appartiene. Questo versetto si riferisce all'Alleanza di Dio con il "popolo eletto". Il successivo invece dice di "amare" il signore Tuo Dio. Qui invece abbiamo per la prima volta un Dio personale, non più di Abramo di Isacco e di Giacobbe ma "Tuo" con il quale puoi avere un rapporto di amore diretto una volta che riesci ad amarlo con "tutto il tuo cuore (mente in ebraico), con la tua anima e con tutte le tue forze", ovvero con i tre principi e centri di gravità fondamentali dell'individualità umana: Spirito Anima ed Eros che devono congiungersi per poter veramente amare Dio personalmente. Quando avviene la ricongiunzione di questi 3 principii allora l'Uomo è veramente un Uomo completo e in lui si riflette l'immagine della Uni-Trinità Sapienza, Potenza e Amore. Riflettendosi in Lui ecco che nasce un vero rapporto personale con Dio, cioè Dio-in-Me, in cui non c'è più nulla se non l'Uomo Uno e Trino e Dio. Ecco allora che Mosé chiede a Dio "Ma chi devo dire che mi manda" cioè chi mi dà l'autorità sulla terra di fare quello che devo fare. "…e Dio gli dice Io Sono colui che sono per questo dirai al tuo popolo "Io Sono"…". Quindi Mosè dice quando gli chiedono chi ti ha mandato lui risponde: "Io Sono", cioè Mosè al popolo in pratica gli dice "Sono Io", "Sono Io il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe". Quindi un Dio personale cioè Dio è in Mosé. Mosè sembra quasi un messia, è un messia o no? Moshé è anche simile a Moshiah che vuol dire Messia. Mosè poi dice Verrà in questo popolo, Dio vi invierà uno come me. Deuteronomio 18:15 che fa riferimento appunto a Gesù Cristo. Però non possiamo dire che è un messia, non lo sappiamo però sappiamo che al momento della Trasfigurazione abbiamo Mosè, Elia e il Cristo. Ma il punto fondamentale è che in questa rivelazione lui diciamo ha questa rivelazione per la prima volta di un Dio personale. Cioè il rapporto possibile tra un individuo direttamente con Dio senza alcun intermediario, senza eggregore, senza niente. Ma non gli dice solo questo. Nella visione sul monte Horeb, Dio gli dice di preparargli un popolo. Un popolo che esca dall'Egitto e che vada nella Terra Promessa, la Terra promessa ovvero nella quale verrà il Messia. Mosè dunque doveva liberare il popolo dalla situazione in cui è fino a portarlo in uno stato in cui il Cristo potesse incarnarsi. Quindi non è che Mosé ha la rivelazione e il popolo è pronto. Ad esempio anche quando dopo averlo fatto uscire dall'Egitto Mosè scende dal Sinai, il popolo è ancora in uno stadio non perfetto addirittura di idolatria. Mosè deve preparare un popolo cioè deve creare il substrato perché ci siano quelle condizioni ecologiche perché possa incarnarsi il Cristo. Quindi cosa succede? Mosé raccoglie queste tribù nomadi, questi "uomini erranti" (ebrei="uomini erranti") che sono da varie tribù e cioè i figli di Isacco, figli di Giacobbe, etc… e li costituisce come un popolo. Quando un istruttore va via a questo punto è necessario che la conquista di questo istruttore, in questo caso Mosè, agisce da seminatore, cioè inserisce in un substrato che era stato creato da Abramo, che aveva ricevuto l'iniziazione da Melchisedek e anche da Isacco, Giacobbe… inserisce queste qualità nuove, queste caratteristiche nuove