L'Uomo Vero e i Principi Immortali
sono fatti è sì sottile ma sempre corruttibile tanto che dopo un certo periodo di tempo il corpo in questione non diventa più idoneo a supportare la coscienza e questa si ritira abbandonando il cadavere che lentamente si disgrega e viene riassorbito. Chi ha seguito con noi le conferenze sul libro cristiano dei morti e ha letto questo libro, sa che ci sono dei tempi dopo la morte in cui l'individuo progressivamente vive in questi corpi in uno stato più o meno cosciente di incoscienza passa dei periodi di espia- zione purgatoriali o paradisiaci terminati i quali si distacca da questi corpi che vengono riassorbiti. Quindi quello che abbiamo visto fino ad adesso non è l'Uomo vero. L'Uomo vero è l'Io che successivamente si riveste come di diversi vestiti adatti alla manifestazione di questi principi. I corpi sono destinati a morire, mentre i principii rimangono. In questo senso per lo studio della vita dell'uomo dopo la morte possiamo rifarci alla tradizione indiana. Nella tradizione buddhista anche questi corpi come il corpo fisico sono destinati a morire seguendo un processo più o meno lento e più o meno travagliato descritto nel libro Tibetano dei Morti Questo libro descrive il processo della coscienza che passa dallo stato di incarnazione nel corpo fisico a uno stato di disincarnato di vita esclusiva con questi altri corpi (come il corpo astrale) per poi abbandonarli progressivamente una volta che le cariche mosse si sono esaurite e nuovamente reincarnarsi per ricominciare il processo. Lo stato è uno stato molto particolare che è stato paragonato dalla chiesa Cattolica come uno stato di Purgatorio, Inferno e Paradiso in cui le proiezioni oniriche dell'individuo prendo- no forma in questo mondo astrale e mentale costituendo la pena o la ricompensa della coscienza. Sarebbe bello approfondire questo argomento nel dettaglio uno di questi giorni per- chè è un processo molto importante per la coscienza. Anzi ne parleremo più approfonditamente in una delel ultime conferenze dedicate alla reincarnazione e alla memoria delle vite passate. È uno stato simile a uno stato di SOGNO con l'unica differenza che in questo stato non esiste più un corpo fisico con il quale potersi risvegliare. per cui se uno ha un sogno bellissimo vive in una specie di paradiso, se ha un incubo invece vive in una specie di inferno. Per risvegliarsi l'individuo cerca di scappare e va a finire che si reincarna in un corpo fisico e da inizio a una nuova nascita. Tuttavia dunque tra una incarnazione e un'altra non rimane dunque la coscienza di ciò che abbiamo pensato, di quanto siamo stati in salute, delle emozioni che abbiamo pro- vato che erano memorizzate nei corpi, ma rimane l'Uomo vero cioè i principi che hanno operato queste trasformazioni assieme ad un aspetto dell'inidividualità che è quello che viene chiamato Corpo Causale e che fa parte dell'Ego. L'UOMO VERO L'Uomo vero, la coscienza vera dell'Uomo non è dunque nessuno di questi corpi e quando si parla dell'uomo immortale non si parla più di corpi ma di principii animatori di questi corpi. Quando si parla dell'Uomo immortale lo Zohar fa un paragone dicendo che l'uomo vero è come la fiamma di una candela. La cera della candela si consuma e viene trasformata dalla fiamma, ma la fiamma non si consuma mai. Allo stesso modo l'Uomo vero. Ogni cellula del corpo si logora e passa, gli atomi del corpo nel corso di una vita possono essere cambiati totalmente ma il principio che li anima invece è sempre lo stesso. Questi principii sono in relazione alle 3 caratteristiche fondamentali dell'Uomo e sono identificati dalla tradizione come SPIRITO ANIMA EROS Questi tre principii, a differenza dei vari corpi sono il nucleo immortale dell'Uomo, la parte dell'Uomo che rimane invariata durante tutte le incarnazioni. Vediamo di capire quali sono questi principii per cercare di riconoscerli in noi. Questi 3 principii dobbiamo pensarli come tre stati più o meno incandescenti di un'unico essere, dice lo Zohar come parti più o meno incandescenti di un'unica fiamma. SPIRITO Neshamah: anima razionale pensante Lo spirito è la volontà l'intelletto, la memoria, l'intuizione delle verità eterne, l'amore religioso e misericordioso. Le sue caratteristiche sono il pensiero elevato, la contemplazione dei princìpi. Il veicolo più adatto alla sua manifestazione è il corpo mentale (astratto e concreto) La sua attività è metarazionale, cioè al di là della ragione. Per l'Archeosofia è essenzialmente amore, silenzioso amplesso con la verità, la bellezza, la bontà, unione con Dio. Il centro di gravità spirituale si trova nel cervello. Queste sono le caratteristiche. Usa principalmente come strumento che gli sarebbe più congeniale il corpo mentale. Lo spirito in questo caso informa il mentale. Corrisponde all'intuizione di carattere assoluto che solo dopo si riveste di un discorso logico e razionale. È la volontà: quindi il motore che dispone e struttura tutto l'uomo organizzandolo quando è presente, costituendo gerarchicamente il corpo mentale e a cascata gli altri corpi. NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI: Lo spirito è generalmente sopra la nostra mente cosciente. Agisce più che altro come un attrattore dell'anima. La manifestazione di questa attrazione è molto rara nel corso della nostra giornata. Avviene quando ci imponiamo una trasmutazione, quando ci immergiamo nella con- templazione delle verità eterne senza scendere con riflessioni razionali su di esse, una presa di coscienza dell'azione spirituale si ha con il progredire della meditazione che sviluppa la mente astratta. Imposta la direzione verso scopi più elevati. Sopraindividuale. Per poter esprimere in modo diretto un'azione spirituale bisogna avere sviluppata entro certi limiti la mente astratta, riuscire almeno a non pensare e trovarsi in uno stato di coscienza superiore. ANIMA EMOTIVA Ruah: sede del bene e del male È razionale, presiede al sentimento, all'immaginazione, alla morale, alla memoria e alla passione essa è la parte cosciente, quella che pensa, che ragiona, genera atti volontari, costituisce un campo di battaglia, dà alla nostra esistenza il suo carattere responsabile e personale Quindi da un certo punto di vista è quella parte di noi che