Il Mandala: Cosmogramma Sacro e Iniziazione Spirituale
che ha scritto il libro di riferimento sull'argomento: Il Mandala è un cosmogramma, è l'universo immune da contaminazione, delineato secondo un piano, uno schema tradizionale essenziale; è una difesa mistica, magica e iniziatica, una protezione contro le forze disgregatrici che minacciano oltre alla purezza sacramentale del luogo, anche l'integrità biologica, psichica e spirituale degli Iniziati che ospita. [...] Il mandala è una cittadella, un mondo paradisiaco, secondo la trasposizione magica ed il potere dei simboli per cui il miste o iniziato, ponendosi al centro di questa fortezza si omologa e si identifica con le forze regolatrici dell'Universo e ne assorbe la potenza teurgica.
Per avere un'idea anche se vaga del processo vediamo nei termini essenziali alcune fasi caratteristiche. Prima di tutto bisogna capire che un'opera sacra, in genere, nel caso specifico un mandala ma questa regola può essere generalizzata, deve rispondere a due precise esigenze: 1. purificazione e affrancamento del luogo dalle forze telluriche e demoniache del mondo 2. inserimento all'interno di questo luogo purificato delle forze archetipiche o divine che l'Iniziato dovrà assimilare.
La prima parte può durare interi giorni di meditazioni operate da tutti i sacerdoti per creare questo recinto psichico. Questi procedevano con l'intenzione di creare un recinto psichico procedendo con la meditazione sulle seguenti parole "la mia essenza adamantina è la conoscenza del Vuoto" fin tanto da poter annullare il pensiero. Questa separazione fra il tempio e il mondo quotidiano retto dalle forze demoniache è l'elemento più importante perché l'idea è quella di favorire nell'individuo uno stato di particolare ricettività per cui se le forze presenti sono benefiche e salutari per la coscienza ecco che l'uomo che è ricettivo a queste forze le assimila e guarisce spiritualmente, viceversa se le forze presenti non sono benefiche rischia di peggiorare la situazione.
Ecco quindi che questo aspetto della purificazione è da sempre risultato essere un elemento importante. Nel caso ad esempio dell'iconografia cristiana, l'iconografo si ritirava dal mondo per giorni e giorni prima anche solo di cominciare a intraprendere qualsiasi azione, ritirandosi nel totale silenzio. Questo perché il silenzio, dicono i testi è un fuoco che purifica. Il Silenzio precede la Parola.
Per separare il luogo interiore in cui discenderà la presenza divina dal regno samsarico nel Mandala sono rappresentati 4 cerchi esterni:
Il Cerchio della Montagna di Fuoco: è il primo cerchio che impedisce l'accesso al mandala. Questa è una barriera di fuoco impenetrabile che secondo la gnosi tantrica rappresenta la Saggezza Purificatrice che brucia e rimuove l'ignoranza; Questo fuoco in un certo senso è il silenzio. Il Silenzio della mente e dello spirito non è una facoltà passiva ma un fuoco che smaterializza le forme e purifica l'individuo liberandolo da ogni servaggio fintanto che non raggiunge il secondo cerchio: la cintura di diamante.
La Cintura di Diamante: è il secondo cerchio. Il diamante è il simbolo della consapevolezza suprema, l'illuminazione, la coscienza essenziale che una volta conquistata è immutabile come il diamante;
Il Cerchio degli 8 Cimiteri: è un cerchio assolutamente necessario per i mandala dedicate alle divinità irate e che invece altre volte può mancare che rappresenta gli 8 luoghi della coscienza disintegrata o perduta e rappresentano la Gnosi o conoscenza infetta, e che sono sintetizzati da 8 germi infetti che sono i 5 sensi, il germe del pensiero, il veleno delle formazioni karmiche e infine la base di ogni rinascita. Questo cerchio serve per affrancare l'Iniziato da questi veleni che devono essere dimenticati e espulsi da colui che entra nel mandala (specialmente nell'evocazione di una divinità infuriata). I nomi degli otto cimiteri sono Candogra ('terribile e spaventoso'), Gahvara ('Abisso Impenetrabile'), Jvalakulakaranka ('Teschio Fiammeggiante'), Vibhisana ('Il Terrifico'), Laksmyarama ('Il Giardino di Laksmi'), Ghorandhakara ('Oscurità Spaventosa'), Kilakilarava ('Urla di Gioia') e Attattahasa ('Risata Chiassosa').
È importante l'espulsione di questi veleni prima dell'evocazione delle divinità irate perché le divinità irate appaiono tali solo per coloro i quali le percepiscono come forze estranee cioè che non hanno raggiunto la reintegrazione e quindi per chi non si è liberato e purificato dai veleni. Per colui che si è affrancato da queste forze le divinità anche se irate sono solo benigne e gli conferiscono un potere realizzativo e protettivo;
infine abbiamo il Cerchio di Loto che simboleggia la rinascita spirituale. Il Loto simboleggia la coscienza che si è affrancata dal mondo come il loto che esce dalla palude del karma e sboccia sopra le acque sotto la luce della divinità.
SIMBOLI E INIZIAZIONE
Una volta all'interno di questo cerchio magico e psichico immune dalle forze arimaniche e luciferiche ecco che l'individuo viene messo in contatto con il mondo trascendente mediante un'operazione psichica e spirituale che prende il nome di iniziazione. Gli viene trasmesso il seme, la possibilità di stabilire questo contatto con le forze dell'alto. L'Iniziato deve concentrarsi sul colore, compenetrarsi con la meditazione assimilarsi al colore stesso e alla virtù corrispondente tramite la ripetizione di appositi mantra e visualizzazioni di modo da diventare padrone di questo stato di coscienza ed essere capace di fissarsi in esso.
L'Iniziato si concentrava su una parte del proprio corpo (chakra) ripeteva dei mantra eseguiva delle visualizzazioni per sintonizzarsi, canalizzare e identificarsi con la divinità e lo stato di coscienza voluto.
All'interno del mandala poi venivano conferiti all'iniziato dei simboli sottoforma di oggetti come la "spada", il dorje o "conoscenza del Diamante" che simboleggiavano le virtù e forze che venivano donate all'individuo e che lui doveva acquisire, rendere coscienti e utilizzare all'interno del mandala per ottenere la desiderata reintegrazione con il divino. Oltre ai simboli fisicamente rappresentati c'erano poi dei diagrammi che a seconda dei riti potevano essere visualizzati o usati per provocare dei risvegli nella coscienza.
Perché questo era così importante? Perché questi simboli (questi colori, queste figure) sono in un certo senso il modo che il nostro inconscio ha di parlarci e sebbene qui non abbia una grande importanza, nella tradizione buddhista aveva una enorme importanza.